giovedì 26 luglio 2012

Twittergate: dopo Grillo Di Pietro, Vendola e Bersani


 


Indagine su falsi followers. Calzolari: 'Un dovere pubblicare, ma ho paura'

  LONDRA - Antonio Di Pietro, Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani. Tutti e tre - in quest'ordine - sono finiti ai primi posti della classifica degli account Twitter con più utenti presumibilmente falsi (ovvero BOT, follower generati da un computer). Il Twitter-gate, insomma, continua. In testa, però, rimane stabilmente Beppe Grillo. E' quanto emerge dalla ricerca condotta su soggetti e personaggi politici italiani dalla Digital Evaluations di Marco Camisani Calzolari disponibile da oggi sul sito della società con base a Londra.

E questo nonostante il fatto che il professore, dopo le polemiche scatenate dai dati diffusi sull'account del leader del Movimento 5 Stelle, abbia reso più stringenti i valori di analisi della sua ricerca. Se, infatti, sulle prime il punteggio assegnato per essere classificati come BOT era 4, ora Calzolari ha elevato il differenziale a 9 (pur pubblicando anche una classifica con differenziale 4 per sottoporre gli altri politici allo stesso trattamento riservato a Grillo). Vediamo dunque i risultati della ricerca più severa.
Primo, come detto, resta il comico genovese con il 43,1% di follower falsi su un totale di 637.372. Gli umani "certi" si fermano al 24%. La medaglia d'argento va a Di Pietro con il 33% di fan indicati come BOT (su un totale di 122.873). Nichi Vendola si aggiudica il bronzo con il 31,6% di follower (probabilmente) falsi su un totale di 212.937 iscritti al suo account. La medaglia di legno va invece a Pier Luigi Bersani con il 31% (su 126.372 fan). Nel caso dei leader di Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà e Partito Democratico la percentuale di utenti umani è però più alta rispetto a quella di Grillo - rispettivamente 32,9%, 35,5% e 37%. In classifica seguono Roberto Maroni (24,8% di BOT su un totale di 2.487 follower), Pierferdinando Casini (21,7% su 62.252), Matteo Renzi (18,2% su 128.454), Corrado Passera (16,18% su 136), Angelino Alfano (13,5% su 29.942), Gianfranco Fini (11,5% su 18.388), Ignazio La Russa (8% su 3.645) ed Enrico Letta (6,5% su 12.625). Le analisi si basano su un campione di 20mila follower estratto a caso - attraverso un apposito software - dagli account Twitter dalle ore 05:00 del 22/07/2012 alle ore 10:30 del 24/07/2012 e dunque "proiettato" sul totale.
CALZOLARI, UN DOVERE PUBBLICARE MA HO PAURA - Un "dovere" pubblicare il resto della ricerca. Dopo le polemiche e gli attacchi è però subentrata la "paura". Tanto che se il clima incandescente dovesse continuare "valuterò l'ipotesi di trasferire la mia famiglia in Gran Bretagna". Lo ha detto all'ANSA Marco Camisani Calzolari, professore dello IULM e imprenditore internet autore dello studio sui sospetti follower falsi sugli account Twitter di leader politici italiani. "Credo - prosegue - che dopo le polemiche fosse il caso di rendere visibile l'azione sul differenziale, che già ritenevo prudente a 4. Una certa percentuale di spam, diciamo del 10-20%, è fisiologica. Sopra questa soglia è poco giustificabile e sta ai politici spiegare cosa è successo".
"Era mio dovere - continua - far uscire anche questa ricerca. Ora si parli dei dati e non delle motivazioni. Confesso che, visto quel che mi è accaduto in questa settimana, ora ho un po' paura. Se prima ce ne era uno arrabbiato ora potrebbero essere sei. Vediamo. Certo, se gli attacchi dovessero continuare valuterò l'ipotesi di trasferire la mia famiglia in Gran Bretagna". Se si guarda infatti alla tabella stilata col differenziale a 4, quella cioé dove sono sufficienti valori più "laschi" per classificare gli utenti inattivi come BOT, le percentuali di follower probabilmente "falsi" aumentano. Grillo schizza al 59,2% (il test in questo caso è stato ripetuto sull'estrazione condotta insieme a quella degli altri politici), Di Pietro al 47,9%, Vendola al 45,9% e Bersani al 44,8%. In questo caso il numero e la percentuale dei follower dati per umani resta costante ma aumenta la percentuale della categoria "incerti". Ovvero quelli che mostrano un comportamento dubbio e nemmeno l'algoritmo se la sente di sbilanciarsi.

(ANSA)



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