venerdì 27 luglio 2012

Bruce Springsteen e la depressione: 'Pensai al suicidio'

Biografo: lottò contro male oscuro strisciante 'piu' subdolo della droga'

  

 

 

di Nicoletta Tamberlich

ROMA - Dietro le energiche esibizioni dal vivo di Bruce Springsteen c'e' una lunga storia di lotta contro il male oscuro, la depressione. A raccontarlo, in un'intervista al The New Yorker, e' stato lo stesso musicista, il quale ha detto che in un certo momento della sua vita e' stato dominato dalla paura, dal disgusto e dall'odio verso me stesso. ''I miei problemi non erano banali come la droga'', ha aggiunto Springsteen, notoriamente astemio e sobrio. ''Erano diversi, piu' subdoli''. Il suo amico e biografo, Dave Marsh, ha spiegato al New Yorker che il Boss ebbe delle tendenze suicide nel 1982, dopo l'improvviso successo.
''Si ritrovo' al top in un colpo solo, dal nulla, con persone accanto che gli baciavano il sedere tutto il giorno. E' in momenti come quelli che ci si domanda cosa si vuole veramente''.
Nel lungo reportage ''Siamo sopravvissuti, Bruce Springsteen a 62 anni'' a lui dedicato, viene rivelato come, da circa 30 anni, il musicista sia seguito da uno psicanalista che l'ha aiutato a combattere il malessere interno e ad allontanare i pensieri piu' nefasti.
David Remnick, giornalista della storica rivista newyorkese, ha seguito il cantante nella sua ultima tournee ed e' riuscito a scoprire alcuni aspetti inediti della sua vita. Il biografo e amico del musicista, Dave Marsh, ha raccontato al magazine che Springsteen ha pensato al suicidio nel 1982, quando comincio' a diventare famoso. ''Era come se avesse viaggiato a bordo di un razzo, dall'essere una nullita' ad avere qualcuno che ti bacia il culo giorno e notte'', ha detto Marsh.
Springsteen ha raccontato che proprio negli anni in cui raggiungeva un successo internazionale e cominciava a essere acclamato da folle in tutto il mondo, fu colpito dal mal di vivere che in passato aveva gia' distrutto la vita di suo padre: ''Mio padre era una persona che parlava poco. Era davvero dura riuscire ad avere una conversazione con lui. Le sofferenze dei miei genitori, ecco il soggetto della mia vita. Questi dolori mi dilaniano ancora e lo faranno sempre. La mia esistenza ha preso un percorso diverso, ma io ho avuto una vita anomala. Alla fine quelle piaghe restano con te e tu cerchi di trasformarle in un linguaggio e in uno scopo''. Remnick ha parlato con la E Street Band, con la moglie del Boss e con il suo manager per far emergere particolari relativi alla parte iniziale della carriera del musicista, alla sua evoluzione come artista. Il manager del Boss ha rivelato che nell'82 il cantante comincio' a frequentare uno psicoterapeuta anche per i problemi relazionali che aveva con il padre.
A guardarlo oggi, all'apice del suo Wrecking Ball tour che sta sbancando in ogni angolo del pianeta, si stenta a credere che il Boss abbia sofferto di depressione. Ma dietro un grande artista si cela spesso una persona fragile. (ANSA)

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