Studio, alcuni batteri bocca difendono da malattia in menopausa
ROMA, 03 MAR - In menopausa è ancora più importante aver cura dei propri denti, infatti alcuni batteri del cavo orale sono risultati associati allo sviluppo di ipertensione nelle donne in menopausa; mentre altre specie batteriche presenti nella bocca sono risultate protettive, in grado cioè di ridurre il rischio di sviluppare la pressione alta.
Reso noto sul Journal Of American Heart Association, è il
risultato di uno studio condotto da Michael LaMonte, della
University at Buffalo.
Già in passato è stato ipotizzato che i batteri del cavo
orale influenzassero la regolazione della pressione del sangue,
spiega LaMonte, ma i dati epidemiologici a supporto di questa
idea sono ancora limitati. "Per questo - afferma - abbiamo
esaminato l'associazione tra microbiota del cavo orale e
sviluppo di ipertensione nelle donne in menopausa".
Gli esperti hanno considerato 1215 donne di età media 63 anni
di cui hanno seguito nel tempo lo stato di salute. I clinici
hanno analizzato la placca sotto-gengivale delle donne, per
indagare la composizione dei batteri presenti nella loro bocca.
Nel corso dello studio 375 donne hanno ricevuto una diagnosi di
ipertensione. Ebbene tra le centinaia di specie di batteri della
bocca esaminati, 10 sono risultati legati ad un aumento del
rischio di sviluppare la pressione alta, un aumento di circa il
10-16%; cinque specie, al contrario, si associano a una
riduzione di circa il 10-20% del rischio di ammalarsi di
pressione alta.
Lo studio dimostra quindi che certi batteri della bocca si
associano al rischio di sviluppare pressione alta nelle donne in
menopausa.
"I risultati di questo studio clinico aggiungono ulteriori
elementi alle evidenze attualmente presenti in letteratura
relativamente alla correlazione tra salute orale e controllo
dell'ipertensione arteriosa - sottolinea Nicola Marco Sforza,
presidente della Società Italiana di Parodontologia e
Implantologia (SIdP). Dati sempre più solidi dimostrano infatti
come l'infiammazione parodontale indotta dai batteri e dalla
risposta del soggetto colpito, svolga un ruolo causale nella
correlazione tra parodontite e ipertensione arteriosa e come il
trattamento delle malattie parodontali determini un
miglioramento della condizione di ipertensione. Su questi
aspetti - rileva Sforza - la SIdP ha già da tempo avviato un
progetto interdisciplinare con la Società Italiana di
Ipertensione (SIIA) con lo sviluppo di un consenso già
pubblicato lo scorso anno e di ricerche cliniche in fieri che
stanno mettendo in evidenza aspetti molto significativi
sull'argomento e che definiscono come la cura della salute orale
debba essere inclusa tra le modifiche agli stili di vita per il
trattamento della ipertensione arteriosa. Questi aspetti -
conclude l'esperto - assumono ancor più significato se teniamo
conto dei dati di prevalenza della parodontite in Italia: circa
il 50% degli italiani soffre di parodontite di cui il 10-15%
grave, con rischio importante di perdita di denti e invalidità
funzionale ed estetica; allo stesso tempo sempre in Italia circa
15 milioni di persone soffrono di ipertensione arteriosa ed
almeno il 50% non ne è consapevole".
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