RONALDO, CHE FAI: RESTI O TE NE VAI? DOPO IL LANCIO DELLA MAGLIETTA I TIFOSI BIANCONERI SONO INFEROCITI CON CR7 CHE DEVE DECIDERE SE ONORARE L’ULTIMO ANNO DI CONTRATTO CON LA JUVE O LEVARE LE TENDE PER TORNARE AL REAL. IL CLUB HA BISOGNO DI FARE 100 MILIONI DI PLUSVALENZA ENTRO IL 30 GIUGNO. SE IL PORTOGHESE DECIDERA’ DI RESTARE, SARA’ DYBALA A SALUTARE LA "SIGNORA". IL RINNOVO DELL’ARGENTINO È CONGELATO
A volte nel calcio è più complicato che in amore. Per stare insieme, infatti, non basta la volontà di due protagonisti, quasi sempre bisogna mettere d’accordo molte più parti. E pure per lasciarsi non è sufficiente che uno solo dica basta, a meno che non si arrivi alla naturale scadenza del contratto.
Così nella storia d’amore che da tempo sembra giunta ai titoli di coda tra la Juve e Paulo Dybala, dirsi addio è tutt’altro che semplice.
Perché in questo caso è il club ad aver deciso sarebbe meglio finirla qui, i rapporti sono quelli che sono ma Dybala non sembra ancora intenzionato a mollare la propria maglia numero dieci. Ora mancano 14 mesi o poco più alla scadenza del contratto, la Juve non vuole rischiare la beffa di perdere la Joya a zero, spinge per una cessione tutt’altro che semplice ma che darebbe linfa a un bilancio che ha bisogno di 100 milioni di plusvalenza entro il 30 giugno. E una volta di più i dubbi sul futuro di Dybala si intrecciano con quelli di Cristiano Ronaldo.
Dybala o Ronaldo: uno è di troppo
La sensazione è, infatti, che la Juve non possa permettersi di trattenere sia CR7 che Dybala. Un confronto tra Ronaldo e la dirigenza arriverà solo nelle prossime settimane ma la Juve ha fretta di sapere se dover costruire la squadra attorno a lui o se dover affrontare il dopo CR7. E anche se da qui al termine del campionato Pirlo dovrà e potrà tornare a contare anche sulla coppia Dybala-Ronaldo, solo in caso di addio del portoghese potrebbero riaprirsi gli spiragli anche economici per una nuova vita in bianconero di Paulo.
CR7
Ronaldo, dentro o fuori? Mancano nove partite alla fine di questa stagione complicata e finora avara di soddisfazioni e solo a quel punto si capiranno le intenzioni del fenomeno. Il suo futuro è ancora un rebus: resterà ancora alla Juve, onorando anche l’ultimo anno di contratto, o sarà addio anticipato?
La risposta ancora non c’è e intanto i tifosi inondano i social di commenti, tra devoti di CR7 e discepoli scontenti, che ritengono giunto il momento di separarsi. A dare fiato al alle polemiche è stato l’episodio della maglia lanciata verso un raccattapalle, con un gesto apparso inizialmente sgarbato, al culmine di una domenica negativa sul campo, chiusa senza gol e con chiaro nervosismo.
L’episodio, in realtà, è un “non caso”, perchè immagini e testimoni diretti hanno chiarito che la casacca era destinata ad uno dei ragazzini addetti al bordo campo che gliel’aveva chiesta, ma è stato sufficiente per rinfocolare il dibattito su ciò che sarà di Cris. Il popolo bianconero è rimasto evidentemente scottato dalla piega presa dalla stagione, con lo scudetto svanito e il fallimento con il Porto, e una parte di esso ha identificato, anche ingenerosamente, nel portoghese uno dei responsabili dell’accaduto, specie della debacle europea, e continua a puntare il dito. In molti gli rimproverano di pensare più a sè stesso e agli obiettivi personali (l’ultimo, in ordine di tempo, la classifica cannonieri) che agli interessi e ai successi della squadra. Ronaldo, intanto, è riapparso sorridente proprio su social nel lunedì di riposo, dopo la palese irritazione di domenica.
CR7 si è mostrato felicemente abbracciato alla compagna Georgina dopo l’allenamento nella palestra di casa. Energia pura per archiviare la rabbia per i gol falliti, l’insoddisfazione per l’atteggiamento della squadra nonostante la superiorità numerica, i rimbrotti ai compagni, la stizza mostrata lasciando il campo e l’incertezza sul futuro. Con una sfida in più, riconquistare alla sua maniera, cioè a suon di gol, i tifosi che storcono il naso.
Dentro o fuori, insomma, in campo e per il futuro. Sarà Cristiano a decidere se restare o andare via quando lo scenario sarà più nitido. Quando, ad esempio, si saprà se i bianconeri saranno riusciti ad entrare tra le prime quattro.
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