domenica 21 marzo 2021

Addio a John Perry Barlow, pioniere del web e paroliere dei Grateful Dead

 


John Perry Barlow 
È scomparso all'età di 70 anni. È stato uno dei cofondatori dell'Electronic Frontier Foundation, organizzazione non-profit nata per difendere le libertà civili nell'era della Rete
 
ROMA - Visionario, appassionato, filosofo, poeta, cowboy. Così gli amici ricordano John Perry Barlow, morto ieri mattina all'età di 70 anni. Una scomparsa che lascia un doppio vuoto. Gli internauti perdono uno dei pionieri del web, gli amanti della musica dicono addio al leggendario paroliere dei Grateful Dead: gruppo rock statunitense protagonista della scena Usa nell'estate del 1967, l'anno dei figli dei fiori. Sono state le loro canzoni, insieme alle ballate di Janis Joplin e alle note psichedeliche dei Jefferson Airplane, ad aprire le danze di quella stagione durante un raduno al Golden Gate Park di San Francisco che ha segnato la storia.

Una vita spesa in difesa dei diritti digitali, nel 1990 Barlow è stato uno dei cofondatori - con Mitch Kapor e John Gilmore - dell'Electronic Frontier Foundation: organizzazione non-profit nata per proteggere le libertà civili nell'era del byte, dove ha lavorato per 27 anni. Ad annunciare la scomparsa, nella tarda serata di mercoledì, i colleghi. "Oggi la Rete ha perso un eroe", ha twittato l'account dell'associazione. "Ho il cuore spezzato", scrive sul sito Cindy Cohn, attuale direttrice esecutiva dell'Electronic Frontier Foundation. "Non è un'esagerazione dire che la maggior parte del web che oggi conosciamo e amiamo esiste grazie alla sua visione e alla sua guida". 
 
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The Internet lost a hero today. EFF is mourning the loss of our visionary co-founder, John Perry Barlow. https://t.co/oaf7hgKsOL

— EFF (@EFF) 7 febbraio 2018
Una Internet che lui vedeva come un fondamentale luogo di libertà, parola che ricorre ripercorrendo la sua storia. Infatti, Barlow ha anche messo in piedi la Freedom of the Press Foundation, non-profit per la libertà d'espressione, creata con Daniel Ellsberg: il whistleblower che ha consegnato al New York Times i cosiddetti Pentagon Papers, un dossier segreto sulla guerra in Vietnam, la cui storia ha ispirato l'ultimo film di Steven Spielberg, The Post. E dove essere liberi se non nella Rete? È qui che, secondo l'attivista, voci a lungo silenziate possono trovare un pubblico e le persone sono in grado di connettersi tra loro al di là di ogni distanza fisica. Non a caso è stato proprio lui a firmare la "Dichiarazione d'indipendenza del cyberspazio".
 
Un manifesto pubblicato online esattamente 22 anni fa, l'8 febbraio 1996, in cui il web si profila come un'utopia digitale in cui a governare sono "esclusivamente dagli internauti". "Governi del mondo industriale, in nome del futuro chiedo a voi del passato di lasciarci soli - scriveva -. Non siete i benvenuti tra noi. Non avete sovranità dove ci riuniamo".

Ma lui che diceva di venire dal cyberspazio, il "nuovo luogo della Mente", non era un ingenuo tecno utopista, precisa Cohn. Sapeva che la tecnologia può essere utilizzata tanto per il male che per il bene. Ma ha deciso scientemente di concentrarsi su quest'ultimo. E per questo ha battagliato 
per fare del web "un mondo a cui chiunque può accedere, senza privilegi di sorta o pregiudizi", come si legge sempre nella "Dichiarazione d'indipendenza". "Un mondo dove chiunque, ovunque, può esprimere le proprie convinzioni, non importa quanto singolari, senza paura di essere costretto al silenzio o al conformismo". Questa è la sua eredità da custodire.  

https://www.repubblica.it/tecnologia/2018/02/08/news/addio_a_john_perry_barlow_pioniere_del_web_e_paroliere_del_greatful_dead-188335989/

Costanzo71

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