sabato 20 febbraio 2021

John Lennon, la storia dietro l'ultima fotografia prima di essere ucciso

 


È risaputo che a uccidere Lennon fu un suo fan. Un po' meno conosciuta, invece, è la storia dell'altro ammiratore, quello che, in un unico scatto, immortalò vittima e assassino

John Lennon e Yoko Hono in Hyde Park, 1975 

La notte dell’8 dicembre 1980, John Lennon viene ucciso con quattro colpi di revolver, di fronte al Dakota Building di New York (l’edificio che, in quegli anni, ospita lui e la moglie Yoko Ono). Subito dopo la sua morte, un’inquietante foto fa il giro dei quotidiani, è tra le ultime che gli sono state scattate e - qui il macabro dettaglio - lo ritrae proprio mentre firma un autografo al suo killer, Mark David Chapman. Dietro l’ormai famoso obiettivo, quel giorno, non c’è un passante qualunque con in mano uno smartphone - allora nemmeno esistevano - c’è Paul Goresh con la sua Minolta XG1. 

Chi è Paul Goresh?

Paul Goresh è un fotografo dilettante del New Jersey. Ha 21 anni quando immortalail suo idolo per l’ultima volta. Lui e Chapman hanno qualcosa che li accomuna: sono entrambi ossessionati da Lennon
Anche Goresh infatti è più di un semplice fan: oggi lo definiremmo «stalker». Ben prima di quel fatidico giorno, tenta, più volte, anche in maniera ingegnosa, di intrufolarsi nel Dakota e incontrare il suo mito. Pur di trovarsi faccia a faccia con lui, nel febbraio del 1979, si finge addirittura tecnico Tv. «Mostrai al portiere un servizio d’ordine fasullo, in cui avevo scritto soltanto “J. Lennon”», ha raccontato anni dopo, «volevo agire come se fossi totalmente ignaro di chi abitasse quell'appartamento». Coincidenza vuole che John abbia davvero qualche problema con il videoregistratore, quel giorno, e Goresh riesce a entrare. Si ritrova faccia a faccia con il suo beniamino, ma non è soddisfatto: deve andarsene senza autografo e senza avergli scattato nemmeno una foto. Non demorde, tenterà svariate volte di approcciarlo per strada e di fotografarlo di nascosto, senza riuscirci. La cosa curiosa, però, è che Lennon finirà per prenderlo in simpatia.

Da stalker a fotografo ufficiale  

Tanto che, di lì a poco, decide di invitare proprio quel fan insistente a uno shooting con un fotografo professionista. Lennon ha organizzato il suo ritorno sulla scena musicale, dopo una lunghissima pausa e vuole farlo in grande stile. Proprio in quell'occasione, a Paul viene concesso di scattare il dietro le quinte. Con i suoi scatti informali, diventa il reporter personale di John Lennon, colui che fermerà su pellicola la quotidianità dell'ex Beatle e, senza saperlo, si ritroverà a fotografarlo anche insieme al suo uccisore. In seguito, Yoko sceglierà una delle sue foto come copertina di Watching the Wheels, uscito postumo. «Sono così orgoglioso! Ci sono soltanto 5 nomi su quel disco, uno è il mio».

 

L'incontro con Chapman

Quel nefasto 8 dicembre, Goresh viene a sua volta importunato da Chapman: «Venne da me e mi disse: “Mi faresti una foto?”. Teneva Double Fantasy nel braccio sinistro e sorrideva. “Perché dovrei fare una foto a te?, risposi, “Io sono qui per John». Alla fine Paul scatta comunque. L’inquadratura è strettissima, Lennon sta firmando la copertina dell’album e sullo sfondo, leggermente sfocato, c’è Chapman. «Stavo ritraendo John e cercavo di buttar fuori quel tizio (Chapman) dall’inquadratura», continua Goresh, «Era stato così molesto quel giorno, che feci davvero di tutto per eliminarlo dalla foto. Non ci riuscii e fu la mia fortuna».

Uno scatto da 10 mila dollari

Dal Daily News vengono a sapere di quegli scatti e mandano addirittura una limousine a prendere Goresh e la sua macchina fotografica naturalmente, con la pellicola di quel giorno non ancora sviluppata. Compreranno la foto Lennon Chapman per 10 mila dollari, ma Goresh ne conserverà i diritti. Oltre al negativo in una cassetta di sicurezza. Anche Yoko Ono, successivamente, si farà dare da Paul alcune foto per il documentario Imagine: John Lennon.

Il rimpianto di un fan

Quattrini a parte, non si può dire che la storia sia stata particolarmente gentile con Paul. Anche lui, un po’ come Lennon, non è riuscito a invecchiare - se n’è andato nel 2018, a 58 anni - e sarà per sempre ricordato come il fotografo che ha immortalato l’assassino del suo mito. 
«Nessuno di noi si era reso conto che Chapman fosse pericoloso», ripeteva spesso, quando gli chiedevano di raccontare di quel giorno, «aveva l’aria del ragazzino che viene preso in giro dai compagni nel cortile della scuola. Avrei potuto mandarlo a terra in un attimo, metterlo ko con un pugno sulla mascella, così non avrebbe fatto alcun danno. John non mi doveva nulla, ma era un uomo speciale. Si è preso la briga di interessarsi un po’ a me e non lo scorderò mai».

https://www.gqitalia.it/show/article/john-lennon-morte-ultima-foto

Costanzo71

 

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