La giornalista aveva 94 anni. Per 60
ha documentato le conquiste degli "Ottomila", diventando l'archivio
ufficioso dell'alpinmismo nepalese. Messner: "La nostra massima istanza:
se dopo una scalata non la documentavi a lei, avevi qualcosa da
nascondere"
La chiamavano la Sherlock Holmes dell'Himalaya,. o semplicemente. Miss
Himalaya. È scomparsa a 94 a Katmandu, dove viveva dal 1960, Elizabeth
Hawley. Amica dei più grandi alpinisti specializzati negli Ottomila, da
Sir Edmund Hillayr a Reinhold Messner, fino a Simone Moro, era
considerata l'autorità assoluta, colei in grado di certificare o meno se
uno scalatore avesse effettivamente raggiunto la vetta di una delle
vette himalaiane. È stata lei a realizzare l'Himalayan Database, la più
grande raccolta dati su quanto è avvenuto sulle montagne dell'area, di
fatto l'archivio ufficioso-semiufficiale dell'alpinismo nepalese: nel
suo ufficio, nel centro di Katmandu, custodiva informazioni sulle
spedizioni che sono state impegnate sulle montagne più alte della Terra.
La notizia della morte, causata da una grave polmonite, è stata data oggi dal ministero della cultura nepalese. Hawley era ricoverata da una settimana in un ospedale di Katmandu.
.
Originaria di Chicago e laureatasi all'università del Michigan, viveva in Nepal dal 1960 dove era giunta come giornalista (Fortune magazine, United Press, Guardian) occupandosi soprattutto di politica e società. Nel 1963 fu chiamata dalla Reuters per seguire la spedizione statunitense all'Everest. "Prima di montagna non sapevo nulla - diceva - preferivo il mare e la spiaggia. Ho dovuto imparare tutto". Da allora è diventata l'archivio vivente di tutto ciò che accade sopra quota 8.000 metri, pur non avendo mai arrampicato.
"Miss Hawley è stata la massima istanza per noi alpinisti. Chi dopo una spedizione non si presentava da lei, per documentare l'imprese, dava subito l'idea di avere qualcosa da nascondere - è il ricordo di Reinhold Messner, il re degli Ottomila che la giornalista americana ha più volte dichiarato nella sua esistenza il più grande di tutti. - Il suo archivio era il più completo. Con grande professionalità e precisione sentiva gli alpinisti e gli sherpa e documentava ogni singola impresa. "Era una grande giornalista con una grande memoria ma anche con molta ironia".
La sua fama nel mondo dell'alpinismo era tale che nel 2008 il francese François Damilano, dopo aver scalato il Putha Hiunchuli (7.242 metri), aveva ripreso a salire su un fianco della montagna raggiungendo un picco a 6.182 metri, da lui ribattezzato Peak Hawley. Jeevan Shestham che ha lavorato per anni con lei per la costituzione dell'Himalayan Database, ha dichiarato al quotidiano The Himalayan Times che la famiglia è stata avvertita del decesso, ma che non c'è ancora una decisione su un eventuale rimpatrio della salma negli Stati Uniti od una sepoltura in Nepal.
La notizia della morte, causata da una grave polmonite, è stata data oggi dal ministero della cultura nepalese. Hawley era ricoverata da una settimana in un ospedale di Katmandu.
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Originaria di Chicago e laureatasi all'università del Michigan, viveva in Nepal dal 1960 dove era giunta come giornalista (Fortune magazine, United Press, Guardian) occupandosi soprattutto di politica e società. Nel 1963 fu chiamata dalla Reuters per seguire la spedizione statunitense all'Everest. "Prima di montagna non sapevo nulla - diceva - preferivo il mare e la spiaggia. Ho dovuto imparare tutto". Da allora è diventata l'archivio vivente di tutto ciò che accade sopra quota 8.000 metri, pur non avendo mai arrampicato.
"Miss Hawley è stata la massima istanza per noi alpinisti. Chi dopo una spedizione non si presentava da lei, per documentare l'imprese, dava subito l'idea di avere qualcosa da nascondere - è il ricordo di Reinhold Messner, il re degli Ottomila che la giornalista americana ha più volte dichiarato nella sua esistenza il più grande di tutti. - Il suo archivio era il più completo. Con grande professionalità e precisione sentiva gli alpinisti e gli sherpa e documentava ogni singola impresa. "Era una grande giornalista con una grande memoria ma anche con molta ironia".
La sua fama nel mondo dell'alpinismo era tale che nel 2008 il francese François Damilano, dopo aver scalato il Putha Hiunchuli (7.242 metri), aveva ripreso a salire su un fianco della montagna raggiungendo un picco a 6.182 metri, da lui ribattezzato Peak Hawley. Jeevan Shestham che ha lavorato per anni con lei per la costituzione dell'Himalayan Database, ha dichiarato al quotidiano The Himalayan Times che la famiglia è stata avvertita del decesso, ma che non c'è ancora una decisione su un eventuale rimpatrio della salma negli Stati Uniti od una sepoltura in Nepal.
https://www.repubblica.it/viaggi/2018/01/26/news/nepal_e_morta_elizabeth_hawley_la_massima_cronista_dell_himalaya-187346180/
Costanzo71
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