Addio a Cesare Maestri: la leggenda dell'alpinismo
dolomitico si è spento, all'età di 91 anni. Ad annunciarene la morte è
stato il figlio Gianluigi, con un post su Facebook: «Questa volta - ha
scritto - Cesare ha firmato il libro di vetta della scalata sulla sua
vita.
Un abbraccio forte a chi gli ha voluto bene».
Il celebre alpinista trentino
è morto dopo essere stato ricoverato in ospedale a Tione ieri sera, in
seguito all'aggravarsi delle sue condizioi di salute, che da tempo erano
precarie.
Il figlio Gianluigi ha
annunciato anche che non si terranno funerali pubblici (solo una
cerimonia privata), ma si programmerà per l'estate una grande festa
dedicata a Cesare Maestri.
Cesare Maestri era nato a Trento il 2 ottobre 1929 e giovanissimo,
nel 1944-45, partecipò al movimento di Liberazione con un gruppo di
partigiani comunisti.
Finita la guerra studiò due anni storia dell'arte a Roma partecipando nche all'attività politica nel Pci.
Al rientro in Trentino, il
diciottenne Maestri, che nel 1952 diventerà guida alpina, avvia la sua
storica e lunga sfida con le pareti verticali, che lo porterà ad aprire
nuove vie sulle Dolomiti.
Nel 1951, l'epica solitaria sulla via Detassis-Giordani al Croz dell'Altissimo e la discesa della Paganella.
Una pagina centrale riguarda le ascese del
Ragno sul durissmo
Cerro Torre, in Patagonia.
Fu Cesarino Fava, emigrato a
Buenos Aires, ad invitare Cesare Maestri in Argentina dove quel «grido
di roccia» avrebbe costituito «pane per i tuoi denti».
Nel 1957 la superspedizione trentina guidata da Bruno Detassis che giunse ai piedi del Cerro ma non lo affrontò.
Con Maestri che morse il freno e fu preso dalla voglia assoluta di prendere quella cima.
Negli ultimi giorni
del '58 il ritorno in Patagonia e all'inizio del '59 l'ascesa col
ghiacciatore altoatesino Toni Egger e lo stesso Fava. L'arrivo in vetta sul Cerro Torre, spiegò Maestri.
Poi Egger che precipitò
portando con sé la macchina fotografica che avrebbe potuto dimostrare la
conquista della vetta. Tema, quest'ultima, della polemica sollevata da
Reinhold Messner, secondo il quale l'alpinista trentino si fermò prima
della sommità del Cerro: una ricostruzione contestata da molti, che non
hanno dubbi sulla veridicità di quanto
ha sempre ricordato e ripetuto il Ragno, fino a stancarsi di replicare alla celebrità sudtirolese.
Nel
1970 Maestri ed altri (tra cui Ezio Alimonta ) ripartirono per il
Torre, che Cesare conquistò usando un compressore di 150 chili col quale
attrezzò 350 metri di parete con chiodi ad espansione. Solo roccia,
stavolta, senza risalire il fungo di ghiaccio che ricopriva la vetta in
quanto quella parte sommitale, che si modifica nel corso delle nevicate,
«non fa parte veramente della montagna».
Ma Patagonia a parte, Cesare Maestri ha sfidato un'infinità di altre
pareti ostili, anche da quasi sett'antenne, nel 1998, quando tornò sulla
via Maestri-Alimonta alla Rocca di San Leo.
Quattro anni più tardi promosse e partecipò (salvo alle fasi finali perché bloccato da un temporaneo malore) la spedizione "A 8000 for peace", sullo Shishapangma, con Sergio Martini e Fausto De Stefani.
Le scalate portate a termine da Cesare Maestri sono oltre 3.500,
un terzo delle quali in solitaria. Fra le sue vette, solo per
menzionare qualche esempio, lo spigolo nord del Cimon della Pala in
prima solitaria invernale (1956); la traversata dalla Cima d'Ambièz alla Bocca del Tuckett concatenando in solitaria 16 cime della catena centrale in meno di 24 ore (1954); la via delle Guide al Crozzon di Brenta in discesa (1956); la via Soldà al Pilastro sud della Marmolada di Penia (1953); la via Micheluzzi al Piz Ciavazes (1956); le nuove vie aperte tra il 1964 ed il 1966 in Brenta su Cima Grostè, Cima Campiglio, Cima Massari.
https://www.ladige.it/news/cronaca/2021/01/19/addio-cesare-maestri-leggenda-dellalpinismo-si-spento-91-anni-lannuncio
Previti71
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