venerdì 4 ottobre 2013

Renzo Arbore, il web è il mio futuro

''Sanremo? Direzione artistica non fa per me, via dal festival cantanti dei talent show''


  Renzo Arbore

 Renzo Arbore (C) e la sua Orchestra Italiana

 Renzo Arbore

  Renzo Arbore presenta il libro di Adriano Aragozzini (s) 'Enciclopedia del Festival di Sanremo'

 Da sinistra: Adriano Aragozzini, Renzo Arbore, Simona Agnes e Giampaolo Letta durante la presentazione del libro di Aragozzini 'Enciclopedia del Festival di Sanremo'

 Renzo Arbore


di Giorgiana Cristalli
''Quando ho scoperto il web pensavo che navigando si potesse anche affogare. Ora invece sono convinto che sia un dono della provvidenza'': Renzo Arbore si racconta in un'intervista video ad ANSA.IT e rivela che internet è il mezzo su cui ha trasferito il suo futuro professionale. Parla anche di Sanremo e dice: ''La mission del festival non sia riciclare i cantanti dai talent''.
Non c'è più la tv nei suoi programmi, e neanche Sanremo, affrontato anche in gara, nell''86, con una performance ironica e allusiva, 'Il clarinetto', che conquistò sul podio del festival il secondo posto (primo Eros Ramazzotti con 'Adesso tu' ndr). La kermesse più ambita ''ha bisogno di gente bravissima come Pippo Baudo e Fabio Fazio, ma non fa per me, che mi sentirei torturato nel ruolo di direttore artistico'', spiega il poliedrico showman, che ha più volte rifiutato questa proposta. ''Non è un ruolo che mi riguarda - dice con umiltà -, è una cosa complicatissima''.
Le sue energie sono rivolte al Renzo Arbore Channel ''con materiale antologico ma anche cose inedite''. Scoprire il web, imparare a cliccare, ad orientarsi, a navigare, non è stato facile - ammette - per un uomo ''non più giovanissimo'', che ha compiuto a luglio 76 anni. Ma la sfida, dice con entusiasmo, ''è molto stimolante e certamente non mi fa ripetere le cose già fatte''. Un'avventura anche ''divertente'', spiega Arbore, che considera il web ''il futuro, la libertà, un luogo senza l'angoscia dell'auditel''.
Coerentemente con le sue scelte, ribadisce: ''Amo le nicchie. Non voglio raggiungere ad ogni costo una grande quantità di spettatori, preferisco l'altra tv'''. E' proprio la ricerca quasi ossessiva dell'originalità e del bello che ha spinto più volte Arbore a rifiutare la direzione artistica di Sanremo. ''Da me - dice - la gente si aspetta soltanto la qualità. A me non interessa l'auditel, ma che le canzoni siano indicative del meglio che si può produrre nel nostro Paese perché - aggiunge - la musica popolare italiana è spesso sottovalutata, ma è stata la più creativa del '900''. Sanremo - spiega ancora Arbore, autore della prefazione dell'Enciclopedia del Festival di Sanremo di Adriano Aragozzini (Ed. Rai Eri) - ''mi piace ancora, anche se ci sono stati anni nei quali non mi piaceva più perche' le canzoni non erano scelte con passione''. Brani inizialmente sottovalutati sono poi esplosi in tutta la loro potenza: ''da 'E se domani' e 'Ancora' a 'La voce del silenzio''', per citarne solo alcune. In anni recenti, invece, è stato colpito dal ''rivoluzionario'' Simone Cristicchi e dall'ironia di Elio e le Storie Tese.
Un suo cruccio, spiega, è la prepotente virata che il cast dei big del festival ha fatto verso i talent show come Amici e X Factor. ''Credo che la mission del Festival non sia riciclare i cantanti dei talent, anche se spesso di grande personalità, ma lanciare nuovi artisti come è stato - conclude -, attraverso Sanremo Giovani, per personaggi come Giorgia ed Eros Ramazzotti''.

(ANSA)

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