Guppy90
24-06-2004, 14:09
Gentile On. Gabriella Carlucci,
sono un ragazzo di 14 anni. Da quando avevo 8 anni sono stato avvicinato al mondo dei computer, fin da subito ho incominciato a navigare in internet, prima con un modem 19K poi sono passato al 54K, poi all'ISDN 128K, poi all'ADSL 256K e ora sono con l'adsl 640K...possiamo dire che ho "assistito" alla crescita e alla rivoluzione che in questi pochi anni ha influenzato il mondo tecnologico ed internet.
ho potuto riscontrare che la rete è un vero e proprio mondo a parte, un mondo astratto, dove la libertà è tutto, dove la letteratura, la filosofia, la cultura in generale si riversa creando questo grandissimo fiume con mille affluenti e mille sbocchi chiamato Internet. internet è l'opposto alla censura, in rete puoi trovare di tutto e soprattutto da ogni punto di vista, puoi trovare quello che i mass media hanno filtrato o nascosto alla gente. Credo che la rete sia la migliore fonte di informazione, e forse addirittura di istruzione. sono convinto che ho imparato molte più cose in questi 5 anni in cui mi sono immerso nella rete che da quando vado a scuola, una scuola che non funziona, una scuola corrotta, una scuola con mille difetti e mille problemi, una scuola da cambiare, ma forse tutti questi aggettivi possono essere evitati e sottointesi sotto un'unica espressione: la scuola italiana. Una scuola dove i proff e le proff insegnano in base ai propri interessi, e in base alla loro opinione politica.
In internet ho avuto modo di conoscere gente, organizzazioni, gruppi di scambio, e arte, storia, geografia e molto più di quello che si può pensare. Ho fatto nuove amicizie, ho scambiato idee ed opinioni, e soprattutto ho avuto modo di dialogare con persone adulte, di ogni età, attraverso chat o forum o qualsiasi altro mezzo che la rete ci offre. Ho avuto modo di parlare di ogni cosa: dalla letteratura, alla filosofia, al pensiero libero, all’open source, al free software, e infine di politica. Ho intuito che dietro dei semplici nickname o alias, come li vuole chiamare Lei, si riscoprono personalità degne di un futuro migliore, persone che hanno conoscenze immense e non solo a livello informatico. Posso dire che molto di questo lo devo al Peer To Peer, un mondo parallelo a quello reale, dove le informazioni girano con una velocità impressionante. il peer to peer, un motore sempre acceso, impossibile da fermare, in cui la libertà regna e dà la forza di andare avanti, un mondo dove i dati girano tra un modem all’altro, tra router, servers e dns vari senza mai essere filtrati.
Attraverso il peer to peer ho avuto modo di scaricare film e mp3, non solo per il puro divertimento o intrattenimento ma per la mia seta di conoscenza, la mia voglia di sapere, di essere al corrente di ciò che succede qui e nel resto del mondo. Ma attraverso il peer to peer non ho solo scaricato film o musica illegalmente; ho scaricato guide ed anche E-book ossia i libri che trovi in libreria a 15 euro, e che invece nel peer to peer è libero, free, gratuito! La cultura non deve avere prezzo, ma la società moderna ha trovato un modo per trarre profitto anche attraverso di essa. Una società ingiusta che tutela solo i diritti dei ricchi e delle multinazionali.
Ed ora il Ministro ai Beni Culturali Giuliano Urbani ha emanato questo Decreto legge, a mio parere insensato. Un decreto legge che protegge gli interessi delle grandi multinazionali discografiche ma soprattutto cinematografiche, e che multa, processa, umilia la comunità del peer to peer. Che punta all’eliminazione del peer to peer, lo colpisce al cuore, aprendogli una ferita che probabilmente non si riuscirà mai a chiudere.
Un d.l. che vieta di scaricare qualsiasi tipo di file tramite i circuiti peer to peer. Un provvedimento che ha portato all’aumento delle tasse sui masterizzatori cd e masterizzatori DVD. Un decreto che ha portato solo ad un vero e proprio conflitto tra i gruppi politici e il popolo della rete , che ora non trova più la stessa fiducia che aveva prima nei partiti politico; Che ha creato terrore e scatenato mille rivolte che si sono manifestate in rete e non. Ed ora che non potrò più usare la mia connessione a banda larga per calmare quella mia sete di conoscienza, sono fiero e contento di dire che la userò per i netstrike.
I Netstrike, la sola forma di protesta “legale”, efficace, ma anche ingiusta.
Trova giusto che nel 2004, in una società moderna come questa si debba pagare per poter calmare la propria sete di conoscenza perché magari un ministro deve puntare ai propri interessi?
La inviterei oltre che a rispondere ai miei quesiti anche di commentare quanto sopra ho scritto.
Mi scuso per eventuali scorrettezze grammaticali ma spero mi possa capire e le ricordo che ho solo 14 anni...
Un Ulisse Dantesco
sono un ragazzo di 14 anni. Da quando avevo 8 anni sono stato avvicinato al mondo dei computer, fin da subito ho incominciato a navigare in internet, prima con un modem 19K poi sono passato al 54K, poi all'ISDN 128K, poi all'ADSL 256K e ora sono con l'adsl 640K...possiamo dire che ho "assistito" alla crescita e alla rivoluzione che in questi pochi anni ha influenzato il mondo tecnologico ed internet.
ho potuto riscontrare che la rete è un vero e proprio mondo a parte, un mondo astratto, dove la libertà è tutto, dove la letteratura, la filosofia, la cultura in generale si riversa creando questo grandissimo fiume con mille affluenti e mille sbocchi chiamato Internet. internet è l'opposto alla censura, in rete puoi trovare di tutto e soprattutto da ogni punto di vista, puoi trovare quello che i mass media hanno filtrato o nascosto alla gente. Credo che la rete sia la migliore fonte di informazione, e forse addirittura di istruzione. sono convinto che ho imparato molte più cose in questi 5 anni in cui mi sono immerso nella rete che da quando vado a scuola, una scuola che non funziona, una scuola corrotta, una scuola con mille difetti e mille problemi, una scuola da cambiare, ma forse tutti questi aggettivi possono essere evitati e sottointesi sotto un'unica espressione: la scuola italiana. Una scuola dove i proff e le proff insegnano in base ai propri interessi, e in base alla loro opinione politica.
In internet ho avuto modo di conoscere gente, organizzazioni, gruppi di scambio, e arte, storia, geografia e molto più di quello che si può pensare. Ho fatto nuove amicizie, ho scambiato idee ed opinioni, e soprattutto ho avuto modo di dialogare con persone adulte, di ogni età, attraverso chat o forum o qualsiasi altro mezzo che la rete ci offre. Ho avuto modo di parlare di ogni cosa: dalla letteratura, alla filosofia, al pensiero libero, all’open source, al free software, e infine di politica. Ho intuito che dietro dei semplici nickname o alias, come li vuole chiamare Lei, si riscoprono personalità degne di un futuro migliore, persone che hanno conoscenze immense e non solo a livello informatico. Posso dire che molto di questo lo devo al Peer To Peer, un mondo parallelo a quello reale, dove le informazioni girano con una velocità impressionante. il peer to peer, un motore sempre acceso, impossibile da fermare, in cui la libertà regna e dà la forza di andare avanti, un mondo dove i dati girano tra un modem all’altro, tra router, servers e dns vari senza mai essere filtrati.
Attraverso il peer to peer ho avuto modo di scaricare film e mp3, non solo per il puro divertimento o intrattenimento ma per la mia seta di conoscenza, la mia voglia di sapere, di essere al corrente di ciò che succede qui e nel resto del mondo. Ma attraverso il peer to peer non ho solo scaricato film o musica illegalmente; ho scaricato guide ed anche E-book ossia i libri che trovi in libreria a 15 euro, e che invece nel peer to peer è libero, free, gratuito! La cultura non deve avere prezzo, ma la società moderna ha trovato un modo per trarre profitto anche attraverso di essa. Una società ingiusta che tutela solo i diritti dei ricchi e delle multinazionali.
Ed ora il Ministro ai Beni Culturali Giuliano Urbani ha emanato questo Decreto legge, a mio parere insensato. Un decreto legge che protegge gli interessi delle grandi multinazionali discografiche ma soprattutto cinematografiche, e che multa, processa, umilia la comunità del peer to peer. Che punta all’eliminazione del peer to peer, lo colpisce al cuore, aprendogli una ferita che probabilmente non si riuscirà mai a chiudere.
Un d.l. che vieta di scaricare qualsiasi tipo di file tramite i circuiti peer to peer. Un provvedimento che ha portato all’aumento delle tasse sui masterizzatori cd e masterizzatori DVD. Un decreto che ha portato solo ad un vero e proprio conflitto tra i gruppi politici e il popolo della rete , che ora non trova più la stessa fiducia che aveva prima nei partiti politico; Che ha creato terrore e scatenato mille rivolte che si sono manifestate in rete e non. Ed ora che non potrò più usare la mia connessione a banda larga per calmare quella mia sete di conoscienza, sono fiero e contento di dire che la userò per i netstrike.
I Netstrike, la sola forma di protesta “legale”, efficace, ma anche ingiusta.
Trova giusto che nel 2004, in una società moderna come questa si debba pagare per poter calmare la propria sete di conoscenza perché magari un ministro deve puntare ai propri interessi?
La inviterei oltre che a rispondere ai miei quesiti anche di commentare quanto sopra ho scritto.
Mi scuso per eventuali scorrettezze grammaticali ma spero mi possa capire e le ricordo che ho solo 14 anni...
Un Ulisse Dantesco
Gabriella Carlucci
11-07-2004, 22:46
Egr. Ulisse,
anch'io le ricordo che lei ha solo 14 anni....
Ciò detto, sono contenta che lei soddisfi la sua sete di novità, di cultura, di conoscenza attraverso Internet. MA questo non deve avvenire senza regola alcuna, come lei vorrebbe. Dire che la cultura non deve aver prezzo è assurdo, chi scriverebbe se così fosse? Chi farebbe ricerca per fare cultura? E' assurdo, oltreché iniquo. E' giusto che le opere dell'intelletto vengano tutelate nel modo adeguato. Dove invece si può e si deve discutere è nel modo di fruire delle opere dell'ingengo e nel prezzo da pagare. A mio avviso sono questi i due punti sui quali ci si dovrebbe concentrare, per non produrre leggi controproducenti che si rivelano freni allo sviluppo della tecnologia, della cultura e, in ultima analisi, della libertà. Ma, ripeto, la libertà non deve essere confusa con l'anarchia che è ben altra cosa e, a mio avviso, può essere discussa solo in quanto utopia.
In conclusione, le auguro di continuare a soddisfare la sua curiosità del mondo in modo legale, con una normativa equa, attuabile e che tenga conto dello sviluppo delle tecnologie.
Un saluto
On. Gabriella Carlucci
anch'io le ricordo che lei ha solo 14 anni....
Ciò detto, sono contenta che lei soddisfi la sua sete di novità, di cultura, di conoscenza attraverso Internet. MA questo non deve avvenire senza regola alcuna, come lei vorrebbe. Dire che la cultura non deve aver prezzo è assurdo, chi scriverebbe se così fosse? Chi farebbe ricerca per fare cultura? E' assurdo, oltreché iniquo. E' giusto che le opere dell'intelletto vengano tutelate nel modo adeguato. Dove invece si può e si deve discutere è nel modo di fruire delle opere dell'ingengo e nel prezzo da pagare. A mio avviso sono questi i due punti sui quali ci si dovrebbe concentrare, per non produrre leggi controproducenti che si rivelano freni allo sviluppo della tecnologia, della cultura e, in ultima analisi, della libertà. Ma, ripeto, la libertà non deve essere confusa con l'anarchia che è ben altra cosa e, a mio avviso, può essere discussa solo in quanto utopia.
In conclusione, le auguro di continuare a soddisfare la sua curiosità del mondo in modo legale, con una normativa equa, attuabile e che tenga conto dello sviluppo delle tecnologie.
Un saluto
On. Gabriella Carlucci
SwiftSilentDeadly
16-07-2004, 15:20
Gentile.On.Carlucci.
Non condivido assolutamente, il fatto che la "Cultura debba avere un prezzo".
La Cultura dev'essere accessibile a chiunque dato che la cultura a mio parere permette alla Societa' ed al singolo Individuo di "crescere" e progredire.
Se parliamo di "E-book" affrontiamo una tematica che puo' essere discussa su un piano di regolamentazione(partendo dal presupposto che comunque 15€ per un libro mi sembrano tantini..ma possiamo variare da caso a caso e da libro a libro) che verta nel non danneggiare chi lavora(estendibile anche allo "scoppio della bomba" innescato dal caso Mp3,Avi,Mpg etc..).
Questo puo' essere discusso(come lei stessa ha giustamente ammesso)...sempre a patto che la tutela di queste opere, subisca un adeguamento che sia biunivoco e quindi:
Sia a vantaggio degli artisti/scrittori etc, sia a vantaggio di chi desidera usufruirne in termini di prezzo e reperibilita'.
Anzi....a dirla tutta per come la vedo io, doveva essere discusso PRIMA dalla parte politica, dell'emanazione di un Decreto.
Non sarebbe stato sbagliatissimo chiedere il parere a noi Utenti, che viceversa siamo stati trattati solo come "pirati".
Se parliamo della possibilita' di autoerudirsi, informarsi ed informatizzarsi studiando su siti dove amatorialmente(e gratuitamente) vengono messe a disposizione conoscenze da utenti esperti in una particolare materia che e' loro specialita' lavorativa o di ricerca propria, allora NON esiste spazio di discussione per quel che mi riguarda.
Chi mette a disposizione la propria conoscenza ed il proprio pensiero, confrontandosi con altri Utenti, arricchisce se stesso ed arricchisce l'intera Comunita' della Rete.
Questa ad esempio, e' gente che scrive e ricerca e lo
fa' mettendo a disposizione il proprio lavoro a beneficio di altri...e non e' affatto assurdo, anzi e' stato ed e' estremamente costruttivo.
Rimane poi il punto di documenti che sono praticamente introvabili perche' effettivamente censurati o non trasmessi.
Volenti o nolenti, anche questa Libertarieta' appartiene alla Cultura, essendo informazione/controinformazione, perche' permette a chiunque(soggettivamente ed analiticamente) di crearsi proprie idee, rafforzarle o rivederle.
Da qui possiamo sviluppare il discorso, anche come valenza professionale:
Personalmente io ho imparato molte piu' nozioni in campo informatico su i vari Forum (che sono stati "attaccati" dal Decreto Urbani dal famigerato "bollino blu")che frequento, sia in ambito software che hardware, rispetto ai meravigliosi corsi professionali gratuiti offerti dalla Regione, tramite il contributo Europeo, dove il "massimo" dell'insegnamento, verteva su "come si accende e spegne il "P.C", "come creare una Nuova Cartella sul desktop" e "utilizzo di Office".
Per "liberta' " ed "anarchia" (rimanendo unicamente in questo contesto informatico) dovreste spiegarci cosa intendete con questi due concetti....
Nel Decreto che e' stato emanato, non ho visto nessuna traccia di liberta', ma unicamente minacce.
Quindi prima di approfondire l'argomento, attendo una Sua risposta.
Io come Guppy e tutti gli altri Utenti della Rete, abbiamo ampiamente contribuito alla crescita tecnologica, in quanto consumatori, aumentando i parametri delle nostre "macchine":
Schede madri, preocessori, schede video, memorie di massa magnetiche/elettroniche, lettori cd/dvd, masterizzatori, controller, software vari, abbonamenti a linee veloci, sono una bella spesa,
e per mantenere i "range" che l'informatica impone dato il suo continuo sviluppo(coniugata a passioni individuali che spaziano dal Ludico al Tecnico)
presuppongono un notevole "investimento" nel campo stesso dei nostri guadagni.
Tassando i supporti vergini ed i masterizzatori come sorta di "rappresaglia" alla pirateria ai nostri danni, rischiate di ottenere l'effetto contrario e di incrementare la pirateria stessa(quella Vera, dove gente truffa, ruba e specula in modo criminale).
Per concludere, io di anni ne ho 31, ma mi ricordo che quando ne avevo 14 come Guppy, una simile fonte di cultura, di dibattito e di possibilita' di autodeterminazione, nemmeno me la sognavo.
Mi scuso per la lunghezza del post e colgo l'occasione per darle il benvenuto in Rete, se ancora non l'ho fatto.
Distinti saluti e un sincero plauso per la Sua disponibilita' a dibattere con noi Utenti.
A presto.
Non condivido assolutamente, il fatto che la "Cultura debba avere un prezzo".
La Cultura dev'essere accessibile a chiunque dato che la cultura a mio parere permette alla Societa' ed al singolo Individuo di "crescere" e progredire.
Se parliamo di "E-book" affrontiamo una tematica che puo' essere discussa su un piano di regolamentazione(partendo dal presupposto che comunque 15€ per un libro mi sembrano tantini..ma possiamo variare da caso a caso e da libro a libro) che verta nel non danneggiare chi lavora(estendibile anche allo "scoppio della bomba" innescato dal caso Mp3,Avi,Mpg etc..).
Questo puo' essere discusso(come lei stessa ha giustamente ammesso)...sempre a patto che la tutela di queste opere, subisca un adeguamento che sia biunivoco e quindi:
Sia a vantaggio degli artisti/scrittori etc, sia a vantaggio di chi desidera usufruirne in termini di prezzo e reperibilita'.
Anzi....a dirla tutta per come la vedo io, doveva essere discusso PRIMA dalla parte politica, dell'emanazione di un Decreto.
Non sarebbe stato sbagliatissimo chiedere il parere a noi Utenti, che viceversa siamo stati trattati solo come "pirati".
Se parliamo della possibilita' di autoerudirsi, informarsi ed informatizzarsi studiando su siti dove amatorialmente(e gratuitamente) vengono messe a disposizione conoscenze da utenti esperti in una particolare materia che e' loro specialita' lavorativa o di ricerca propria, allora NON esiste spazio di discussione per quel che mi riguarda.
Chi mette a disposizione la propria conoscenza ed il proprio pensiero, confrontandosi con altri Utenti, arricchisce se stesso ed arricchisce l'intera Comunita' della Rete.
Questa ad esempio, e' gente che scrive e ricerca e lo
fa' mettendo a disposizione il proprio lavoro a beneficio di altri...e non e' affatto assurdo, anzi e' stato ed e' estremamente costruttivo.
Rimane poi il punto di documenti che sono praticamente introvabili perche' effettivamente censurati o non trasmessi.
Volenti o nolenti, anche questa Libertarieta' appartiene alla Cultura, essendo informazione/controinformazione, perche' permette a chiunque(soggettivamente ed analiticamente) di crearsi proprie idee, rafforzarle o rivederle.
Da qui possiamo sviluppare il discorso, anche come valenza professionale:
Personalmente io ho imparato molte piu' nozioni in campo informatico su i vari Forum (che sono stati "attaccati" dal Decreto Urbani dal famigerato "bollino blu")che frequento, sia in ambito software che hardware, rispetto ai meravigliosi corsi professionali gratuiti offerti dalla Regione, tramite il contributo Europeo, dove il "massimo" dell'insegnamento, verteva su "come si accende e spegne il "P.C", "come creare una Nuova Cartella sul desktop" e "utilizzo di Office".
Per "liberta' " ed "anarchia" (rimanendo unicamente in questo contesto informatico) dovreste spiegarci cosa intendete con questi due concetti....
Nel Decreto che e' stato emanato, non ho visto nessuna traccia di liberta', ma unicamente minacce.
Quindi prima di approfondire l'argomento, attendo una Sua risposta.
Io come Guppy e tutti gli altri Utenti della Rete, abbiamo ampiamente contribuito alla crescita tecnologica, in quanto consumatori, aumentando i parametri delle nostre "macchine":
Schede madri, preocessori, schede video, memorie di massa magnetiche/elettroniche, lettori cd/dvd, masterizzatori, controller, software vari, abbonamenti a linee veloci, sono una bella spesa,
e per mantenere i "range" che l'informatica impone dato il suo continuo sviluppo(coniugata a passioni individuali che spaziano dal Ludico al Tecnico)
presuppongono un notevole "investimento" nel campo stesso dei nostri guadagni.
Tassando i supporti vergini ed i masterizzatori come sorta di "rappresaglia" alla pirateria ai nostri danni, rischiate di ottenere l'effetto contrario e di incrementare la pirateria stessa(quella Vera, dove gente truffa, ruba e specula in modo criminale).
Per concludere, io di anni ne ho 31, ma mi ricordo che quando ne avevo 14 come Guppy, una simile fonte di cultura, di dibattito e di possibilita' di autodeterminazione, nemmeno me la sognavo.
Mi scuso per la lunghezza del post e colgo l'occasione per darle il benvenuto in Rete, se ancora non l'ho fatto.
Distinti saluti e un sincero plauso per la Sua disponibilita' a dibattere con noi Utenti.
A presto.
Gabriella Carlucci
26-07-2004, 11:15
Egr. SwiftSilentDeadly,
innazitutto la ringrazio per il suo plauso che spero di poter continuare a meritare.
Devo dirle che non condivido la sua affermazione che la cultura non debba vere un prezzo. La diffusione e la creazione della cultura hanno un costo, sia industriale, che in temini di creazione. Se c'è, dunque, un costo è giusto che ci sia un prezzo da pagare. Lei crede che se non ci fosse una retribuzione per, che so, la musica, avremmo un'offerta così ampia? Si può certamente discutere sul "quantum", non c'è dubbio, ma che tutto debba essere fruibile senza alcun prezzo lo trovo. Io non credo che lei si lamenti di pagare 90 centesimi per acquistare un quotidiano, lo stesso dovrebbe valere per altre forme di diffusione della cultura. Ripeto, si può discutere sulla cifra da pagare, io stessa ho preso posizioni dure sul prezzo dei cd davvero spropositati ed anche sul prezzo del biglietto del Cinema che potrebbe essere più bsso e meglio modulabile, entrando in polemica con responsabile dell'ANEC Vacchino. Mi rendo perfettamente conto che il DL Urbani presenta alcune inconguità ed altre "assurdità", per questo abbiamo deciso di porre delle modifiche, ma, mi creda, il testo originario era davvero peggiore e, mi permetta di darmi questo merito, il mio intervento in qualità di relatrice del provvedimento in Aula ha permesso al Decreto di migliorare l'impianto complessivo dell'approccio al problema, determinando così una migliore sensibilità della classe politica alle tematiche di internet.
Un cordiale saluto
On. Gabriella Carlucci
innazitutto la ringrazio per il suo plauso che spero di poter continuare a meritare.
Devo dirle che non condivido la sua affermazione che la cultura non debba vere un prezzo. La diffusione e la creazione della cultura hanno un costo, sia industriale, che in temini di creazione. Se c'è, dunque, un costo è giusto che ci sia un prezzo da pagare. Lei crede che se non ci fosse una retribuzione per, che so, la musica, avremmo un'offerta così ampia? Si può certamente discutere sul "quantum", non c'è dubbio, ma che tutto debba essere fruibile senza alcun prezzo lo trovo. Io non credo che lei si lamenti di pagare 90 centesimi per acquistare un quotidiano, lo stesso dovrebbe valere per altre forme di diffusione della cultura. Ripeto, si può discutere sulla cifra da pagare, io stessa ho preso posizioni dure sul prezzo dei cd davvero spropositati ed anche sul prezzo del biglietto del Cinema che potrebbe essere più bsso e meglio modulabile, entrando in polemica con responsabile dell'ANEC Vacchino. Mi rendo perfettamente conto che il DL Urbani presenta alcune inconguità ed altre "assurdità", per questo abbiamo deciso di porre delle modifiche, ma, mi creda, il testo originario era davvero peggiore e, mi permetta di darmi questo merito, il mio intervento in qualità di relatrice del provvedimento in Aula ha permesso al Decreto di migliorare l'impianto complessivo dell'approccio al problema, determinando così una migliore sensibilità della classe politica alle tematiche di internet.
Un cordiale saluto
On. Gabriella Carlucci
SwiftSilentDeadly
31-07-2004, 14:36
Egr.On Carlucci
Lei scrive:
"Devo dirle che non condivido la sua affermazione che la cultura non debba avere un prezzo. La diffusione e la creazione della cultura hanno un costo, sia industriale, che in temini di creazione.Se c'è, dunque, un costo è giusto che ci sia un prezzo da pagare".Lei crede che se non ci fosse una retribuzione per, che so, la musica, avremmo un'offerta così ampia? Si può certamente discutere sul "quantum", non c'è dubbio, ma che tutto debba essere fruibile senza alcun prezzo lo trovo..."
Mantenendoci sul profilo di "produzione", mi sembra che il mio precedente "post", concordava(con riserve varie ovviamente che vanno dibattute su eventuali sviluppi futuri) con la sua affermazione:
Lo ripeto.
"Se parliamo di "E-book" affrontiamo una tematica che puo' essere discussa su un piano di regolamentazione(partendo dal presupposto che comunque 15€ per un libro mi sembrano tantini..ma possiamo variare da caso a caso e da libro a libro) che verta nel non danneggiare chi lavora(estendibile anche allo "scoppio della bomba" innescato dal caso Mp3,Avi,Mpg etc..).
Questo puo' essere discusso(come lei stessa ha giustamente ammesso)...sempre a patto che la tutela di queste opere, subisca un adeguamento che sia biunivoco e quindi:
Sia a vantaggio degli artisti/scrittori etc, sia a vantaggio di chi desidera usufruirne in termini di prezzo e reperibilita'."
Sul "principio" mi sembra dunque che eravamo d'accordo.
Lei scrive:
"Io non credo che lei si lamenti di pagare 90 centesimi per acquistare un quotidiano, lo stesso dovrebbe valere per altre forme di diffusione della cultura."
Sul prezzo dei quotidiani, mi lamento come mi lamento per tutto quello che ha subito un rincaro che NON e' stato parietico all'Euro...ma questo e' un altro discorso(che comunque influisce anche su tutto il resto).
Rimanendo sul "Topic" del problema:
Un quotidiano, costa perche' e' un "prodotto" la cui diffusione comporta costi di produzione che vanno da articoli scritti da professionisti alla composizione, stampa cartacea e distribuzione.
Un forum esistente sul "Net", NON comporta questi oneri, dato che viene "scritto" da persone che mettono a disposizione la loro conoscenza senza pretendere nulla in cambio.
La chiave e' il "bollino blu" per i siti amatoriali, che ritengo un tentativo di tassazione iniquo e liberticida.
Questo e' un sistema di informazione che garantisce a chiunque e senza costi(se non per il sito amatoriale stesso che spesso e' autosovvenzionato dagli stessi utenti o sopravvive tramite pubblicita', quindi gia' crea lavoro e ricchezza perlomeno in ambito pubblicitario), di arrichirsi culturalmente ed umanamente come ho gia' scritto prima, senza danneggiare nessuno.
Se danneggiano qualcuno...chi danneggiano?Se mi vuole chiarire questo punto le sarei grato.
Sono a conoscenza della polemica tra Lei ed il Sig.Vacchino.
Pur complimentandomi per la Sua presa di posizione, Le ricordo anch'io che senza il famigerato decreto(varato in modo estremamente frettoloso), di queste polemiche non ne sarebbero nemmeno scaturite...una volta "lanciata" la pietra decretizia, e' ovvio che tutti i responsabili che hanno interessi altissimi in gioco, pretendano che si continui per questa strada...come noi utenti continuiamo a protestare per la nostra.
Detto questo, La saluto caramente anch'io, augurandoLe buon lavoro ed un arisentirci a presto.
Massimo.
Lei scrive:
"Devo dirle che non condivido la sua affermazione che la cultura non debba avere un prezzo. La diffusione e la creazione della cultura hanno un costo, sia industriale, che in temini di creazione.Se c'è, dunque, un costo è giusto che ci sia un prezzo da pagare".Lei crede che se non ci fosse una retribuzione per, che so, la musica, avremmo un'offerta così ampia? Si può certamente discutere sul "quantum", non c'è dubbio, ma che tutto debba essere fruibile senza alcun prezzo lo trovo..."
Mantenendoci sul profilo di "produzione", mi sembra che il mio precedente "post", concordava(con riserve varie ovviamente che vanno dibattute su eventuali sviluppi futuri) con la sua affermazione:
Lo ripeto.
"Se parliamo di "E-book" affrontiamo una tematica che puo' essere discussa su un piano di regolamentazione(partendo dal presupposto che comunque 15€ per un libro mi sembrano tantini..ma possiamo variare da caso a caso e da libro a libro) che verta nel non danneggiare chi lavora(estendibile anche allo "scoppio della bomba" innescato dal caso Mp3,Avi,Mpg etc..).
Questo puo' essere discusso(come lei stessa ha giustamente ammesso)...sempre a patto che la tutela di queste opere, subisca un adeguamento che sia biunivoco e quindi:
Sia a vantaggio degli artisti/scrittori etc, sia a vantaggio di chi desidera usufruirne in termini di prezzo e reperibilita'."
Sul "principio" mi sembra dunque che eravamo d'accordo.
Lei scrive:
"Io non credo che lei si lamenti di pagare 90 centesimi per acquistare un quotidiano, lo stesso dovrebbe valere per altre forme di diffusione della cultura."
Sul prezzo dei quotidiani, mi lamento come mi lamento per tutto quello che ha subito un rincaro che NON e' stato parietico all'Euro...ma questo e' un altro discorso(che comunque influisce anche su tutto il resto).
Rimanendo sul "Topic" del problema:
Un quotidiano, costa perche' e' un "prodotto" la cui diffusione comporta costi di produzione che vanno da articoli scritti da professionisti alla composizione, stampa cartacea e distribuzione.
Un forum esistente sul "Net", NON comporta questi oneri, dato che viene "scritto" da persone che mettono a disposizione la loro conoscenza senza pretendere nulla in cambio.
La chiave e' il "bollino blu" per i siti amatoriali, che ritengo un tentativo di tassazione iniquo e liberticida.
Questo e' un sistema di informazione che garantisce a chiunque e senza costi(se non per il sito amatoriale stesso che spesso e' autosovvenzionato dagli stessi utenti o sopravvive tramite pubblicita', quindi gia' crea lavoro e ricchezza perlomeno in ambito pubblicitario), di arrichirsi culturalmente ed umanamente come ho gia' scritto prima, senza danneggiare nessuno.
Se danneggiano qualcuno...chi danneggiano?Se mi vuole chiarire questo punto le sarei grato.
Sono a conoscenza della polemica tra Lei ed il Sig.Vacchino.
Pur complimentandomi per la Sua presa di posizione, Le ricordo anch'io che senza il famigerato decreto(varato in modo estremamente frettoloso), di queste polemiche non ne sarebbero nemmeno scaturite...una volta "lanciata" la pietra decretizia, e' ovvio che tutti i responsabili che hanno interessi altissimi in gioco, pretendano che si continui per questa strada...come noi utenti continuiamo a protestare per la nostra.
Detto questo, La saluto caramente anch'io, augurandoLe buon lavoro ed un arisentirci a presto.
Massimo.
maurizius72
30-06-2005, 08:58
Ma è possibile che in Italia ci si perde sempre in parole? :mad:
Possibile che non ci siano imprenditori discografici disposti a investire sulla musica emergente ed invece mandano avanti sempre gli stessi?
Infatti al Live aid che si terrà in Italia ci saranno pochissime band di interesse internazionale, invece guardate in Inghilterra chi partecipa cacchio!
Ma la cosa che fa più ridere è che dicono che in Italia i gruppi italiani dovrebbero cantare solo in italiano, ma poi alla fine in testa alle classifiche ci sono sempre gruppi stranieri e nei negozi, nelle discoteche sempre e solo musica in inglese. Per non parlare di Elisa che i discografici ritengono irripetibbile.
Inoltre non si capisce com'è che i nostri connazionali all'estero mettono in moto spirito di adattamento e imprenditorialità tali da renderli la maggior parte delle volte, dei veri e propri fenomeni finanziari e di management, invece qui nel paese natio s'addormentano e puntano sempre e solo a ciò che è già affermato.
Ci vorrebbe un po' di sana incoscienza, un po' di coraggio e puntare in questo caso nel settore della musica, sui gruppi emergenti e seguirli renderli competitivi con l'estero, no fargli fare la canzone cometa, il classico successo di qualche mese che poi dopo tutti se ne dimenticano.
Ripeto basta vedere chi c'è al live aid in Italia, con tutto il rispetto, ma nessuno di quegli artisti può competere con quelli presenti all'Hide park di Londra e la cosa che mi fa più rabbia è che a noi italiani non manca nulla per riuscire ad esserlo.
Il mio gruppo ad esempio e lo dico anche a rischio di passare per presuntuoso, non sfigurerebbe affatto all' live aid e sarebbe competitivo anche a livello internzionale, ci manca solo qualcuno che è lungimirante e abbia lo spirito imprenditoriale di puntare finalmente su qualcosa di nuovo.
Invece no stiamo ancora appresso ai soliti noti che dalle altre parti del mondo neanche li conoscono e il bello è che poi si ha anche il coraggio di lamentarsi e fare il pianto del coccodrillo nel dire "ma com'è che l'Italia sta recedendo".
Cari politici e imprenditori fatevi un esame di coscienza se il nostro paese sta facendo la fine che è sotto gli occhi di tutti è per colpa della politica del posto fisso e della sicurezza a tutti i costi e se non fate nulla per incentivare il popolo che può investire a farlo in nuove imprese con anche qualche rischio la nostra economia non si rialzerà mai. Mannaggia averci i mezzi saprei io come investire certe risorse!
Possibile che non ci siano imprenditori discografici disposti a investire sulla musica emergente ed invece mandano avanti sempre gli stessi?
Infatti al Live aid che si terrà in Italia ci saranno pochissime band di interesse internazionale, invece guardate in Inghilterra chi partecipa cacchio!
Ma la cosa che fa più ridere è che dicono che in Italia i gruppi italiani dovrebbero cantare solo in italiano, ma poi alla fine in testa alle classifiche ci sono sempre gruppi stranieri e nei negozi, nelle discoteche sempre e solo musica in inglese. Per non parlare di Elisa che i discografici ritengono irripetibbile.
Inoltre non si capisce com'è che i nostri connazionali all'estero mettono in moto spirito di adattamento e imprenditorialità tali da renderli la maggior parte delle volte, dei veri e propri fenomeni finanziari e di management, invece qui nel paese natio s'addormentano e puntano sempre e solo a ciò che è già affermato.
Ci vorrebbe un po' di sana incoscienza, un po' di coraggio e puntare in questo caso nel settore della musica, sui gruppi emergenti e seguirli renderli competitivi con l'estero, no fargli fare la canzone cometa, il classico successo di qualche mese che poi dopo tutti se ne dimenticano.
Ripeto basta vedere chi c'è al live aid in Italia, con tutto il rispetto, ma nessuno di quegli artisti può competere con quelli presenti all'Hide park di Londra e la cosa che mi fa più rabbia è che a noi italiani non manca nulla per riuscire ad esserlo.
Il mio gruppo ad esempio e lo dico anche a rischio di passare per presuntuoso, non sfigurerebbe affatto all' live aid e sarebbe competitivo anche a livello internzionale, ci manca solo qualcuno che è lungimirante e abbia lo spirito imprenditoriale di puntare finalmente su qualcosa di nuovo.
Invece no stiamo ancora appresso ai soliti noti che dalle altre parti del mondo neanche li conoscono e il bello è che poi si ha anche il coraggio di lamentarsi e fare il pianto del coccodrillo nel dire "ma com'è che l'Italia sta recedendo".
Cari politici e imprenditori fatevi un esame di coscienza se il nostro paese sta facendo la fine che è sotto gli occhi di tutti è per colpa della politica del posto fisso e della sicurezza a tutti i costi e se non fate nulla per incentivare il popolo che può investire a farlo in nuove imprese con anche qualche rischio la nostra economia non si rialzerà mai. Mannaggia averci i mezzi saprei io come investire certe risorse!
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