martedì 1 febbraio 2022

Olavo de Carvalho, l'ideologo di estrema destra di Bolsonaro. La figlia: "Ha le mani sporche di sangue per il negazionismo sul Covid"

  

“Ha le mani sporche di sangue, ma non celebro la sua morte. Mi sento solo sollevata”. Così, con poche parole dure e cariche di rancore, la seconda figlia di Olavo de Carvalho, considerato il guru di Bolsonaro, conferma la morte del padre avvenuta lunedì scorso in un ospedale di Richmond, in Virginia. Aveva 74 anni e da una settimana era ricoverato con gravi difficoltà respiratorie. Sebbene l’annuncio ufficiale non accenni al Covid, è la stessa Heloisa, 52 anni, a dirlo in una breve dichiarazione al settimanale Veja, tra i più letti in Brasile. “Ho perso tanti amici e di questo lo ritengo responsabile. Il ritardo nell’acquisto dei vaccini è in parte dovuto a lui, alle idee negazioniste che ha sempre difeso e alle fake news che ha diffuso”, ha sostenuto.

Nato nel 1947 a Campinas, nell’entroterra di San Paolo, Olavo de Carvalho era il consigliere ideologico del presidente di estrema destra. E’ stato anche grazie a lui, alle sue lunghe dissertazioni sui social che lanciava dagli Usa dove era andato a vivere ormai da decenni, che un ex capitano dell’esercito considerato un po' una macchietta è arrivato a Planalto.

Filosofo, scrittore ma anche astrologo, come amava definirsi, l’influencer brasiliano era stato iscritto al Partito comunista in gioventù. Aveva lottato contro la dittatura militare ma presto, come accade a molti, era diventato un fervente anticomunista. Vedeva il mondo avvolto dal grande complotto del “marxismo culturale” che considerava una sorta di “sacerdozio oscuro”, un mantello che soffocava l’umanità condizionata dalle teorie e i pensieri di Kant, Hegel, Marx, ma anche dal positivismo, dal pragmatismo, dalla psicoanalisi, dalla filosofia analitica, dall’esistenzialismo. 

E’ stato lui a dettare la linea ideologica di Bolsonaro. In piena sintonia con Steve Bannon che con Trump aveva avuto un ruolo analogo, Olavo de Carvalho ha continuato a fustigare ogni pensiero che non fosse mosso dall’ossessione anticomunista. Sia Jair Messias, sia i fedelissimi lo hanno ascoltato e assecondato. La diffusione della valanga di fake news che scandì la campagna elettorale vittoriosa fu da lui promossa e appoggiata, rilanciando post, video e commenti dalla sua centrale in Virginia. 

Con il tempo i rapporti tra Bolsonaro e de Carvalho si erano raffreddati. Ma l’influenza aveva fatto breccia su un gruppo familiare e i loro seguaci che si videro premiati da milioni di voti in un Brasile scosso dalla corruzione e dalla violenza e alla ricerca dell’uomo nuovo che lo avrebbe riscattato. Il presidente gli ha riconosciuto questo fondamentale contributo e lo ha omaggiato con un tweet. “Olavo è stato un gigante nella lotta per la libertà e un maestro per milioni di brasiliani”. Forse pochi condividono la stessa stima per qualcuno che, come dice la figlia ormai in rotta con il padre, è stato responsabile della morte di 640 mila persone.

https://www.repubblica.it/esteri/2022/01/26/news/brasile_covid_negazionisti-335322087/

Berlusconi71

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