mercoledì 23 febbraio 2022

Ebola, scoperta la causa dei sanguinamenti nelle febbri emorragiche

 


Apre a nuove soluzioni contro gli effetti collaterali della chemioterapia

Una cellula attaccata dal virus Ebola (fonte: NIAID-NIH)

Scoperto il meccanismo all'origine dei sanguinamenti tipici delle febbri emorragiche come Ebola: a causarli è la risposta infiammatoria scatenata dal sistema immunitario contro il virus, che finisce per ridurre la produzione di piastrine e la loro funzionalità.

La scoperta, che potrebbe portare a nuove terapie e perfino a nuove soluzioni per ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia, è pubblicata sulla rivista Science Signaling da un team internazionale di ricerca coordinato da Luca Guidotti, vice-direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, e da Zaverio Ruggeri, professore presso lo Scripps Research Institute di La Jolla (Usa).

La ricerca è stata condotta all’interno di laboratori ad alta biosicurezza P3, gli unici in cui si possono maneggiare i virus altamente pericolosi delle febbri emorragiche (a partire dal più noto Ebola fino ad arrivare ai meno conosciuti Machupo e Junin diffusi in diversi Paesi del Sud America).

Per comprendere il meccanismo all’origine dei sanguinamenti, i ricercatori hanno studiato nei topi l’infezione di un virus chiamato LCMV, della famiglia degli Arenavirus a cui appartengono alcuni dei più pericolosi virus delle febbri emorragiche sudamericane. LCMV è un virus capace di infettare anche l’uomo, ma pericoloso solo nei pazienti immunosoppressi e altrimenti ben controllato dal nostro sistema immunitario.

“Quello che abbiamo scoperto - spiega Guidotti - è che gli alti livelli di interferone scatenati dal virus nel midollo ostacolano la produzione di piastrine. Non solo il loro numero nel sangue crolla drasticamente, ma la loro funzionalità è ridotta: non sono più in grado di rilasciare le sostanze che permettono ai vasi sanguigni di restare integri, tra cui la serotonina. Questo fa sì che i vasi (soprattutto i capillari, che rappresentano oltre il 98% del totale e che irrorano tutti i tessuti) diventino permeabili: le cellule del sangue passano attraverso le loro pareti e causano emorragie”.

La scoperta apre la strada allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per le febbri emorragiche, ma potrebbe avere implicazioni anche in altri contesti, come quello oncologico: tra gli effetti collaterali della chemioterapia ci sono infatti sanguinamenti ed emorragie molto simili, dovuti all’impatto che questi farmaci hanno sulla funzionalità del midollo e alla conseguente riduzione delle piastrine nel sangue.

 
(ANSA)
 
Kissinger71 

 

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