mercoledì 23 febbraio 2022

Neuroni artificiali organici controllano una pianta carnivora VIDEO

 


Passo verso future interfacce e protesi cerebrali

Esemplare di Dionea muscipula (fonte: Flickr)

Ricercatori al lavoro sullo schema del funzionamento di un neurone, da riprodurre nei transistor organici (fonte: Thor Balkhed)

Migliaia di transistor organici possono essere contenuti in una piccola superficie, stampata su un foglio di plastica (fonte: Thor Balkhed)

Il movimento di una pianta carnivora è stata controllato per la prima volta grazie a neuroni artificiali organici, realizzati replicando il funzionamento dei neuroni reali con materiali biocompatibili.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è un passo importante per i futuri sistemi di interfaccia uomo-macchina, da quelli che permetteranno di controllare i robot, fino protesi cerebrali. La ricerca, dell'università svedese di Linköping, è stata coordinata dall'italiano Simone Fabiano. 

https://youtu.be/0PXhl--IkSw 

"I neuroni artificiali sviluppati finora erano fatti in silicio, erano perciò dispositivi rigidi e con una scarsa capacità di integrazione biologica, ad esempio con i tessuti morbidi", ha detto all'ANSA Fabiano. "I neuroni che abbiamo sviluppato noi sono invece costituiti da polimeri organici. Abbiamo così dei neuroni per molti aspetti simili ai tessuti biologici, molto più integrabili e che vengono detti sistemi 'bagnati'".

Ricercatori al lavoro sullo schema del funzionamento di un neurone, da riprodurre nei transistor organici (fonte: Thor Balkhed)
 

Il neurone realizzato sotto la guida di Fabiano è una sorta di grande circuito 'morbido', che per testarlo è stato collegato a una pianta carnivora, la Venere acchiappamosche (Dionaea muscipula). Il neurone ha permesso di controllare il meccanismo che fa scattare la chiusura delle trappole, due lembi di foglia, che catturano le prede. "Una prova di principio piuttosto semplice che però rappresenta un passo importante" ha osservato Fabiano. "L'obiettivo finale - ha aggiunto - sarà avere, tra una ventina di anni, neuroni che possano essere impiantanti nel cervello umano per una vasta serie di applicazioni, le cosiddette interfacce uomo-macchine. Dal controllo di strumenti fino a protesi per ripristinare le connessioni cerebrali interrotte per una malattia o un trauma".

(ANSA)
 
Kissinger71 

 

 

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