ALLUVIONE NEI BALCANI, 50 MORTI E MIGLIAIA DI SFOLLATI
di Sara Andreoli (AG.RF 19.05.2014) ore 16:36
(riverflash) – Una cinquantina di morti accertati e decine di migliaia di persone evacuate dalle proprie abitazioni è il bilancio provvisorio, destinato a crescere con il progressivo ritiro delle acque, dell’alluvione avvenuta nei giorni scorsi in Serbia e Bosnia-Erzegovina.
Una “situazione catastrofica” per il premier serbo Aleksandar Vucic che si è recato ieri ad Obrenovac, località divenuta il simbolo della tragedia per la sua vicinanza con il fiume Sava e per la presenza di una delle due centrali termiche coivolte nell’emergenza.
Le operazioni di soccorso continuano senza sosta nelle aree minacciate dalla piena del fiume, prevista a Belgrado per domani: dopo una decina di giorni caratterizzati da incessanti piogge, in queste prime ore di sole gli interventi mirano principalmente al consolidamento degli argini ed alla messa in sicurezza della popolazione colpita. Migliaia di persone sono state trasferite in alberghi, centri sportivi e quartieri fieristici, grazie alla mobilitazione dell’Esercito ed ai molti volontari che hanno risposto all’accorato appello delle autorità balcane. Oltre all’emergenza sfollati, circa 22 mila in Serbia e più di 15 mila in Bosnia-Erzegovina, sembrano destare particolare preoccupazione le conseguenze registrate nel settore industriale ed agricolo: solo in Serbia sarebbero oltre 11 mila le aziende e circa 26 mila i negozi colpiti dal disastro, per la Camera di Commercio circa l’11% del totale delle imprese registrate.
Le inondazioni sono state indubbiamente causa dello spostamento dei numerosi campi minati ancora presenti in Bosnia. La popolazione è invitata alla massima cautela da Fikret Smajis, capo dell’Ufficio regionale di Sarajevo del Centro per lo smistamento bosniaco (BHMAC): a rischio oltre 1.200 chilometri quadrati in cui, secondo le stime, sarebbero presenti 120.000 mine e ordigni inesplosi.
A sostenere i due Paesi balcanici giungono aerei russi con a bordo soccorritori ed aiuti umanitari, mentre l’Italia ed altri Paesi membri dell’Unione Europea contribuiscono attraverso l’invio di somme di denaro ed attrezzature tecniche. Il ministro degli esteri serbo Ivica Dacic ringrazia coloro che stanno partecipando alla difficile gestione dell’emergenza. “Considerando la grave situazione che ancora regna nel Paese” aggiunge “gli aiuti saranno di certo necessari anche nel prossimo futuro”.
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