domenica 29 dicembre 2013

Affari sporchi

Accolgo di buon grado l'invito, da parte dell'amico Paolo, a testimoniare alcune mie controverse esperienze all'interno della tanto discussa chat "C6".

Sono ormai un utente di vecchia data in questa chatline tristemente celebre, e fin dal lontano 1999 ho sempre avuto modo di osservare, all'interno di C6, un continuo andirivieni di quelli che sono solito chiamare "nick fasulli". Il nick fasullo, nel mio personalissimo gergo è quel nickname dietro cui non vi è alcun vero utente.
Ma se dietro non vi è un utente, una persona che chatta, qual è lo scopo, allora, di questi nick fasulli?

La risposta è immensamente semplice, tanto da sconfinare nel banale: pubblicità.

Ogni nickname ha infatti a disposizione uno spazio da riempire con il "pensierino del giorno" che in C6 viene chiamato "il Karma". Apro una breve parentesi, per dire che ritengo questo nome assolutamente offensivo verso chiunque contempli l'idea di Karma nella sua spiritualità individuale; siamo sempre attenti a non offendere la religione che gioca in casa, mentre releghiamo qualsiasi altra idea religiosa/spirituale al rango di subcultura giovanile di minoranza, anche quando, alla luce dell'inutilità tecnica assoluta di tale opzione di chat, forse il termine "Angelus" sarebbe stato maggiormente appropriato. Ma sto divagando.

Il nick fasullo, nella fattispecie, non utilizza il suo spazio Karma per normali pensierini come, ad esempio, "non contattatemi, non è serata" o "sono nella stanza 2, accorrete numerosi!" il suo spazio contiene, invece, un link (collegamento “cliccabile”) che rimanda ad un sito web esterno alla chat.

Va anche detto che ciascun nickname ha a disposizione una Segreteria (possiamo impostare dei messaggi di risposta automatica per chiunque ci contatti, se non abbiamo voglia di rispondere personalmente o se dobbiamo allontanarci dalla postazione); segreteria che il "nick fasullo" imposta regolarmente con un altro messaggio contenente il link al sito esterno. C'è chi presenta il messaggio promozionale sia nel karma che nella segreteria e chi, invece, preferisce limitarsi ad un solo messaggio. Vi sono anche i nick fasulli che creano vere e proprie stanze di chat (un'opzione che ciascun utente può usare a piacimento), inserendo il messaggio promozionale nel titolo delle medesime. Insomma, ve ne sono di diversi tipi ma la sostanza, di fatto, non cambia: pubblicità.

Ad un certo punto, la curiosità ebbe il sopravvento ed iniziai a fare clic sui link esposti in bella vista da alcuni di questi nick fasulli. Scoprii ben presto che trattavasi di una pubblicità a senso unico: qualunque nick fasullo io "cliccassi", infatti, rimandava (e rimanda tuttora) sempre e comunque a siti pornografici, siti che, previa registrazione, offrono una serie di servizi (filmati hard, gallery di foto pornografiche, incontri live, telefono erotico) tutti rigorosamente a pagamento.
In dieci anni di presenza online, non mi sono mai imbattuto in nick fasulli che sponsorizzassero altri tipi di servizi.

Parallelamente a questo fenomeno dalle proporzioni notevoli (i "nick fasulli" sono costantemente presenti, 24h su 24 in tutte, proprio tutte le singole stanze di chat), non potei fare a meno di notare come, di tutti i numerosi utenti dichiarati in home page nell'ordine delle migliaia, una parte decisamente cospicua circolasse esclusivamente all'interno delle stanze di chat a tema erotico - pornografico.

Inizialmente, la mia reazione nei confronti di tale situazione fu pressoché nulla; mi limitai ad una scrollata di spalle, considerando il tutto alla stregua di una patetica buffonata.

Le cose cambiarono col tempo. Tre o quattro anni dopo il mio ingresso in chat, infatti, iniziai a ricevere saltuari messaggi da parte di utenti a me ignoti, che si servivano di nicknames di "comodo" ossia nicknames che vengono utilizzati per una sola sessione di chat, per poi essere cancellati dall'utente.
In questi messaggi, al sottoscritto veniva espressamente richiesto di procurare del materiale pedo-pornografico da condividere tramite l'opzione "invia file".
In altri ancora, anziché chiedermi di procurare il materiale l'utente cercava di inviare egli stesso foto o filmati che, naturalmente, mi sono rifiutato di ricevere.

Mi recai immediatamente a riferire l'accaduto, in via ufficiosa, alla più vicina caserma. Il rappresentante delle Forze dell'Ordine che ascoltò il mio racconto, tuttavia, fece presente di non poter procedere in alcun modo contro tali ignoti, poiché, non essendo avvenuto nessun effettivo scambio di materiale illegale, le sessioni di chat non potevano considerarsi probatorie. Mi si ricordò, ciononostante, che ero tenuto a riferire l'accaduto anche alla redazione di C6, cosa che puntualmente feci, o meglio tentai di fare.
Nonostante avessi inviato alla redazione, tramite l'apposito form, numerose e dettagliate segnalazioni circa questa brutta faccenda, non ottenni mai risposta alcuna, se non la risposta automatica che l'indirizzo e-mail della redazione genera ad ogni segnalazione: decliniamo ogni tipo di responsabilità sul comportamento dei singoli utenti, e per qualsiasi abuso ti invitiamo a rivolgerti alle Forze dell'Ordine, questo il messaggio in sintesi (l'e-mail vera e propria è invece identica a quelle riportate da Paolo/Fenix nel suo corposo reportage "C6 chat o follia").

Come se dietro quell'indirizzo e-mail non ci fosse nessuno.

Non pago, iniziai a contattare su C6 i famigerati "Atlantis", utenti riconoscibili, appunto, dal prefisso Atlantis prima del nickname. Per chi non lo sapesse, si tratta degli animatori/moderatori della chat, una figura presente, seppur con sostanziali differenze, in tutte le chat e i forum del web.
La risposta dei vari Atlantis che contattai all'epoca fu sempre la stessa:
mi dispiace, ma non possiamo fare niente perché non siamo moderatori e non siamo dotati di strumenti di moderazione. Siamo solo animatori e non possiamo farci niente.
Si iniziò poi a sconfinare anche nel grottesco, allorché, dopo una certa insistenza da parte mia, mi sentii rispondere "bé, se 'sta cosa non ti va giù allora segnalalo alla redazione" il tutto accompagnato da sorrisini e ammiccamenti virtuali :-) ^_^ :-D, che lasciavano ben ad intendere come l'Atlantis di turno sapesse benissimo, quale fosse la reale utilità di tali segnalazioni.

Fu questo il momento in cui iniziai a insospettirmi, e decisi pertanto di fare una prova. Iscrivendomi con un secondo nickname, impostai un messaggio promozionale che rimandava a un sito esterno nella mia segreteria, per poi creare una stanza di chat contenente il medesimo messaggio nel titolo, con tanto di link accessibile direttamente dalla stanza. Nella fattispecie, ciò che stavo sponsorizzando erano dei documentari visibili liberamente e gratuitamente online.
Non feci in tempo a contare fino a cinquanta; immediatamente venni contattato da un Atlantis che, gentilmente, mi chiedeva di rimuovere tutti i links in quanto pubblicità clandestina.
Risposi naturalmente che mi sembrava trattarsi di richieste inopportune, da parte di semplici animatori ma stavolta (e questo acuì di molto i miei sospetti) la risposta cambiò: vero, noi Atlantis siamo prevalentemente degli animatori, ma disponiamo di strumenti di moderazione e siamo tenuti ad usarli quando si esagera, nella tutela delle leggi e degli utenti J

Quando si esagera. Dunque avevo proprio esagerato…

Non potei fare a meno di chiedere quale principio della netiquette, esattamente, consegnasse la mia piccola impresa pseudo pubblicitaria al novero delle esagerazioni da moderare, e le centinaia di collegamenti a siti pornografici a pagamento, invece, a quello delle situazioni normali, accettabili, su cui sorvolare spensieratamente. Da qui in poi, smisi di ricevere le solite risposte prefabbricate; la mia netta sensazione, fu che i moderatori/animatori fossero stati preparati anzitempo all'eventualità di una semplice segnalazione contro le pubblicità pornografiche (segnalazioni che so essere frequenti), con una serie di risposte predefinite da incollare semplicemente nella finestra di dialogo, mentre si trovassero a dover improvvisare una risposta sul momento, invece, per quanto riguardava la mia specifica contestazione.
Mi vidi rispondere che nessuno era tenuto a darmi ulteriori spiegazioni, avevo dieci minuti per rimuovere il link o loro mi avrebbero rimosso dalla chat. Altri si limitarono a dire "io eseguo ordini e basta, le spiegazioni devi chiederle alla redazione..." qualcuno fu più onesto, e ammise di non capire assolutamente il motivo per cui dovevo rimuovere i miei link in mezzo a tutta quell'accozzaglia di pubblicità pornografiche, ma che ciononostante, gli ordini sono ordini ergo dovevo procedere seduta stante.
Mi sono anche chiesto, quale autorità redazionale ha mai avuto tanto potere sui suoi sottoposti? L'ammissione "non capisco questo genere di ordini, ma devo eseguirli subito" mi ha profondamente colpito, non credo possa esistere nel web una redazione così minacciosa e dittatoriale. L'impressione che ho avuto, al contrario, è stata quella di parlare piuttosto con i membri di una setta. Frasi fatte, atteggiamenti simili tra loro, comportamenti identici, un grande affiatamento di gruppo e ordini indiscutibili che arrivano dall'alto (da parte di personaggi "redazionali" di cui nessuno, in C6, conosce la vera identità) sono infatti prerogativa delle sette.

Naturalmente, in quel caso decisi di non rimuovere subito i miei link a siti esterni e lo comunicai ai meticolosi segugi: “sono pronto a cancellare tutti i link a siti esterni. Ovviamente lo farò dopo che avrete rimosso anche i link a siti pornografici a pagamento che sono ovunque”.
Immediatamente la stanza di chat venne cancellata ed il mio nickname di comodo temporaneamente sospeso, a riprova del fatto che alcune persone dispongono effettivamente di strumenti di moderazione anche brutali, ma che sembra questi strumenti si possano usare solo in determinati casi.

Riprendendo a chattare col mio solito nickname, ebbi poi un' ulteriore prova della profonda malafede di questi sedicenti "animatori", quando venni espulso da una stanza di chat per aver "linkato" al suo interno un video di “Youtube”. Stanza di chat in cui erano presenti numerosi nicknames contenenti pubblicità pornografiche.

Era ormai evidente che la moderazione esisteva, era dotata di appositi e funzionali strumenti, ed aveva precise indicazioni su quando intervenire e quando, invece, chiudere entrambi gli occhi.

Alla luce di ciò, decisi che ogni qualvolta se ne fosse presentata l'occasione avrei fatto un po' di sana e onesta informazione a tutti gli altri utenti che la desiderassero, circa questo ed altri aspetti della chat. Questa decisione, mi portò talvolta a parlare apertamente di quanto sopra riportato anche (e soprattutto) in stanze di chat pubbliche alla presenza di numerosi Atlantis, che non mancai di invitare al chiarimento e al dialogo.

La risposta a tali inviti fu, però, non consona a quella che ci si potrebbe aspettare da un animatore o da un moderatore. Mi allargo ulteriormente, dicendo che non si trattò di risposte consone a persone adulte. Lungi dal chiarire i miei leciti dubbi, manifestati nel frattempo anche da altri utenti, in alcuni casi ci si limitò ad un "a noi non risulta nulla di quello che dici, quindi cambiamo argomento che è meglio" o al classico "se non ti piace questa chat sei liberissimo di cancellare la tua iscrizione :-)" mentre in altri, le risposte assunsero toni più subdoli e ambigui: "Pensa a stare bene e a divertirti con gli amici tuoi, che quando ci si impunta sulle cose poi in un modo o nell'altro finisce male..."
Senza farmi intimorire, insistetti ulteriormente sull'assoluta necessità di chiarimenti pubblici da parte di moderazione e/o redazione. A quel punto le reazioni divennero più violente; alcuni Atlantis, infatti, si premurarono di far circolare alcune voci da loro appositamente inventate sulla mia persona, nonché sulla mia vita privata.
Ben presto, nelle chat pubbliche più frequentate e attive, le questioni da me sollevate divennero, dopo un'attenta campagna di disinformazione ai miei danni, le ridicole illazioni di un poveretto. A detta di alcuni, infatti, ero appena uscito di galera portandomi appresso un problema di droga. Per altri, ero più generalmente un criminale, per altri ancora un soggetto sessualmente frustrato che aveva ripetutamente corteggiato tutti gli Atlantis di sesso femminile e, dopo averne ricevuto continui e brutali rifiuti, ero impazzito dalla rabbia. Qualcuno arrivò persino a dire che le mie ripetute segnalazioni erano dovute ad una mia richiesta di entrare a far parte (!!!) del gruppo Atlantis (!!!), richiesta che fu respinta suscitando in me rancore e malanimo (!!!). In parole povere, se ne inventarono di tutti i colori; nonostante i fiumi di parole (non richieste) spese sul mio conto, riguardo alla questione da me sollevata non arrivò mai, e tuttora non è arrivata nemmeno la vaga ombra di una mezza risposta. Niente.

Inutile dire che la mia reazione nei confronti di questi atteggiamenti fu, ed è tuttora di assoluto e profondo sdegno, sdegno che non manco di manifestare apertamente ogni qual volta l'argomento viene riaffrontato. A causa di ciò, nel circuito principale delle chat pubbliche sono ormai bollato ad vitam come disturbatore e “flamer”, e mi vengono riconosciute a titolo ormai pressoché ufficiale una serie di identità di noti disturbatori, che avrei creato tutte io appositamente (!!!) e con le quali mi aggirerei, insonne e frustrato, nei meandri della chat muovendomi con 4, 5, 6 nicknames contemporaneamente al solo scopo di disturbare il prossimo.

Ma il colmo dei colmi doveva ancora arrivare. Alcuni mesi fa, infatti, mi sono imbattuto a tarda notte in una sessione di chat pubblica, in cui un Atlantis conversava amabilmente con diverse donne riguardo tematiche sessuali. Inizialmente non me ne interessai, non volendomi arrogare il diritto di decidere cosa possono o non possono fare persone che, come me, sono libere e maggiorenni.
Quando, però, alcuni giorni dopo, vidi lo stesso Atlantis impegnato in un'accesa discussione di stampo “catto-moralista” inerente lo squallore delle pratiche sessuali via web, non potei fare a meno di far notare (nemmeno troppo gentilmente) la clamorosa incongruenza, senza tuttavia fare nomi.
Quel che ne seguì, fu una falsa conversazione privata (reato), postata in chat pubblica (reato) dal medesimo Atlantis: conversazione creata ad hoc, nella quale il sottoscritto rivolgeva complimenti osceni ad una utente minorenne. L'Atlantis avvisò ripetutamente i presenti che ero un pedofilo ben noto alla redazione, e che mi aggiravo lì da anni in cerca di innocenti ragazzine under 16 (reato). A questa simpatica messinscena, si unì prontamente un noto amico dell'Atlantis in questione, un utente che dichiarò di essere un poliziotto della Questura di Bologna e che confermò in toto le accuse di pedofilia alla luce di presunte "indagini" svolte personalmente da lui (reato). Naturalmente, il "poliziotto" non mancò di minacciare di morte il sottoscritto e la sua famiglia (reato). Cercò ripetutamente di interrompere la mia connessione al servizio di chat tramite la primitiva tecnica del flood (reato) dopodiché, non pago, riempì la mia finestra di dialogo privata con altri messaggi minatori (reato) e a stampo razzista (reato). In particolare, fui molto colpito dalla frase "sto sborrando sul cadavere smerdato di tua madre talebana".
Si trattava evidentemente dell'ennesima identità fasulla, in quanto ritengo veramente difficile che un vero poliziotto possa anche solo pensare di esprimersi in questo modo, compiendo la bellezza di quattro reati in due minuti e mezzo. Record tuttora ineguagliato (anche i tre reati nell'arco di dieci minuti da parte dell'"animatore", però, sono una performance da non sottovalutare).

Nel frattempo, c'è una domanda che continua a rimbalzarmi nella testa. Se tutta questa brutta storia a luci rosse fosse solo un equivoco? Se le difficoltà nell'eliminare le pubblicità pornografiche fossero reali, ed avessero ragioni meramente tecniche?
Bé, sarebbe bello, ci crederei davvero volentieri a una storia così.

Ma se è così, perché non me l'hanno mai, semplicemente, detto in quattro parole? Perché, se non c'è niente da nascondere, si continua a negare l'evidenza anche di fronte a testimonianze, prove e controprove?
Perché, se l'intento ufficiale della beneamata redazione è quello di mettere il caro utente al centro di tutto, all'utenza che fruisce del servizio (consentendone la sussistenza, ricordiamolo) queste cose non vengono spiegate, né tantomeno accennate?
E perché mai questa utenza, sempre al centro delle amorevoli cure redazionali, non ha alcuna voce in capitolo quando si tratta della scelta degli animatori/moderatori che, al di là di tutti gli scheletri nei rispettivi armadi, sono palesemente impreparati in materia di animazione nonché talvolta addirittura incapaci di scrivere in un corretto italiano?

Perché perché perché? Ahimè, mi duole dirlo ma, man mano che il tempo passa, c'è sempre meno bisogno dei perché.

Le risposte, infatti, sorgono spontanee alla luce dei fatti.



                                                                                  Lupodelcielo









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