Affari sporchi
Accolgo di buon grado l'invito,
da parte dell'amico Paolo, a
testimoniare alcune mie controverse esperienze all'interno della tanto discussa
chat "C6".
Sono ormai un utente di vecchia
data in questa chatline tristemente
celebre, e fin dal lontano 1999 ho
sempre avuto modo di osservare, all'interno di C6, un continuo andirivieni di
quelli che sono solito chiamare "nick
fasulli". Il nick fasullo, nel mio personalissimo gergo è quel
nickname dietro cui non vi è alcun vero utente.
Ma se dietro non vi è un utente,
una persona che chatta, qual è lo scopo,
allora, di questi nick fasulli?
La risposta è immensamente
semplice, tanto da sconfinare nel banale: pubblicità.
Ogni nickname ha infatti a
disposizione uno spazio da riempire con il "pensierino del giorno"
che in C6 viene chiamato "il Karma". Apro una breve parentesi, per
dire che ritengo questo nome assolutamente offensivo verso chiunque contempli
l'idea di Karma nella sua spiritualità
individuale; siamo sempre attenti a non offendere la religione che gioca in
casa, mentre releghiamo qualsiasi altra idea religiosa/spirituale al rango di
subcultura giovanile di minoranza, anche quando, alla luce dell'inutilità
tecnica assoluta di tale opzione di chat, forse il termine "Angelus" sarebbe stato
maggiormente appropriato. Ma sto divagando.
Il nick fasullo, nella
fattispecie, non utilizza il suo spazio Karma per normali pensierini
come, ad esempio, "non contattatemi,
non è serata" o "sono nella
stanza 2, accorrete numerosi!" il suo spazio contiene, invece, un link (collegamento “cliccabile”) che
rimanda ad un sito web esterno alla chat.
Va anche detto che ciascun
nickname ha a disposizione una Segreteria (possiamo impostare dei messaggi di
risposta automatica per chiunque ci contatti, se non abbiamo voglia di rispondere
personalmente o se dobbiamo allontanarci dalla postazione); segreteria che il
"nick fasullo" imposta regolarmente con un altro messaggio contenente
il link al sito esterno. C'è chi presenta il messaggio promozionale sia nel
karma che nella segreteria e chi, invece, preferisce limitarsi ad un solo
messaggio. Vi sono anche i nick fasulli che creano vere e proprie stanze di
chat (un'opzione che ciascun utente può usare a piacimento), inserendo il
messaggio promozionale nel titolo delle medesime. Insomma, ve ne sono di
diversi tipi ma la sostanza, di fatto, non cambia: pubblicità.
Ad un certo punto, la curiosità
ebbe il sopravvento ed iniziai a fare clic
sui link esposti in bella vista da alcuni di questi nick fasulli. Scoprii ben
presto che trattavasi di una pubblicità a
senso unico: qualunque nick fasullo io "cliccassi", infatti,
rimandava (e rimanda tuttora) sempre e comunque a siti pornografici, siti che, previa registrazione, offrono una
serie di servizi (filmati hard, gallery di foto pornografiche, incontri live,
telefono erotico) tutti rigorosamente a
pagamento.
In dieci anni di presenza
online, non mi sono mai imbattuto in nick fasulli che sponsorizzassero altri
tipi di servizi.
Parallelamente a questo fenomeno
dalle proporzioni notevoli (i "nick fasulli" sono costantemente
presenti, 24h su 24 in
tutte, proprio tutte le singole stanze di chat), non potei fare a meno di
notare come, di tutti i numerosi utenti dichiarati in home page nell'ordine
delle migliaia, una parte decisamente cospicua circolasse esclusivamente
all'interno delle stanze di chat a tema erotico - pornografico.
Inizialmente, la mia reazione nei
confronti di tale situazione fu pressoché nulla; mi limitai ad una scrollata di
spalle, considerando il tutto alla stregua di una patetica buffonata.
Le cose cambiarono col tempo. Tre
o quattro anni dopo il mio ingresso in chat, infatti, iniziai a ricevere
saltuari messaggi da parte di utenti a me ignoti, che si servivano di nicknames
di "comodo" ossia nicknames che vengono utilizzati per una sola sessione di chat, per poi
essere cancellati dall'utente.
In questi messaggi, al
sottoscritto veniva espressamente richiesto di procurare del materiale pedo-pornografico da condividere
tramite l'opzione "invia file".
In altri ancora, anziché
chiedermi di procurare il materiale l'utente cercava di inviare egli stesso
foto o filmati che, naturalmente, mi sono rifiutato
di ricevere.
Mi recai immediatamente a
riferire l'accaduto, in via ufficiosa, alla più vicina caserma. Il rappresentante delle Forze dell'Ordine che ascoltò il
mio racconto, tuttavia, fece presente di non poter procedere in alcun modo
contro tali ignoti, poiché, non essendo avvenuto nessun effettivo scambio di
materiale illegale, le sessioni di chat non potevano considerarsi probatorie.
Mi si ricordò, ciononostante, che ero tenuto a riferire l'accaduto anche alla redazione di C6, cosa che
puntualmente feci, o meglio tentai di
fare.
Nonostante avessi inviato alla
redazione, tramite l'apposito form, numerose e dettagliate segnalazioni circa questa brutta faccenda, non ottenni mai risposta
alcuna, se non la risposta automatica che l'indirizzo e-mail della redazione
genera ad ogni segnalazione: decliniamo
ogni tipo di responsabilità sul comportamento dei singoli utenti, e per qualsiasi
abuso ti invitiamo a rivolgerti alle Forze dell'Ordine, questo il messaggio
in sintesi (l'e-mail vera e propria è invece identica a quelle riportate da
Paolo/Fenix nel suo corposo reportage "C6
chat o follia").
Come se dietro quell'indirizzo e-mail non ci fosse nessuno.
Non pago, iniziai a contattare su
C6 i famigerati "Atlantis",
utenti riconoscibili, appunto, dal prefisso Atlantis prima del nickname. Per
chi non lo sapesse, si tratta degli animatori/moderatori
della chat, una figura presente, seppur con sostanziali differenze, in tutte le
chat e i forum del web.
La risposta dei vari Atlantis che
contattai all'epoca fu sempre la
stessa:
mi dispiace, ma non possiamo fare niente perché non siamo moderatori e
non siamo dotati di strumenti di moderazione. Siamo solo animatori e non
possiamo farci niente.
Si iniziò poi a sconfinare anche
nel grottesco, allorché, dopo una
certa insistenza da parte mia, mi sentii rispondere "bé, se 'sta cosa non ti va giù allora segnalalo alla
redazione" il tutto accompagnato da sorrisini e ammiccamenti virtuali
:-) ^_^ :-D, che lasciavano ben ad intendere come l'Atlantis di turno sapesse
benissimo, quale fosse la reale
utilità di tali segnalazioni.
Fu questo il momento in cui
iniziai a insospettirmi, e decisi pertanto di fare una prova. Iscrivendomi con un secondo nickname, impostai un
messaggio promozionale che rimandava a un sito esterno nella mia segreteria,
per poi creare una stanza di chat contenente il medesimo messaggio nel titolo,
con tanto di link accessibile direttamente dalla stanza. Nella fattispecie, ciò
che stavo sponsorizzando erano dei documentari
visibili liberamente e gratuitamente
online.
Non feci in tempo a contare fino
a cinquanta; immediatamente venni
contattato da un Atlantis che, gentilmente, mi chiedeva di rimuovere tutti i links in quanto pubblicità
clandestina.
Risposi naturalmente che mi
sembrava trattarsi di richieste inopportune, da parte di semplici animatori ma stavolta (e questo acuì di
molto i miei sospetti) la risposta cambiò: vero,
noi Atlantis siamo prevalentemente degli animatori, ma disponiamo di strumenti
di moderazione e siamo tenuti ad usarli quando si esagera, nella tutela
delle leggi e degli utenti J
Quando si esagera. Dunque avevo
proprio esagerato…
Non potei fare a meno di chiedere
quale principio della netiquette,
esattamente, consegnasse la mia piccola impresa pseudo pubblicitaria al novero
delle esagerazioni da moderare, e le centinaia
di collegamenti a siti pornografici a
pagamento, invece, a quello delle situazioni normali, accettabili, su cui sorvolare spensieratamente. Da
qui in poi, smisi di ricevere le solite risposte prefabbricate; la mia netta
sensazione, fu che i moderatori/animatori fossero stati preparati
anzitempo all'eventualità di una semplice segnalazione contro le pubblicità
pornografiche (segnalazioni che so essere frequenti), con una serie di risposte
predefinite da incollare semplicemente nella finestra di dialogo, mentre si
trovassero a dover improvvisare una risposta sul momento, invece, per quanto
riguardava la mia specifica contestazione.
Mi vidi rispondere che nessuno era tenuto a darmi ulteriori
spiegazioni, avevo dieci minuti
per rimuovere il link o loro mi avrebbero rimosso
dalla chat. Altri si limitarono a dire "io eseguo ordini e basta, le spiegazioni devi chiederle alla
redazione..." qualcuno fu più onesto, e ammise di non capire
assolutamente il motivo per cui dovevo rimuovere i miei link in mezzo a tutta
quell'accozzaglia di pubblicità
pornografiche, ma che ciononostante, gli ordini sono ordini ergo dovevo procedere seduta stante.
Mi sono anche chiesto, quale
autorità redazionale ha mai avuto tanto potere
sui suoi sottoposti? L'ammissione "non
capisco questo genere di ordini, ma devo eseguirli subito" mi ha
profondamente colpito, non credo possa esistere nel web una redazione così
minacciosa e dittatoriale. L'impressione che ho avuto, al contrario, è stata
quella di parlare piuttosto con i membri di una setta. Frasi fatte, atteggiamenti simili tra loro, comportamenti
identici, un grande affiatamento di gruppo e ordini indiscutibili che arrivano
dall'alto (da parte di personaggi "redazionali" di cui nessuno, in C6,
conosce la vera identità) sono infatti prerogativa delle sette.
Naturalmente, in quel caso decisi
di non rimuovere subito i miei link a siti esterni e lo comunicai ai
meticolosi segugi: “sono pronto a
cancellare tutti i link a siti esterni. Ovviamente lo farò dopo che
avrete rimosso anche i link a siti pornografici a pagamento che sono
ovunque”.
Immediatamente la stanza di chat venne cancellata ed il mio nickname di comodo temporaneamente sospeso, a riprova del fatto che alcune
persone dispongono effettivamente di strumenti
di moderazione anche brutali, ma che sembra questi strumenti si possano
usare solo in determinati casi.
Riprendendo a chattare col mio
solito nickname, ebbi poi un' ulteriore prova della profonda malafede di questi sedicenti "animatori", quando venni espulso da una stanza di chat
per aver "linkato" al suo interno un video di “Youtube”. Stanza di chat in cui erano presenti numerosi nicknames
contenenti pubblicità pornografiche.
Era ormai evidente che la moderazione esisteva, era dotata di
appositi e funzionali strumenti, ed aveva precise indicazioni su quando
intervenire e quando, invece, chiudere entrambi gli occhi.
Alla luce di ciò, decisi che ogni
qualvolta se ne fosse presentata l'occasione avrei fatto un po' di sana e
onesta informazione a tutti gli
altri utenti che la desiderassero, circa questo ed altri aspetti della chat.
Questa decisione, mi portò talvolta a parlare apertamente di quanto sopra
riportato anche (e soprattutto) in stanze di chat pubbliche alla presenza di
numerosi Atlantis, che non mancai di invitare al chiarimento e al dialogo.
La risposta a tali inviti fu,
però, non consona a quella che ci si potrebbe aspettare da un animatore o da un
moderatore. Mi allargo ulteriormente, dicendo che non si trattò di risposte
consone a persone adulte. Lungi dal chiarire i miei leciti dubbi, manifestati
nel frattempo anche da altri utenti, in alcuni casi ci si limitò ad un "a noi non risulta nulla di quello che
dici, quindi cambiamo argomento che è meglio" o al classico "se non ti piace questa chat sei
liberissimo di cancellare la tua iscrizione :-)" mentre in altri, le
risposte assunsero toni più subdoli e ambigui: "Pensa a stare bene e a divertirti con gli amici tuoi, che
quando ci si impunta sulle cose poi in un modo o nell'altro finisce
male..."
Senza farmi intimorire, insistetti ulteriormente sull'assoluta
necessità di chiarimenti pubblici da
parte di moderazione e/o redazione. A quel punto le reazioni divennero più
violente; alcuni Atlantis, infatti, si premurarono di far circolare alcune voci
da loro appositamente inventate
sulla mia persona, nonché sulla mia
vita privata.
Ben presto, nelle chat pubbliche
più frequentate e attive, le questioni da me sollevate divennero, dopo
un'attenta campagna di disinformazione
ai miei danni, le ridicole illazioni di un poveretto. A detta di alcuni,
infatti, ero appena uscito di galera portandomi appresso un problema di droga.
Per altri, ero più generalmente un criminale, per altri ancora un soggetto
sessualmente frustrato che aveva ripetutamente corteggiato tutti gli Atlantis
di sesso femminile e, dopo averne ricevuto continui e brutali rifiuti, ero
impazzito dalla rabbia. Qualcuno arrivò persino a dire che le mie ripetute
segnalazioni erano dovute ad una mia richiesta di entrare a far parte (!!!) del gruppo Atlantis (!!!), richiesta che fu respinta
suscitando in me rancore e malanimo (!!!).
In parole povere, se ne inventarono di
tutti i colori; nonostante i fiumi di parole (non richieste) spese sul mio
conto, riguardo alla questione da me sollevata non arrivò mai, e tuttora non è arrivata nemmeno la vaga ombra di
una mezza risposta. Niente.
Inutile dire che la mia reazione
nei confronti di questi atteggiamenti fu, ed è tuttora di assoluto e profondo sdegno, sdegno che non manco di
manifestare apertamente ogni qual volta l'argomento viene riaffrontato. A causa
di ciò, nel circuito principale delle chat pubbliche sono ormai bollato ad vitam come disturbatore e “flamer”, e
mi vengono riconosciute a titolo ormai pressoché ufficiale una serie di
identità di noti disturbatori, che avrei creato tutte io appositamente (!!!) e
con le quali mi aggirerei, insonne e frustrato, nei meandri della chat
muovendomi con 4, 5, 6 nicknames contemporaneamente al solo scopo di disturbare
il prossimo.
Ma il colmo dei colmi doveva ancora arrivare. Alcuni mesi
fa, infatti, mi sono imbattuto a tarda notte in una sessione di chat pubblica,
in cui un Atlantis conversava amabilmente con diverse donne riguardo tematiche
sessuali. Inizialmente non me ne interessai, non volendomi arrogare il
diritto di decidere cosa possono o non possono fare persone che, come me, sono
libere e maggiorenni.
Quando, però, alcuni giorni dopo,
vidi lo stesso Atlantis impegnato in un'accesa discussione di stampo “catto-moralista”
inerente lo squallore delle pratiche
sessuali via web, non potei fare a meno di far notare (nemmeno troppo
gentilmente) la clamorosa incongruenza, senza
tuttavia fare nomi.
Quel che ne seguì, fu una falsa conversazione privata (reato), postata in chat pubblica (reato) dal medesimo Atlantis:
conversazione creata ad hoc, nella quale il sottoscritto rivolgeva complimenti
osceni ad una utente minorenne. L'Atlantis avvisò ripetutamente i presenti che
ero un pedofilo ben noto alla
redazione, e che mi aggiravo lì da anni in cerca di innocenti ragazzine under
16 (reato). A questa simpatica
messinscena, si unì prontamente un noto amico dell'Atlantis in questione, un
utente che dichiarò di essere un poliziotto
della Questura di Bologna e che confermò in toto le accuse di pedofilia
alla luce di presunte "indagini" svolte personalmente da lui (reato). Naturalmente, il
"poliziotto" non mancò di minacciare
di morte il sottoscritto e la sua famiglia (reato). Cercò ripetutamente di interrompere la mia connessione al
servizio di chat tramite la primitiva tecnica del flood (reato)
dopodiché, non pago, riempì la mia finestra di dialogo privata con altri
messaggi minatori (reato) e a stampo razzista (reato).
In particolare, fui molto colpito dalla frase "sto sborrando sul cadavere smerdato di tua madre
talebana".
Si trattava evidentemente
dell'ennesima identità fasulla, in quanto ritengo veramente difficile che un
vero poliziotto possa anche solo pensare di esprimersi in questo modo,
compiendo la bellezza di quattro reati in due minuti e mezzo. Record tuttora
ineguagliato (anche i tre reati
nell'arco di dieci minuti da parte dell'"animatore", però, sono una
performance da non sottovalutare).
Nel frattempo, c'è una domanda
che continua a rimbalzarmi nella testa. Se tutta questa brutta storia a luci
rosse fosse solo un equivoco? Se le
difficoltà nell'eliminare le pubblicità pornografiche fossero reali, ed
avessero ragioni meramente tecniche?
Bé, sarebbe bello, ci crederei
davvero volentieri a una storia così.
Ma se è così, perché non me l'hanno
mai, semplicemente, detto in quattro
parole? Perché, se non c'è niente da nascondere, si continua a negare l'evidenza anche di fronte a
testimonianze, prove e controprove?
Perché, se l'intento ufficiale
della beneamata redazione è quello di mettere il caro utente al centro di
tutto, all'utenza che fruisce del servizio (consentendone la sussistenza,
ricordiamolo) queste cose non vengono
spiegate, né tantomeno accennate?
E perché mai questa utenza,
sempre al centro delle amorevoli cure redazionali, non ha alcuna voce in
capitolo quando si tratta della scelta degli animatori/moderatori che, al di là
di tutti gli scheletri nei rispettivi armadi, sono palesemente impreparati in materia di animazione nonché talvolta
addirittura incapaci di scrivere in un corretto italiano?
Perché perché perché? Ahimè, mi
duole dirlo ma, man mano che il tempo passa, c'è sempre meno bisogno dei perché.
Le risposte, infatti, sorgono
spontanee alla luce dei fatti.
Lupodelcielo
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