martedì 31 dicembre 2013

Strage del treno: Sputi, spintoni, volgarità, calci e pugni per contendersi i cadaveri

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ROSSANO (COSENZA) – Sputi, spintoni, volgarità, calci e pugni per contendersi i cadaveri. Davanti ai parenti. Con i corpi ancora caldi. Va oltre ogni miseria umana quello che è successo a Rossano, poco dopo la tragedia del treno costata la vita a 6 braccianti agricoli rumeni. Alcuni operatori delle pompe funebri della zona (siamo a Rossano, alta costa ionica calabrese) si contendono i corpi di morti senza un briciolo di rispetto. Volano insulti e botte, lo racconta Valerio Panettieri per il Quotidiano della Calabria.
«Quelli sono tutti miei» si sente urlare davanti alla carcassa dell’auto. «Sono stato avvisato dall’ospedale, sono arrivato per primo, se qui viene qualcuno che non è di Rossano qui succede un casino. Questa è roba nostra, non vogliamo gente da Corigliano o da Mirto». E l’altro prontamente replica senza colpo ferire: «No, facciamo uno a testa»: il “concorrente” è determinato a portare con sé una parte delle vittime. E poi la rissa: prima spintoni, poi le barelle lanciate per aria, usate come strumento d’offesa. Poi ancora, mentre si trasportava una delle salme, un proprietario di una ditta va in escandescenze e la barella con il cadavere sopra viene buttata a terra. Il tutto davanti agli occhi di parenti e amici straziati dal dolore di una tragedia appena successa, con ancora i vigili del fuoco impegnati nella delicata operazione di estrarre i corpi dalle lamiere.

Poi uno dei parenti scoppia: «Vergognatevi, questo è il mio sangue, non sono dei cani questi sono esseri umani». L’imbarazzo è enorme mentre le forze dell’ordine cercano di mitigare gli animi, ma continuano ad urlare contro gli operatori dicendo di andare via perché «Avete già preso quello che vi serve». Ma la rissa continua: altri spintoni e ancora l’immagine di gente che fa a gara per raccogliere più vittime possibili. «Fate schifo – gli urlano ancora – tutto questo per quattromila euro». Poi, fuori dal luogo della strage si continua. Raccolgono i corpi in fretta, quasi come una conquista e corrono il più veloce possibile. «Sono degli sciacalli» urla qualcuno sulla strada ma si nasconde quando uno degli operatori cerca disperatamente di capire chi è stato.

http://gek60.altervista.org/2012/11/strage-del-treno-sputi-spintoni-volgarita-calci-e-pugni-per-contendersi-i-cadaveri/

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