PRINCIPALE PARTITO ISLAMISTA DICHIARATO ILLEGALE
L’Alta Corte del Bangladesh ha messo al bando il principale partito islamista del paese, Jamaat-e-Islami, giudicando il suo programmacontrario alla Costituzione: una decisione che fa temere una dura reazione dei militanti dello schieramento che di recente ha visto condannati a morte diversi suo dirigenti per crimini commessi durante la guerra di indipendenza.
La sentenza era attesa in un clima di tensione con speciali misure di sicurezza allestite a protezione del tribunale, ma per il momento non sono segnalate violenze.
La giustizia del Bangladesh era stata interpellata nel gennaio 2009 da un movimento sufi, la Tariqat Federation: in una petizione scritta, il movimento ha contestato a Jamaat-e-Islami il fatto di essere unpartito politico basato sulla religione e di non credere nell’indipendenza e la sovranità del Bangladesh.
Il verdetto arriva a ridosso di una serie di condanne emesse dal cosiddetto Tribunale speciale internazionale per i crimini di guerra di Dhaka, in realtà strumento di giustizia non riconosciuto fuori dal paese, a carico di alti dirigenti di Jamaat-e-Islami per atrocità commesse durante la guerra d’indipendenza del 1971. Di recente anche Ahsan Mohammad Mujahid, segretario generale del partito, è stato riconosciuto colpevole di gravi crimini e condannato a morte.
Si tratta del sesto esponente della Jamaat-e-Islami condannato dall’inizio dell’anno, il quinto alla pena capitale. Le condanne hanno scatenato la reazione dei militanti, protagonisti di proteste e scontri con la polizia che da gennaio a oggi hanno provocato almeno 150 vittime.
[FB]
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