giovedì 20 settembre 2012

Asa, operai sul tetto con taniche benzina


Sono saliti a decine dopo che nessuna delle offerte di acquisizione del ramo d'azienda presentate dai privati è stata ritenuta valida

  Operai della ditta Asa sul tetto dello stabilimento

Protesta choc nel torinese

Protesta choc nel torinese

Decine di dipendenti dell'Asa di Castellamonte (Torino) hanno cominciato a salire, con taniche di benzina, sui tetti dei capannoni dell'azienda, raggiungendo i 5 loro colleghi che hanno passato la notte su uno dei tetti. L'iniziativa è stata decisa dopo la diffusione della notizia che nessuna delle offerte di acquisizione del ramo d'azienda presentate dai privati è stata ritenuta valida. I lavoratori hanno detto di essere pronti "anche a gesti estremi". Sul posto la situazione è controllata da Carabinieri e Vigili del fuoco. "Non ci fidiamo - dice Roberto Falletti, rsa della Cisl rimasto sul tetto - e non scenderemo finché non avremo certezze".
LA STORIA Una decina dei circa 200 dipendenti dell'Asa di Castellamonte (Torino), azienda pubblica che gestisce rifiuti, teleriscaldamento e altri servizi per 51 comuni dell'Alto Canavese, sono saliti intorno alle 3:00 sul tetto di uno dei cinque capannoni dello stabilimento, per protestare contro la cessione a privati di alcuni rami d'azienda. Hanno con se' alcune taniche di benzina. Altre decine di lavoratori hanno allestito presidi fuori e dentro il complesso industriale, bloccandone il funzionamento.
''La manifestazione - annuncia Roberto Falletti, rsu aziendale della Uil - proseguira' a oltranza e - aggiunge - contiamo di occupare tutti gli altri tetti nel corso della giornata''. La protesta e' scattata in occasione dell'apertura delle buste per l'affidamento del servizio rifiuti e la contestuale cessione del ramo d'azienda, previsto alle 13 al Comune di Ivrea (Torino), sede del Consorzio Canavesano Ambiente. I lavoratori temono di perdere il posto in conseguenza della cessione dei rami d'azienda a privati. ''Abbiamo scritto - dice Falletti - al presidente del consorzio Maurizio Ciol, al commissario dell'Asa Stefano Ambrosini, ai sindaci del territorio e alle autorita' di Regione e Provincia chiedendo di aprire un tavolo di crisi su questa azienda, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. A questo punto - conclude - siamo disposti a tutto per difendere il nostro posto di lavoro''. (ANSA)

   

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