mercoledì 8 febbraio 2012

Strisce pedonali in via d'estinzione...



Un giorno mentre transitavo sulla via Casilina, all’altezza di Valmontone, ho assistito a un fatto curioso: ero alla guida della mia auto, procedevo a una velocità che si osserva nei centri urbani, quando la mia normale attenzione fu destata dalla vista di un cane intento ad attraversare la carreggiata; fin qui niente di insolito; se non il particolare che il piccolo cane nell’attraversare la strada passava sulle strisce bianche, le strisce pedonali, dette << zebre>>, dove i pedoni godono del diritto di precedenza sui veicoli.   Il comportamento del nostro <<pedone>> a quattro zampe non era casuale, poiché si ripete più volte durante la giornata, forse nato dalla semplice osservazione degli amici bipedi, nel seguire il loro modo di varcare quel tratto di strada, poi divenuto un’abitudine. Ricordo la maniera in cui lentamente incedeva, sulle strisce, con sussiego, quasi come se volesse farsi gioco degli automobilisti, della loro arroganza, dei loro privilegi, come se fosse consapevole del diritto proprio dei pedoni su quella striscia di strada.  L’aneddoto del cane è uno spunto per una più ampia considerazione sulla realtà delle strisce pedonali.   Secondo una ricerca recente di Eurotest, l’Italia risulta essere il secondo paese con il maggior numero di vittime investite sulle strisce, secondo solo alla Norvegia, sei volte più dell’Olanda.   I pedoni: gli utenti più vulnerabili della strada.  In Italia muoiono quasi 2 pedoni al giorno. Dal 2001 al 2010 sono stati registrati oltre 8000 morti e 205 mila feriti. Una vittima a piedi sulla strada su tre è stata investita proprio quando credeva di essere al sicuro sulle strisce. L’illusione del pedone di essere più al sicuro, aumenta il rischio di investimento del 28% rispetto ll’attraversamento<selvaggio>>.  Quando un pedone si appresta ad attraversare le strisce bianche, è come se ingaggiasse una sfida con l’automobilista di passaggio; spesso accade che invece di rallentare, consentendo un sicuro attraversamento al pedone,  l’autista prema l’acceleratore, vanificando così il suo diritto di precedenza. E’ così incivile questo comportamento, purtroppo frequente di chi assume la guida degli autoveicoli nelle strade nostrane.  Perché in altre latitudini non ci si comporta in questo modo: il rispetto per l’altro, che sia uomo o animale, certifica il grado di civiltà di una comunità.  I  pedoni, per attraversare la carreggiata devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di 100 mt dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per gli altri; inoltre bisogna dare la precedenza ai conducenti quando i pedoni si accingono ad attraversare in zona sprovvista di attraversamento  pedonale.   E’ buona norma che il pedone circoli sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minor intralcio possibile alla circolazione.  L’Inghilterra è il paese che inventò le famose zebre. Il primo attraversamento a strisce autorizzato fu inaugurato nel 1951 a Slough nel Berkshire. Ma già negli anni 30 il Ministro britannico dei Trasporti pensò di segnalare gli attraversamenti con qualcosa di più visibile: lampeggianti luminosi arancioni montati su pali a strisce; i commercianti, però protestarono per quel bagliore che disturbava le vetrine.  Oggi, sempre l’Inghilterra, dopo averle inventate, ha abbandonato le strisce pedonali, ritenendole  paradossalmente << troppo pericolose>>. L’attraversamento pedonale più famoso al mondo, quello di Abbey Road, che i Beatles hanno immortalato nella copertina dell’omonimo album (A. R. Medley), probabilmente rimarrà l’unico al mondo a sopravvivere, dopo che il British  Heritage l’ha vincolato come monumento nazionale di classe   Dunque, Londra ha deciso di non dipingere più le zebre, di lasciarle morire di consunzione, sostituendole con semafori, dossi, lampeggianti e avvisi sonori. Dall’altra parte della Manica, in Olanda, si è tentata invece una strada opposta, apparentemente folle: togliere tutto, strisce, cartelli, lampioni e quant’altro. In 6000 città e paesini tutta la strada è un marciapiede, i pedoni hanno la precedenza ovunque, e il numero di incidenti è crollato.  Ma in Italia l’abolizione di ogni salvagente sarebbe con ogni probabilità un letale lasciapassare al pneumatico selvaggio; prima di lasciar morire le strisce dovremmo rivedere la nostra filosofia di guida. 
(fabio vergovich).

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