Marco Bonamico, simbolo della Virtus Bologna e della nazionale azzurra: due scudetti, un argento olimpico e un oro europeo
Il basket italiano piange uno dei suoi protagonisti più iconici: Marco Bonamico è morto all’età di 68 anni all’ospedale Bellaria di Bologna, dove era ricoverato da tempo a causa di un tumore. Era soprannominato “il Marine” per il suo fisico imponente e la sua presenza in campo, simbolo di forza, tenacia e spirito combattivo.
Bonamico è stato un giocatore simbolo della Virtus Bologna e una colonna della nazionale italiana di basket tra gli anni ’70 e ’80. La sua carriera è stata costellata di successi: due scudetti, tre Coppe Italia, un argento olimpico a Mosca 1980 e un oro agli Europei di Nantes nel 1983.
Chi era Marco Bonamico
Nato a Genova il 18 gennaio 1957, Marco Bonamico è cresciuto
cestisticamente a Bologna, dove ha legato il suo nome in modo
indissolubile alla Virtus. Ala forte di 2,01 metri, esordì giovanissimo
nella massima serie, conquistando presto la fiducia dei grandi
allenatori del tempo, tra cui Dan Peterson. Fu proprio a Bologna che il
Marine divenne una leggenda: con la maglia bianconera della Virtus giocò
undici stagioni, collezionando 443 partite e 4.638 punti.
I trionfi in maglia bianconera e in nazionale
Con la Virtus Bologna vinse due scudetti, nel 1976 e nel 1984, e tre Coppe Italia (1974, 1984, 1989).
Fu protagonista anche in campo internazionale, sfiorando nel 1981 la Coppa dei Campioni: in finale contro il Maccabi Tel Aviv segnò 26 punti, ma a pochi secondi dalla fine gli fu fischiato uno sfondamento decisivo. Un episodio rimasto nella memoria dei tifosi.
In nazionale, Bonamico fu un punto fermo dell’Italia allenata da Sandro Gamba. Con gli Azzurri conquistò l’argento alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 e l’oro europeo a Nantes nel 1983, vivendo da protagonista una delle stagioni più gloriose del basket italiano.
Un simbolo dentro e fuori dal campo
Oltre ai successi sportivi, Bonamico è stato un esempio di fedeltà e
passione per il basket. Ha vestito anche le maglie di Fortitudo, Siena,
Milano, Forlì e Udine, ma è con la Virtus che ha scritto la sua storia
più importante. Dopo il ritiro nel 1995, ha continuato a vivere il mondo
della pallacanestro come telecronista Rai – spesso accanto a Franco
Lauro – e come presidente della Legadue nel 2009. Negli ultimi anni si
era dedicato a un’attività di guide turistiche, raccontando Bologna agli
stranieri con la stessa energia con cui raccontava il basket in TV.
Fu protagonista anche in campo internazionale, sfiorando nel 1981 la Coppa dei Campioni: in finale contro il Maccabi Tel Aviv segnò 26 punti, ma a pochi secondi dalla fine gli fu fischiato uno sfondamento decisivo. Un episodio rimasto nella memoria dei tifosi.
In nazionale, Bonamico fu un punto fermo dell’Italia allenata da Sandro Gamba. Con gli Azzurri conquistò l’argento alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 e l’oro europeo a Nantes nel 1983, vivendo da protagonista una delle stagioni più gloriose del basket italiano.
Un simbolo dentro e fuori dal campo
Oltre ai successi sportivi, Bonamico è stato un esempio di fedeltà e
passione per il basket. Ha vestito anche le maglie di Fortitudo, Siena,
Milano, Forlì e Udine, ma è con la Virtus che ha scritto la sua storia
più importante. Dopo il ritiro nel 1995, ha continuato a vivere il mondo
della pallacanestro come telecronista Rai – spesso accanto a Franco
Lauro – e come presidente della Legadue nel 2009. Negli ultimi anni si
era dedicato a un’attività di guide turistiche, raccontando Bologna agli
stranieri con la stessa energia con cui raccontava il basket in TV.
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