giovedì 10 aprile 2025

CHE FIGURA DI MERDA COLOSSALE PER DONALD TRUMP

 

CHE FIGURA DI MERDA COLOSSALE PER DONALD TRUMP: A UNA SETTIMANA DALL'INTRODUZIONE DEI DAZI RECIPROCI CONTRO TUTTI I PAESI DEL MONDO, È COSTRETTO A RINCULARE E ANNUNCIA  UNO STOP DI 90 GIORNI ALLE TARIFFE, "TRANNE CHE PER LA CINA" (LE INDISCREZIONI CHE LUNEDÌ AVEVANO FATTO SPERARE LE BORSE ERANO VERE) - IL COWBOY COATTO DELLA CASA BIANCA, DOPO ESSERSI VANTATO CHE GLI ALTRI LEADER LO STESSERO CHIAMANDO PER "BACIARGLI IL CULO", SE L'È FATTA SOTTO DI FRONTE AL TRACOLLO DEI MERCATI, CHE HANNO BRUCIATO 10MILA MILIARDI DI DOLLARI. SOPRATTUTTO, SI È TERRORIZZATO QUANDO HA VISTO I TITOLI DI STATO AMERICANI DIVENTARE SPAZZATURA (IERI UN'ASTA DA 58 MILIARDI DI DOLLARI DI BOND TRENTENNALI È ANDATA QUASI DESERTA)  - PECHINO NON ABBOCCA ALLE MINACCE DEL TYCOON PERCHÉ HA LA FORZA DI RISPONDERE: GRAZIE AL PETROLIO IRANIANO E AL GAS RUSSO, POTREBBE PERSINO TRASFORMARE IN “AUTARCHICA” LA SUA ECONOMIA. E HA IN MANO L'ARMA DA FINE DEL MONDO: HA IN TASCA 759 MILIARDI DI DEBITO PUBBLICO AMERICANO - LA BORSA DI NEW YORK FESTEGGIA

xi jinping donald trump usa cina  

 

In base alla mancanza di rispetto dimostrata dalla Cina nei confronti dei mercati mondiali, con la presente annuncio l’aumento immediato della tariffa applicata dalla United States of America alla Cina al 125%. Mi auguro che, prima o poi – e possibilmente nel prossimo futuro – la Cina si renda conto che i tempi in cui poteva approfittare degli Stati Uniti (e di altri Paesi) non sono più sostenibili né accettabili.

 

Al contrario, e considerato che oltre 75 Paesi hanno contattato rappresentanti degli Stati Uniti, inclusi i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e l’USTR (Rappresentante per il Commercio), per negoziare una soluzione sui temi in discussione relativi a commercio, barriere commerciali, dazi, manipolazione valutaria e barriere non tariffarie, e che tali Paesi – su mio forte suggerimento – non hanno in alcun modo reagito con ritorsioni contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una PAUSA di 90 giorni, durante la quale sarà applicata una tariffa reciproca sostanzialmente ridotta del 10%, anch’essa con effetto immediato.

 

Grazie per l’attenzione su questa questione!

 

Trump, pausa immediata di 90 giorni sui dazi reciproci 

TADAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

(ANSA) - Donald Trump ha annunciato una pausa immediata di 90 giorni sui dazi reciproci tranne la Cina.

 

"Al contrario (della Cina, ndr) - scrive Trump su Truth - considerando il fatto che più di 75 Paesi hanno contattato i rappresentanti degli Stati Uniti — inclusi i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e l'Ufficio del Rappresentante per il Commercio (Ustr) — per negoziare una soluzione riguardo ai temi discussi relativi al commercio, alle barriere commerciali, alle tariffe, alla manipolazione valutaria e alle tariffe non monetarie, e che questi Paesi, su mia forte raccomandazione, non hanno in alcun modo reagito contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una pausa di 90 giorni e una tariffa reciproca sostanzialmente ridotta, al 10%, anch'essa con effetto immediato".

 

 

TRUMP AUMENTA FINO AL 125% I DAZI ALLA CINA 

CINA VS TRUMP

(ANSA) -Donald Trump ha aumentato fino al 125% i dazi alla Cina. "In base alla mancanza di rispetto che la Cina ha mostrato verso i mercati mondiali - ha scritto Trump su Truth - con la presente aumento la tariffa applicata alla Cina dagli Stati Uniti d'America al 125%, con effetto immediato.

 

Spero che, in un futuro non troppo lontano, la Cina si renda conto che i tempi in cui si approfittava degli Stati Uniti e di altri Paesi non sono più sostenibili né accettabili".

 

BORSA: VOLA WALL STREET DOPO ANNUNCIO TRUMP SU PAUSA DAZI, NASDAQ A +7,74%

(Adnkronos) - Vola Wall Street dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una pausa di 90 giorni per l'imposizione di dazi su tutti i Paesi, ad eccezione della Cina. Il Dow Jones avanza del 5,11%, mentre S&P 500 segna +6,05%. In rialzo il Nasdaq a +7,74%.

 

DAGOREPORT

L'unica certezza, con Trump, è che non ci si annoia mai. A una settimana esatta dall'annuncio dei dazi reciproci contro tutti i Paesi del mondo, il Caligola di Mar-a-Lago ci ha già ripensato: stop alle tariffe per 90 giorni per tutti, tranne che per la Cina, a cui Washington aumenta ancora le barriere doganali al 125%.

elon musk donald trump

 

Una mossa per certi aspetti prevedibile di fronte al caos scatenato dal "dazismo" del cowboy coatto che siede alla Casa bianca. Il presidente americano si è evidentemente cagato sotto di fronte alla reazione dei mercati, che hanno bruciato qualcosa come 10mila miliardi di dollari. Persino i suoi più stretti alleati, come Elon Musk, gli hanno consigliato di fare un passo indietro. E così è stato. 

 

A essere fatale, e decisiva, è stata la tensione sui titoli di Stato a stelle e strisce. Se l'asta di oggi dei 39 miliardi di titoli a 10 anni è "andata bene", dicono dalla Casa Bianca, pur con rendimenti oltre il 4%, quella di ieri a 30 anni è stata un mezzo fallimento, al punto che il "Wall Street Journal" ha parlato di accoglienza "tiepida"

 

E con nuove aste all’orizzonte, se lo scetticismo degli investitori avesse trovato ancora linfa per le mattane protezioniste di Trump, la situazione potrebbe precipitare.

 

TREASURY BOND

Tra tutti gli acquirenti, chi può far saltare il banco davvero è la Cina. Pechino, che con i suoi 759 miliardi di dollari in bond statunitensi in pancia è il secondo detentore di debito americano dopo il Giappone (Tokyo ha in portafoglio mille miliardi di dollari), può esercitare una pressione finanziare ben più rilevante del gioco al rialzo sulle tariffe e contro-tariffe (oggi ha innalzato le barriere doganali all’84%, in risposta al 104 americano).

 

È anche per questo che il regime comunista, in questi giorni, sta mostrando totale fermezza e inusitata calma davanti alla guerra commerciale dichiarata dal Caligola di Mar-a-Lago. Ed è anche per questo che Trump ha deciso di alzare le tariffe a Pechino. Le autorità cinesi, che non perdono occasione per tendere a Trump un ramoscello d’ulivo chiedendogli di rivedere le sue politiche commerciali, mostrano i muscoli: “No ai ricatti, combatteremo fino alla fine”.

 

MAKE CHINA GREAT AGAIN

Il Dragone, è il messaggio tra le righe, ha la forza per esercitare una vera “ritorsione”. Altro che dazi sulle Harley Davidson.

 

Soprattutto perché, secondo gli analisti, la Cina ha tutte le capacità industriali per trasformarsi in un’economia autarchica. A differenza dell’Occidente, ha una capacità produttiva smisurata, un crescento mercato interno da alimentare e il vantaggio di un’opinione pubblica “sotto controllo”.

 

Le occorrono solo importanti rifornimenti di petrolio e gas, ben garantiti dai suoi alleati Iran e Russia. I gasdotti di Putin, infatti, hanno pompato risorse naturali a basso costo verso la Cina nel corso degli ultimi tre anni: gli acquisti realizzati da Xi Jinping hanno depotenziato le sanzioni occidentali a Mosca.

 

CROLLO BORSE

Pechino, come al solito, riesce a interpretare più ruoli in commedia: da una parte rinsalda l’amicizia “senza limiti” con la Russia, dall’altra flirta con l’Unione europea, a cui propone affari, investimenti e partnership in vari campi.

 

Il pensiero strategico cinese ha chiaro l’orizzonte da perseguire sul lungo periodo (diventare la potenza egemone a livello mondiale) e i metodi per realizzarlo (usando il soft power). Ieri una lunga telefonata tra Ursula von der Leyen e il premier cinese, Li Qiang, ha di fatto riaperto la “via della Seta” per le imprese europee. Un avvicinamento confermato dall’incontro di oggi tra la presidente della Bce, Christine Lagarde, e un alto funzionario della Banca centrale cinese.

 

emmanuel macron xi jinping ursula von der leyen

La Kaiser Ursula ha capito di dover diversificare gli sbocchi commerciali dell’Unione dopo l’armageddon dazista di Trump. A settembre-ottobre del 2025, potrebbe definitivamente andare in porto anche l’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e l’India, che ha già ricevuto l’ok del Consiglio europeo. Destino simile avrà l’accordo Ue-Mercosur, con i paesi dell’America latina, che non avendo bisogno di un voto all’unanimità andrà presto in porto.

 

Con queste mosse la presidente della Commissione europea è convinta di potersi gradualmente sganciare dal mercato americano: tra Cina, India e America latina, le imprese europee dovrebbero poter continuare a esportare senza troppi drammi (in fondo, l’export negli Stati Uniti conta solo il 27% del totale per l’Ue).

 

ALLARME DI JPMORGAN IL RISCHIO RECESSIONE SALE AL 79 PER CENTO

Da "la Repubblica"

 

Salgono sempre più le prospettive di recessione negli Stati Uniti. È questa la convinzione dei mercati, letti con la lente della banca d’affari JpMorgan. Secondo la sua analisi, l’incertezza generata dai dazi di Trump ha portato l’indice Russell 2000 - quello focalizzato sulle aziende più piccole e che meglio rappresentano l’andamento dell’economia americana - a scontare ormai una probabilità di recessione economica del 79 per cento. A novembre eravamo solo all’1 per cento. Ma l’allarme risuona anche altrove. JpMorgan calcola infatti che l’S&P 500, principale indice di Wall Street, stia ormai dando per possibile una virata al ribasso dell’economia al 62 per cento, mentre i metalli di base la collocano al 68 per cento.

 

 

li qiang china development forum 2.

L'INTENSIFICARSI DELLE VENDITE DI TITOLI DEL TESORO ALIMENTA I TIMORI

Traduzione di un estratto dell’articolo di Sam Goldfarb per www.wsj.com

 

Una svendita aggressiva dei titoli del Tesoro statunitensi a lungo termine suggerisce che praticamente nessun investimento sia sicuro […].

 

Nelle prime contrattazioni negli Stati Uniti, il rendimento del titolo di riferimento a 10 anni ha superato il 4,47%. Era salito dal 4,26% di martedì pomeriggio e da meno del 4% alla fine della scorsa settimana. Il rendimento del bond trentennale è aumentato ancora di più, superando il 4,9%. Ha toccato brevemente il 5% durante la notte.

 

CAPPELLO MAGA MADE IN CHINA

[…] I rendimenti dei Treasury […] erano inizialmente crollati dopo l’annuncio di Trump dei nuovi dazi il 2 aprile, riflettendo una fuga verso i beni rifugio mentre gli investitori vendevano asset più rischiosi come le azioni.

 

Tuttavia, i rendimenti a lungo termine hanno invertito la rotta lunedì e sono saliti ulteriormente martedì, dopo che un’asta da 58 miliardi di dollari di titoli a 3 anni ha ricevuto una domanda tiepida.

 

«Dato questo grande shock con i dazi e tutto il resto, la gente è semplicemente nervosa», ha detto Thanos Bardas, co-responsabile globale del reddito fisso investment-grade presso Neuberger Berman. […]

 

DONALD TRUMP CON IL CARTELLONE DEI DAZI

DRAMMATICA SVENDITA DI TITOLI DI STATO STATUNITENSI MENTRE SI AGGRAVA IL PANICO PER LA GUERRA TARIFFARIA

Traduzione di un estratto dell’articolo di Phillip Inman e Jasper Jolly per www.theguardian.com

 

I titoli di Stato statunitensi, tradizionalmente considerati uno degli asset finanziari più sicuri al mondo, stanno subendo una drammatica svendita mentre l’escalation della guerra dei dazi di Donald Trump con la Cina scatena il panico in tutti i settori dei mercati finanziari.

 

TUTTI I DAZI PER MARY - MEME BY EMILIANO CARLI

I cali indicano che, con l’entrata in vigore della nuova ondata di dazi di Trump contro decine di economie – comprese imposte del 104% sui beni cinesi – gli investitori stanno iniziando a perdere fiducia negli Stati Uniti come pilastro dell’economia globale.

 

Il rendimento – ovvero il tasso di interesse – del Treasury statunitense a 10 anni di riferimento è salito mercoledì di 0,16 punti percentuali, raggiungendo il 4,42%, il livello più alto dalla fine di febbraio – e questa settimana ha registrato i tre maggiori movimenti intraday da quando Trump è stato eletto nel novembre 2016. I rendimenti si muovono in modo inverso ai prezzi, quindi un’impennata dei rendimenti indica un calo dei prezzi dovuto a una minore domanda.

 

TREASURY BOND

Il movimento sul titolo trentennale è stato ancora più drammatico. Il rendimento del titolo a 30 anni è salito brevemente sopra il 5%, il livello più alto dalla fine del 2023, e ha poi chiuso intorno al 4,9157%, ovvero 0,2 punti percentuali in più rispetto a martedì.

 

«Questa è una svendita da incendio dei Treasury», ha dichiarato Calvin Yeoh, gestore di portafoglio dell’hedge fund Blue Edge Advisors. «Non vedevo movimenti o volatilità di questa portata dai giorni caotici della pandemia nel 2020», ha detto a Bloomberg.

 

trump cina

Gli analisti ritengono che la Federal Reserve statunitense potrebbe dover intervenire. Jim Reid, di Deutsche Bank, ha affermato: «I mercati stanno prezzando una crescente probabilità di un taglio d’emergenza dei tassi di interesse, proprio come accadde durante la crisi Covid e nel pieno della crisi finanziaria globale del 2008».

 

[...] L’intransigenza della Cina di fronte all’escalation dei dazi statunitensi sembra indicare che le due maggiori economie del mondo si stanno avvicinando a uno scontro, il cui esito – secondo gli analisti – è difficile da prevedere.

 

TREASURY BOND

«Quando veniamo sfidati, non ci tiriamo mai indietro», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian. Il ministero del Commercio ha dichiarato: «La Cina combatterà fino alla fine se gli Stati Uniti insisteranno nel percorrere la strada sbagliata». Pechino ha promesso ulteriori contromisure.

 

Non è chiaro se tra le modifiche alla politica cinese sia inclusa la vendita dei Treasury USA – di cui la Cina è uno dei maggiori detentori al mondo – cosa che aumenterebbe il dolore finanziario per l’amministrazione americana. I mercati azionari globali stanno vivendo un’altra giornata turbolenta mentre i dazi entrano in vigore. [...]

Trump Cina1MEME SUL CROLLO IN BORSA DOPO LE PAROLE DI TRUMP trump rischia di urtare la cinaDONALD TRUMP CON IL LIBRONE DEI DAZI I DAZI DI TRUMP - VIGNETTA BY GIANNELLIdazi tra usa e cina donald trump - forza dazio - immagine generata dall intelligenza artificialeCROLLO BORSE CROLLO BORSE xi jinping

 

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