⚽️ «In generale amo lo sport. Il football americano e il baseball sono una glorificazione dell’esperienza umana, ma il calcio ne è l’incarnazione. Per questo dà tanto ai tifosi. Il calcio moltiplica le situazioni in cui è possibile avvertire la grandezza della condizione umana. Nel 1970 ero presente alla finale del Mondiale tra Italia e Brasile, giocata all’Azteca di Città del Messico.
🇮🇹 Il Brasile fu incredibile, ma l’Italia aveva un’organizzazione difensiva magnifica. Difensiva nel senso buono: il modo di giocare dell’Italia era puro Machiavelli! E penso che sia grazie a quel gioco che l’Italia ha vinto il Mondiale del 1982. Ero a Madrid quel giorno, e il presidente italiano voleva che io tornassi in Italia con lui per i festeggiamenti. Purtroppo non potevo. Ma fu un gran giorno.
🟰 Però, guardi l’ultimo mondiale: i giocatori vanno da un Paese europeo all’altro, sicché la tecnica di gioco è ormai universale. Tutte le grandi Nazionali giocano allo stesso modo. Non vincono per il loro carattere nazionale. È solo questione tecnica. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, ospiteremo la prossima Coppa del Mondo, quindi spero che gli americani si appassionino al calcio.
📊 In generale, se guardi gli sport americani, ti accorgi di come ogni giocata, ogni azione, possa essere analizzata nel dettaglio. Puoi disporre di ogni tipo di statistica. Gli americani amano questa cosa. Il calcio europeo invece è più fluido. La bellezza del calcio europeo sta proprio nella sua fluidità, e nell’impossibilità di fare qualsiasi tipo di previsione.
💬 Così parlava Henry Kissinger, morto oggi a 100 anni. Un uomo che, con le sue luci e le sue ombre, ha segnato più di chiunque altro la politica globale del secondo '900. Ma anche un grande appassionato di calcio, a cui ha dedicato spesso riflessioni – basti pensare che, in occasione dei suoi 100 anni, lo ha intervistato direttamente il Bayern Monaco, club di cui era appassionato per l'amore riservato al 'Kaiser' Franz Beckenbauer.
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