di Massimo Basile
Rapoport, 52 anni, era da anni una spina nel fianco del Cremlino, e aveva molti progetti attivi tra gli Usa in cui viveva e Kiev. Spesso intervistato dai giornali americani, aveva denunciato le morti sospette di tanti dissidenti russi
NEW YORK - Lo hanno trovato morto, sul marciapiede, la notte del 14 agosto, ai piedi di un palazzo con portiere del quartiere di Georgetown, Washington. Per la polizia sarebbe un caso di sucidio: Dan Rapoport, 52 anni, finanziere lettone con cittadinanza americana, aveva addosso un paio di infradito color arancione, un cappello nero, e più di dueila dollari in tasca. Non sembrano i dettagli di uno che voleva farla finita, ma la polizia ha dichiarato che aspetta di conoscere i risultati dell’autopsia per fornire un'ipotesi definitiva.
Il dubbio è legato alla storia di Rapoport, il quale non sarebbe il classico ricco stanco di vivere, ma uno con molti progetti, tra l’Ucraina e gli Stati Uniti, e soprattutto famoso per essere stato da anni un pubblico accusatore del presidente russo Vladimir Putin.
Dopo aver fatto una fortuna a Mosca, dove collaborava con il governo, il finanziere era emigrato nel 2012 negli Stati Uniti, per sistemarsi nella capitale. Su Facebook aveva scritto di essere “disgustato” dalla Russia di Putin. A Washington aveva acquistato una casa nel quartiere delle ambasciate chiamato Kalorama, poi venduta, nel 2016, a Ivanka Trump e al marito Jared Kushner. Da allora Rapoport viveva nella zona di Georgetown, in un palazzo di appartamenti con vista panoramica, e faceva la spola con Kiev.
Spesso veniva intervistato dai media americani ai quali forniva critiche corrosive nei confronti di Putin, accusato di essere il mandante di una serie di misteriosi omicidi di dissidenti russi. In passato era stato indicato come la “fonte” che aveva ispirato una serie di articoli sul Pentagono scritti da un blogger. Rapoport si era schierato pubblicamente con Alexei Navalny, il leader dell’opposizione arrestato a Mosca.
Il finanziere aveva legami con tutta l’elite politica e finanziaria di Washington. “Niente da aggiungere”, ha commentato al sito Politico David Satter, collaboratore del Wall Street Journal e autore di molti libri sulla Russia di Putin. “Ma questo - ha aggiunto - è il motivo per cui bisogna indagare. In base a tutto quello che sappiamo è molto, molto strano”.
La notizia della morte del finanziere non è arrivata dagli Stati Uniti, ma attraverso Telegram da parte di una giornalista del magazine russo di gossip Tatler, che aveva subito parlato di suicidio: Rapoport avrebbe lasciato un messaggio accompagnato da una mazzetta di dollari attaccata al suo cane, perché qualcuno si fosse preso cura di lui. Visto che uno dei metodi usati dagli 007 di molti Paesi è quello di fornire le storie più delicate ai giornali di gossip, molti si sono chiesti come Tatler fosse entrato a conoscenza in così poco tempo della morte del finanziere, avvenuta a migliaia di chilometri di distanza.
La moglie di Rapoport, in un’intervista a media russi, ha negato la storia del messaggio lasciato dal marito. Il finanziere, ha aggiunto, “aveva molti progetti” a cui stava pensando. La polizia non ha trovato nessuna nota di addio. “La vedova è assolutamente certa che non sia stato un suicidio”, ha aggiunto un amico di famiglia, Ilya Ponomarev, l’unico della Duma, il parlamento russo, a votare contro l’annessione della Crimea.
Ponomarev teme che sia una riedizione di quanto successo nel 2015, quando la morte a Washington di un ex dirigente di Russia Today, Mikhail Lesin, precipitato dalla camera dell’hotel Dupont Circle, venne rapidamente catalogata come incidente causato dall’alcol. Due anni dopo era toccato a un ex socio di Rapoport, Sergei Tkachneko, trovato morto per strada a Mosca. Anche lui, dissero, aveva deciso di farla finita.
https://www.repubblica.it/esteri/2022/08/29/news/lo_strano_suicidio_del_finanziere_lettone_che_aveva_fatto_fortuna_a_mosca_trovato_morto_a_washington-363329351/
Putin71
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