Sta girando una notizia su cui tanti, troppi sghignazzano, ridono, fanno battute. La notizia di un uomo che ieri sera ha cercato di suicidarsi gettandosi da Ponte Garibaldi a Roma, perché gli hanno tolto il reddito di cittadinanza.
Parliamo di un uomo di 61 anni senza fissa dimora, disoccupato, a cui lo Stato ha tolto poche centinaia di euro al mese.
La notizia non fa ridere, fa solo tanta tristezza. Ma tanta, proprio tanta. La disperazione, il dolore, la rassegnazione non è una cosa su cui ridere, è qualcosa che dovrebbe far disperare.
C'è tanto dolore in giro. C'è un'aria pervasa da quella sensazione che tanti di noi per fortuna non hanno mai sperimentato: la totale assoluta mancanza di speranza. Il rassegnarsi a vivere sotto un ponte, a vivere di elemosina o di pochi spicci al mese. L'accettazione di una condizione che magari nei primi tempi si pensava fosse temporanea, sfortunata, ma che con il tempo diventa permanente e ci emargina portandoci a diventare dei fantasmi.
A quest'uomo hanno tolto l'ultima barriera, la miseria di poche centinaia di euro al mese che probabilmente lo speravano dall'elemosinare ai margini delle strade. E non fa ridere quello che è successo.
Fa solo incazzare.
Leonardo Cecchi
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