domenica 7 agosto 2022

Archie Battershee

 


Archie Battersbee aveva 12 anni, in stato vegetativo dal 7 aprile scorso, quando la mamma Hollie lo ha trovato in casa, incosciente, con una corda al collo, forse - ha dichiarato lei - “dopo una sfida online con gli amici, forse su Tik Tok”.


Ieri, dopo 120 giorni di agonia in coma irreversibile, dichiarato dal London Royal Hospital cerebralmente morto dai medici e senza alcuna possibilità di risveglio, i giudici hanno dato il via libera ai medici per staccare le macchine che lo tenevano - solo clinicamente - in vita. 


Una decisione durissima e sofferta ma che ha liberato Archie da un corpo ormai ridotto a mera prigione.


I genitori hanno combattuto fino all’ultimo contro la decisione, hanno addirittura parlato di “esecuzione di un bambino”.


Per carità, nessuno può comprendere fino in fondo la reazione di una mamma e un papà davanti a una tale tragedia.


Ma, di fronte all’evidenza, non esiste un gesto di umanità ed empatia più profondo che lasciare un figlio libero di andare, di sfuggire a una non-vita. 


Credo non ci sia atto d’amore più grande. Doloroso ed enorme.

Lorenzo Tosa

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