sabato 20 agosto 2022

Addio a James Lovelock, pioniere degli studi ambientali e padre della teoria di Gaia

 


Il grande studioso inglese è morto il giorno del suo 103esimo compleanno. Fu il primo, quasi voce nel deserto, a metterci in guardia dai rischi climatici rappresentati dall’attività industriale, ma anche civile, in un mondo sempre più affollato

di Leopoldo Benacchio

James Lovelock, l’ideatore dell’ipotesi Gaia, se ne è andato nel giorno del suo 103esimo compleanno, a causa delle complicanze di una brutta caduta avvenuta nel gennaio scorso. Alla sua età era infatti ancora solito passeggiare per la campagna del Dorset, una delle parti più belle del sud del Regno Unito, non molto distante da Exeter.

Lovelock era una figura di scienziato che raramente si è vista nella storia dai tempi di Galileo Galilei. Preparato, molto intelligente, osservatore, il campione del pensiero indipendente, che portava avanti con decisione e grande competenza, anche quando venne quasi sbeffeggiato da molti per le sue teorie: quella di Gaia in particolare, che vede la Terra come un organismo complesso e reagente, e non come una palla da biliardo fatta a nostro uso e consumo che gira attorno al Sole.

La Teoria di Gaia

Gaia in particolare, che oggi viene non solo accettata come teoria ma viene praticata in tutti laboratori che si occupano di ambiente, ha rappresentato una svolta fondamentale nella concezione del posto dell'uomo nella natura, sempre meno signore e padrone e sempre più ospite che deve usare grandi riguardi alla casa che gli è stata regalata. Ma non sembra farlo proprio visti i risultati.

La Terra, per Lovelock, non è qui per noi, ma noi siamo solo uno degli organismi, tanti, che interagiscono fra loro e con l'ambiente, formando una comunità che si deve autoregolare. Era un chimico di formazione e questo gli permise di lavorare , ancora negli anni ‘70 del secolo scorso, con Nasa, che iniziava l’esplorazione dei pianeti del sistema solare. Furono i suoi studi sull'atmosfera marziana, statica, praticamente immobile nella composizione, che lo convinsero che sul Pianeta Rosso non poteva esserci vita, ma soprattutto lo fecero ragionare sul fatto che l'atmosfera della nostra Terra, con il suo incessante divenire e mutare, poteva essere considerata come un gigantesco reattore chimico in cui i differenti organismi continuamente partecipano all'equilibrio del pianeta.

Era nata Gaia, l'ipotesi che allora fu guardata addirittura con sufficienza e quasi con sberleffo. Su questo Lovelock ha lavorato fino all'ultimo, con punte alternate di ottimismo e, specie nell'ultimo periodo, di pessimismo. La Teoria di Gaia, sviluppata assieme allo scienziato del Pentagono Dian Hitchcock e con la biologa statunitense Lynn Margulis, ci ha permesso di capire in modo nuovo e più significativo l’interazione tra la nostra vita, la nostra attività e l'atmosfera.

I rischi climatici

Lovelock fu il primo, quasi voce nel deserto, a metterci in guardia dai rischi climatici rappresentati dall’attività industriale, ma anche civile, in un mondo sempre più affollato. Prima di Gaia, ma forse ci stava già pensando, negli anni ‘60, da chimico e inventore come ogni scienziato brillante può essere, realizzò il suo rivelatore “ultrasensibile a cattura di elettroni” che, al di là della tecnicalità, si rivelò lo strumento principe per capire, per la prima volta, come i veleni che produciamo con le nostre attività si diffondono silenziosi nell’aria, nell'acqua, nel terreno e da lì nel cibo, che formerà poi le nostre cellule.

La sua battaglia contro i fluorocarburi che bucano l'atmosfera, forse una delle poche vinte contro l'inquinamento, se non la sola, e contro i prodotti petroliferi sono esempio di una personalità di grande levatura scientifica e anche indipendenza. Il suo ultimo contributo, il libro sul Novocene e le sue dichiarazioni, recentissime, sull’Intelligenza Artificiale come forma autonoma di vita che prenderà il sopravvento, sono lì a continuare a dirci che non abbiamo capito bene, forse, la lezione dell'evoluzione.

La sua famiglia ha rilasciato una dichiarazione tanto semplice quanto commovente, nello spirito di quest'uomo che ha lavorato tutta la vita per farci capire che dobbiamo migliorare il nostro rapporto con l'ambiente. Perchè Gaia, forse a malincuore, può fare a meno di noi, ma noi non possiamo fare a meno di lei.

Moglie, figli e nipoti, che lo hanno assistito nell'ultimo passaggio, hanno detto: «Il nostro amato James Lovelock è morto ieri nella sua casa circondato dalla sua famiglia nel giorno del suo 103esimo compleanno. Nel mondo era meglio conosciuto come pioniere scientifico, profeta del clima e ideatore della teoria di Gaia. Per noi era un marito amorevole e un padre meraviglioso con uno sconfinato senso di curiosità, un senso dell’umorismo malizioso e una passione per la natura».

https://www.ilsole24ore.com/art/addio-james-lovelock-pioniere-studi-ambientali-e-padre-teoria-gaia-AEzOHUpB

Kissinger71

 

 

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