mercoledì 24 novembre 2021

Lea Garofalo

 


“Di me si parlerà quando non ci sarò più” aveva confessato al suo avvocato. E così è andata.


Lea Garofalo è stata una delle primissime donne ad aver avuto il coraggio di ribellarsi alla propria famiglia di ‘ndrangheta.


Aveva incominciato a parlare nel 2002, in cambio della protezione dello Stato per sé e per la figlia Denise. 

Per lei sognava un destino diverso da quello che le era toccato in sorte, voleva che studiasse, “perché sapeva che solo la scuola ti può far alzare la testa e dire di no”.


Per questo aveva raccontato tutto: lo spaccio, le faide, gli omicidi. 

Per questo, una volta abbandonato il programma di protezione, il 24 novembre 2009, esattamente 12 anni fa, è stata raggiunta a Milano dal suo ex compagno, uccisa e il suo corpo dato alle fiamme. Aveva 35 anni. 


Per il suo omicidio quattro membri del clan sono stati condannati all’ergastolo, tra cui anche il suo assassino.


Solo allora, su richiesta della figlia, il 19 ottobre 2013 Milano l’ha salutata per l’ultima volta in una piazza Beccaria gremita all’inverosimile, con le parole della figlia Denise.


“La mia cara mamma ha avuto il coraggio di ribellarsi alla cultura della mafia, la forza di non piegarsi alla rassegnazione e all’indifferenza. Il suo funerale pubblico è un segno di vicinanza non solo a lei, ma a tutte le donne e gli uomini che hanno rischiato e continuano a mettersi in gioco per i propri valori, per la propria dignità e per la giustizia di tutti".


A questa donna straordinaria, al suo coraggio, al suo esempio, il ricordo di tutti noi.

Lorenzo Tosa 

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