E’ abitudine diffusa usare il termine “gesuita” per indicare, in
un’accezione prevalentemente negativa, una certa tipologia di uomini. Di
quest’ultima genia, alcuni nomi sono noti anche fuori dai confini della
Chiesa cattolica: Teilhard de Chardin, Henry de Lubac, Karl Rahner.
Meno noto, ma a mio sommesso parere non meno degno di nota, è padre
Roger Lenaers, gesuita belga nato nel 1925 e deceduto il 5 agosto appena
trascorso. La stampa e gli altri mezzi di informazione hanno quasi
unanimemente bypassato la notizia. In Rete c’è solo un trafiletto
accorato nel blog di don Franco Barbero che ne sintetizza efficacemente
il profilo. Si potrebbe dire, senza tema di esagerazione, che Lenaers , a
parte i suoi meriti di grecista e latinista, ha compiuto un lavoro di
ripensamento radicale della teologia cattolica paragonabile al tentativo
che il suo confratello Jorge Mario Bergoglio sta provando a realizzare
sul piano pratico, organizzativo e operativo.
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Kissinger71
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