di Valeria Arnaldi
Allarme challenge. Cresce il numero di minori coinvolti in sfide estreme sui social. Il Garante per la protezione dei dati personali ha preso misure per TikTok e ha aperto fascicoli per Facebook e Instagram.
Pasquale Stanzione, giurista, presidente dell'Autorità garante dal 29 luglio scorso, cosa sta succedendo?
«Il Garante ha ritenuto indifferibile esigere dalle piattaforme il
rispetto di alcuni obblighi essenziali a tutela dei minori, primo tra
tutti il dovere di verificare l'età degli utenti. I social devono
predisporre sistemi che riescano davvero a garantire che chi apra un
profilo abbia l'età per farlo: almeno 14 anni in Italia».
Quali le misure attuali per contrastare i rischi per i minori sui social?
«Oltre all'age verification, occorre tutelarli dai contenuti illeciti,
tramite l'ineludibile controllo dei genitori in via preventiva e, in via
successiva, l'intervento di magistratura, polizia, in particolare
postale, ma anche Garante, soprattutto rispetto al cyberbullismo».
Come si verifica l'età senza violare la privacy?
«Le possibilità sono diverse purché si coniughi la necessità di
accertamento univoco dell'età con l'esigenza di evitare di fare, di ogni
social, una sorta di anagrafe mondiale della popolazione».
Non teme che, imposte tali verifiche ai social, i ragazzi trovino altri modi, senza controllo, per sfidarsi in Rete?
«Purtroppo la tecnica, se sorretta da intenti illeciti, rende possibile
eludere quasi ogni norma. Non è esclusa l'eventualità che le sfide
illecite si perseguano in altri canali, più sfuggenti alla
regolamentazione. Ma non è un buon motivo per rinunciare a disciplinare.
Anzi, tale possibilità deve indurre a rafforzare i controlli, giungendo
anche ai livelli della Rete più nascosti».
I minori, ora, sono spesso connessi, pure per la Dad, come si gestisce la nuova mole di rischio?
«Vanno garantite la sicurezza dei canali in cui i dati, specie dei
minori, transitano e un'adeguata formazione digitale dei ragazzi, che li
renda consapevoli di opportunità e rischi della Rete».
I social impongono interventi a livello internazionale.
«La cooperazione a livello europeo è intensa e costante, ma va estesa a
livello globale: la protezione dei dati deve assurgere a diritto
universalmente tutelato».
E se i social non rispetteranno le misure?
«L'inosservanza di provvedimenti individuali inibitori determina
responsabilità amministrativa e persino penale, ma confido che la
persuasione faccia più della coercizione».
https://www.leggo.it/italia/cronache/garante_privacy_minori_web_social_pasquale_stanzione_intervista_ultime_notizie-5737176.html
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