Continua la stretta di Mosca sull'oppositore politico
La polizia russa ieri sera ha fermato alcuni collaboratori del leader dell'opposizione Alexiei Navalny.
Secondo la testata online Meduza, a Mosca gli agenti hanno fermato la
portavoce del dissidente, Kira Yarmish, e Gheorghi Alburov, che lavora
per il dipartimento investigativo della Fondazione anticorruzione di
Navalny.
Ci sono stati fermi anche in altre zone della Russia: tra i fermati risultano infatti Anastasia Panchenko, coordinatrice degli attivisti di Navalny nella regione di Krasnodar, e un volontario dell'oppositore a Kaliningrad.
Gheorghi Alburov - scrive sempre Meduza - è stato fermato nella stazione ferroviaria Leningradsky di Mosca e portato in commissariato. Quando la polizia si è presentata a casa di Kira Yarmish, la portavoce di Navalny non ha aperto la porta agli agenti, che l'hanno però fermata dopo l'arrivo del suo avvocato. I poliziotti avrebbero poi perquisito l'appartamento. Secondo l'agenzia Tass, Alburov e Yarmish sono stati fermati per incitamento a manifestazioni non autorizzate. Domani si prevedono proteste contro l'arresto di Navalny, fermato non appena ha rimesso piede in Russia dopo un avvelenamento per il quale si sospettano i servizi segreti russi. Ieri la polizia aveva già fermato una delle più strette collaboratrici di Navalny: la legale del Fondo anticorruzione, Liubov Sobol, nota per essere stata una delle figure di spicco delle proteste antigovernative del 2019. Un altro collaboratore del Fondo anticorruzione, Vladlen Los, cittadino bielorusso, ha annunciato che le autorità di Mosca gli hanno ordinato di lasciare la Russia entro il 25 gennaio e gli hanno proibito di tornare nel Paese per quasi tre anni, fino al 27 novembre 2023.
Intanto l'avvocata di Navalny, Olga Mikhailova, denuncia che all'oppositore russo non vengono consegnate lettere nel carcere Matrosskaya Tishina, dove è rinchiuso dal 18 gennaio: "Non ha ricevuto nessuna lettera, nessuna, sono vietati gli incontri coi familiari e le consegne di oggetti, questo a causa della pandemia", ha spiegato la legale, secondo cui Navalny "si trova in un vuoto informativo". Il 20 gennaio è stato annunciato che "per motivi tecnici" nel carcere dove si trova Navalny avevano smesso di accettare corrispondenza per i detenuti. Lo stesso giorno, la moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, aveva fatto sapere su Instagram che il 19 gennaio le era stato comunicato che una sua lettera era stata data al marito ma che successivamente il servizio penitenziario le aveva fatto sapere che in realtà la missiva non era stata consegnata ed era "in fase di elaborazione".
(ANSA)
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