Enrico Castellani, Velleno, 1970. Photo Aurelio Amendola
Era nato a Castelmassa, in provincia di Rovigo nel 1930, Enrico Castellani, con una vocazione nell’arte ben delineata fin dagli anni giovanili. Si dedica fin dal 1956 agli studi in scultura e architettura che compie alla École Nationale Superieure, in Belgio. Nel 1957 torna in Italia e si stabilisce a Milano. “Azimuth e la comunità di Zero, ecco un salto evolutivo dell’arte in Europa. Anche se non ho mai incontrato Manzoni, ammiro Castellani perché solitario, duro, e ‘grandioso’ nella sua arte. Ho goduto a lungo dell’amicizia di Dadamaino: lei era la Nouvelle Tendance, assieme ad altri artisti lombardi”. Così raccontava Tommaso Trini, ad Alberto Zanchetta su queste colonne. Castellani nei suoi primi anni milanesi incontra infatti, e stringe rapporti di amicizia, con quella comunità di artisti che operava nel capoluogo lombardo, primo tra tutti, Piero Manzoni, con il quale forma un sodalizio artistico e fonda la rivista Azimuth.
LE MOSTRE E IL CATALOGO
Con Manzoni e Bonalumi porta avanti quella poetica dell’azzeramento che gli valse il plauso di Donald Judd che addirittura lo definì, in un articolo del 1966, il padre del minimalismo, grazie alle sue tele estroflesse che venivano movimentate con l’utilizzo di chiodi inseriti nel retro, una punzonatura che egli definì “ripetizione differente”. Citare tutte le mostre cui ha partecipato sarebbe impossibile. Molte le presenze a mostre come la Biennale di Venezia, storiche le collettive The Responsive Eye al MoMa di New York, Vitalità del negativo nell’arte italiana, a cura di Achille Bonito Oliva al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1970 o Identitè italien. L’art en Italie depuis 1959 al Centre Pompidou di Parigi, sotto la cura di Germano Celant (1981). Più recentemente ha ricevuto il Premio Imperiale per la pittura dalla Japan Art Association ed ha brillato nelle aste italiane, le famose Italian Sales di Londra. Ad esempio nel 2013, dove il suo Superficie bianca n. 34, del 1966, ed esposta alla Biennale di Venezia lo stesso anno, è stata battuta a £1,8 milioni, stimata £400-600mila da Christie’s a Londra. Nel 2013, per i tipi di Skira, è uscito il catalogo ragionato curato da Renata Wirz con Federico Sardella, che rappresenta la maggiore pubblicazione dedicata a Castellani, un resoconto sui primi cinquant’anni di lavoro con 200 immagini di opere realizzate dal 1958 ad oggi, molte delle quali inedite.
LE PRIME REAZIONI DEL MONDO DELL’ARTE
Già sui social arrivano le reazioni degli amici. Primo tra tutti, Pier Paolo Calzolari che scrive: “Morto Enrico Castellani. Un saluto devoto all’artista e all’uomo discreto . Ne sentiamo ora di già il vuoto”. Gli fa eco Maria Gloria Conti Bicocchi, collezionista e promotrice dello storico progetto art/tapes/22 che commenta “Un altro grandissimo artista ci lascia, è stato un grande dono per il mondo”.
–Santa Nastro
http://www.fondazioneenricocastellani.it/
https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2017/12/morto-enrico-castellani-larte-contemporanea-rimpiange-un-grande-artista-e-maestro/
Costanzo71
Nessun commento:
Posta un commento