martedì 13 maggio 2014

#MyStealthyFreedom. La campagna social delle donne iraniane contro l’hijab

"La mia libertà nascosta": questo lo slogan/hashtag delle donne iraniane lanciato dalla giornalista e scrittrice Masih Alinejad, per rivendicare la libertà di scegliere o meno se indossare il velo islamico.
#MyStealthyFreedom. La campagna social delle donne iraniane contro l'hijab-Penelope- In Iran, l'hijab, il velo indossato dalle donne musulmane per coprirsi il capo, è un indumento obbligatorio, secondo i dettami della legge islamica. Molte donne lo mettono volontariamente, altre solo perché la legge lo impone; coloro che non lo indossano rischiano ogni giorno, se scoperte, 70 frustate e 60 giorni di galera.
Masih Alinejad, una giornalista iraniana esule a Londra che lavora perOnTen, un programma d’informazione e satira trasmesso in Iran dal canale in farsi di Voice of America, negli ultimi giorni, su Facebook, ha lanciato una provocazione, dopo che alcune sue foto senza hijiab avevano ricevuto migliaia di like. Ha esortato le donne iraniane a posare davanti ad un obiettivo fotografico senza velo e ben presto, l'esortazione ha preso piede, diventando virale.
La giornalista ha quindi deciso di aprire una pagina su Facebook, che in pochi giorni ha raggiunto quota 130mila like, dedicata a questi scatti e di lanciare una campagna, che ha riscosso successo anche su Twitter con l’hashtag#MyStealthFreedom, la mia libertà nascosta.
Masih Alinejad, che in passato è stata molto critica nei confronti del regime iraniano, commenta sottolineando che la sua non è una battaglia politica e che le foto postate non sono di "attiviste militanti ma di persone normali".
"So che in privato molte donne tolgono il velo. Ho chiesto loro di mandarmi gli scatti di questi momenti di libertà", spiega Alinejad alla rivista francese Les Inrockuptibles. "E la risposta è stata molto più grande di quello che potessi immaginare".
Non è la prima volta che proteste simili si diffondono nel Paese, ma nessuna finora aveva coinvolto così tante persone. 
Sono anche i commenti sotto le immagini che colpiscono: una donna invia una foto di sé stessa al volante senza velo e scrive: "la mia fugace libertà, mentre guido per le strade di Teheran" o ancora "mi piace il vento che soffia sul mio viso e accarezza i miei capelli".
"Non ho alcuna intenzione di incoraggiare le persone a sfidare il hijab forzato o dargli contro" ha detto Alinejad; "Voglio solo dare voce alle migliaia e migliaia di donne iraniane che pensano di avere nessuna piattaforma di dire la loro". 
Alinejad, che è di Ghomikola, un piccolo villaggio iraniano nel Nord del Paese, ha detto che l'hijab è stato parte della sua vita quotidiana fino al 2009, fino a quando non ha lasciato l'Iran. "Per 30 anni ho indossato hijab di fronte a mio padre. c'è voluto del tempo per essere in grado di uscire e dire alla gente preferisco non avere hijab, voglio essere me stessa" ha detto.
Alinejad non si oppone al velo, ma vorrebbe che fosse una libertà di sceltadi ciascuna.
L'Iran, ultimamente, sembra essere un po' meno rigido sulla questione hijab: per esempio alcuni manifesti che ricordavano alle iraniane di coprirsi il capo con il velo sono stati molto criticati e presi di mira da parodie sui social network. E lo stesso presidente iraniano, Hassan Rohani, che nell’ultima campagna elettorale ha promosso una maggiore apertura culturale, nell’ottobre del 2013 ha chiesto alla polizia di essere più indulgente con le donne rispetto alla questione dell’hijab.
Tuttavia sono ancora molti quelli che vogliono che il velo sia obbligatorio e sottolineano la sua importanza per la legge islamica. Il 6 maggio scorso a Teheran centinaia di persone hanno manifestato contro la trasgressione di questa norma.
"Difendere la pubblica virtù, rispettare il velo e la sicurezza morale sono questioni fondamentali che non dovrebbero essere ignorate", afferma un comunicato diffuso dai manifestanti.

http://www.articolotre.com/2014/05/mystealthyfreedom-la-campagna-social-delle-donne-iraniane-contro-lhijab/

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