ALLARME POVERTÀ NELLA CAPITALE, ALMENO
IL 6% DELLE FAMIGLIE BEN SOTTO LA SOGLIA

di Paola Lo Mele

ROMA - Disoccupazione giovanile al 40%, invecchiamento inarrestabile con i nonni che fanno da paracadute sociale e gli immigrati che ringiovaniscono una popolazione sempre più anziana. Sono alcuni degli spunti arrivati dalla presentazione del rapporto sulla Povertà a Roma e nel Lazio della Comunità di Sant'Egidio. I capigruppo della maggioranza capitolina, parallelamente, hanno lanciato la proposta di istituire un fondo di contrasto alla povertà. 
Il punto di partenza sono alcuni dati Istat: a Roma il 6% delle famiglie, circa 70 mila, dichiara di avere molte difficoltà economiche; contando quelle che tirano avanti con difficoltà si arriva al 14,8%, circa 170 mila famiglie. Per individuare beneficiari, forme, modi e durata di erogazione del sostegno sarà istituito un tavolo tecnico. «Non posso che sostenere la nascita di questo Fondo – ha commentato l'assessore al Sostegno Sociale Rita Cutini -. La lotta alle povertà è un tema di tutta l'amministrazione». Il rapporto sottolinea l'aumento degli ospiti delle mense convenzionate con Roma Capitale, passati nell'ultimo anno da 13/15mila a 16/20 mila. La lunghezza della crisi, spiega il vicepresidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti, ha portato «qualche imprenditore a dover frequentare le mense dei poveri, così come può accadere ai manager licenziati dalle proprie aziende. Questi casi, di nuovi poveri, sono sempre più diffusi». E mentre i disoccupati, in generale, arrivano a quota 251.000 nel Lazio, spiccano i dati degli over 60 (oltre un milione e mezzo nella regione) e del 67% dei giovani tra i 18 e i 29 anni che vorrebbero lasciare Roma. Un desiderio alimentato, forse, anche dal caro affitti: il Lazio, infatti, vanta il primato nazionale con un prezzo medio pari a 1276 euro al mese. «Roma resta in piedi a livello economico – spiegano da Sant’Egidio -. Tale tenuta ha alla base la vitalità di alcuni settori imprenditoriali tra i quali il turismo e l'apporto dei lavoratori stranieri, spesso divenuti tenaci imprenditori».

 

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