A Shanghai per il Capodanno cinese
Grandi festeggiamenti nella New York dell’Est
(di Ida Bini)
La più occidentale delle metropoli cinesi si prepara a entrare ufficialmente nell’anno del cavallo il prossimo 31 gennaio, quando per i solenni festeggiamenti del Capodanno cinese i trasporti, le piazze, i centri commerciali, i teatri, i locali nei grattacieli più avveniristici e persino i templi più antichi verranno presi d’assalto da gente in festa che con ogni sorta di strumento rumoroso scaccerà i demoni maligni per far posto al nuovo anno, come vuole la tradizione.
Le cerimonie propiziatorie del Capodanno con i fuochi d’artificio, gli spettacoli di artisti di strada e i colorati e striscianti dragoni che invadono anche i quartieri cinesi dell’Occidente, mandano completamente in tilt Shanghai ma la confusione e il frastuono che quest’anno si vivranno dal 31 gennaio per almeno 15 giorni con la finale festa delle lanterne valgono una visita o una vacanza breve nella città più ricca e moderna, innovativa e frenetica del Paese, soprattutto se ci si lascia incantare dal più incredibile spettacolo pirotecnico sul fiume Huangpu che divide la città in due parti e che illumina lo skyline della metropoli. Se per i festeggiamenti è previsto l’arrivo di numerosissimi cinesi che visiteranno la perla dell’Oriente, altro nome di Shanghai, migliaia saranno i turisti stranieri in arrivo in queste settimane.
Il vantaggio, inoltre, è che dal primo gennaio è possibile arrivare a Shanghai senza visto (ma solo con il passaporto) a condizione di rimanervi soltanto 72 ore, sufficienti comunque per visitare la città e per godersi i festeggiamenti. Nei giorni di festa la metropoli si illumina anche con lanterne, luminarie e draghi danzanti di cartapesta sparsi un po’ ovunque, soprattutto nei centri commerciali e nelle grande vie dello shopping mentre i locali si affollano di gente vestita di rosso che canta al karaoke, beve il maotai (superalcolico) e riproduce il suono dei petardi con fastidiose ma irrinunciabili macchinette.
Il Capodanno cinese, dunque, è una festa tradizionale che richiama antiche usanze e leggende: la presenza del drago, per esempio, ricorda il temuto mostro Nian che gli uomini combattevano, spaventandolo con un enorme frastuono e vestendo di rosso, elementi che tutt’oggi dominano le parate per le strade delle città.
Si segue la tradizione anche a tavola, in famiglia e nei ristoranti dove si preparano pasti di buon augurio: pesce, simbolo dell’abbondanza, i tang yuanr, dolci di riso e purè di fagioli, e gli jiazoi, ravioli al vapore con nascosta all’interno una moneta. Ecco le strade e le zone da non perdere nei giorni di festa, dove immergersi nel fiume di persone: il quartiere Pudong, cuore economico e finanziario, che si attraversa con il naso all’insù per il grande numero di grattacieli avveniristici e gli alberghi di lusso. Qui si trovano la sede della Borsa, il World Financial Centre, la torre televisiva Oriental Pearl Tower, alta 468 metri con un panorama mozzafiato, e la Jin Mao Tower, occupata soprattutto da uffici e con un osservatorio all’ottantottesimo piano.
Sulla riva opposta del fiume si festeggia anche nel Bund, quartiere dove sorgono gli edifici storici in stile neoclassico, gotico e barocco del periodo coloniale, ristrutturati in occasione dell’Expo del 2010, ma pur sempre dall’atmosfera retrò. E’ una zona centrale di Shanghai, affascinante e autentica, sopravvissuta alla straordinaria rivoluzione urbana, che oggi ospita alberghi storici, tra cui il Peace Hotel, il più antico della città, e piazzette con mercatini. Ci sono anche sgargianti vie dello shopping come la Huaihai, stracolma di boutiques, e la Nanjing Lu che passa accanto alla grande piazza del Popolo, dove impazza la festa tra i portoni del Grande Teatro, del municipio, del museo dell’urbanistica e di quello archeologico. Ma è soprattutto lungo la parte pedonale della via Nanjing che si festeggia, tra le vetrine illuminate dei negozi, gli eleganti locali e i ristoranti più prestigiosi.
Gli echi della festa arrivano anche nella parte storica della città, caratterizzata da templi, giardini e parchi dove il tempo sembra essersi fermato, come nel ricco tempio di Longhua, edificato nel periodo delle cinque dinastie (907-979 d.C.), o nel tempio del Buddha di Giada, costruito tra il 1911 e il 1918, uno dei pochi centri buddisti attivi di Shanghai, famoso per la statua in giada bianca alta due metri. Qui sorgono anche i giardini di Yuyuan, che ospitano un mercato all’aperto e al coperto tra strette viuzze e botteghe d’artigianato, e il delizioso Fuxing park, progettato dai francesi nel 1909.
Non lontano si trova la via Hengshan, fiancheggiata da ville in stile europeo e platani, considerata la strada della vita notturna di Shanghai per l’alto numero di pub, discoteche e locali notturni. Dieci anni fa venne recuperata anche una zona industriale nel centro di Shanghai, Taikang Lu, trasformata in una zona bohémien con bar, negozi, qualche ristorante e scorci di un passato autentico.
(ANSA)
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