Il 'pedigree' del bacillo della tubercolosi
Svela il segreto della resistenza ai farmaci
Ricostruito il 'pedigree' genetico del bacillo della tubercolosi (fonte: università del Wisconsin a Madison)
Anche i nemici più ostici hanno un punto debole: la famiglia. Compreso il temibile bacillo della tubercolosi, che ogni anno continua a mietere quasi due milioni di vittime nel mondo. E proprio lì lo hanno colpito gli esperti di quattro gruppi di ricerca internazionali, che grazie alle loro indagini sono riusciti a ricostruire il 'pedigree' genetico del Mycobacterium tuberculosis.
Un album di famiglia pesante, quello descritto sulla rivista Nature Genetics, che permetterà di rinvigorire la lotta ai ceppi resistenti ai farmaci sempre più diffusi nel mondo.
Il micobatterio della tubercolosi è un nostro scomodo compagno di viaggio da decine di migliaia di anni. Il suo 'certificato di nascita' viene da una ricerca coordinata dall'Istituto svizzero di salute pubblica e tropicale, che ha messo a confronto l'albero evolutivo dell'uomo con quello del microrganismo, ricostruito sequenziando il genoma di 259 ceppi provenienti da tutto il mondo.
Dai risultati emerge che il bacillo è comparso oltre 70.000 anni fa in Africa e ha seguito l'uomo come un'ombra fin dalle sue prime migrazioni. Difficile pensare che sia stato trasmesso dagli animali, perché la sua comparsa è avvenuta prima che l'uomo iniziasse ad addomesticare il bestiame. La sua espansione nella popolazione sarebbe poi cominciata durante il Neolitico, quando l'uomo ha iniziato a vivere in gruppi più numerosi all'interno dei primi villaggi.
Uno degli aspetti più oscuri della sua evoluzione rimane quello della comparsa della resistenza ai farmaci: un processo che sta diventando via via sempre più veloce e che i ricercatori stanno inseguendo in affanno da anni. L'intricata matassa della sua origine genetica è stata sbrogliata dagli esperti del Massachussetts General Hospital di Boston, mettendo a confronto gli identikit genetici di 123 ceppi da tutto il mondo.
Dalle indagini è emerso che il bacillo diventa resistente grazie a un lungo processo a più stadi, una tesi che trova conferma anche in un altro studio della New Jersey Medical School. Questo processo inizia con la comparsa precoce di piccole mutazioni che vanno a spianare la strada a quelle più importanti.
I ricercatori di Boston sono poi riusciti a individuare 39 nuovi geni possibili 'indiziati' come responsabili dello sviluppo di farmaco-resistenza: molti di più di quanto ipotizzato finora. Alcuni di questi geni, una volta mutati, potrebbero addirittura rendere il bacillo resistente a più antibiotici contemporaneamente.
Altre zone 'sensibili' del genoma sono state identificate dai ricercatori dell'Istituto di biofisica dell'accademia delle scienze cinese, comparando i genomi di 161 ceppi trovati in Cina.
Tanti piccoli passi avanti che in futuro potranno aiutare la messa a punto di nuovi test diagnostici e di nuove terapie.
(ANSA)
Anche i nemici più ostici hanno un punto debole: la famiglia. Compreso il temibile bacillo della tubercolosi, che ogni anno continua a mietere quasi due milioni di vittime nel mondo. E proprio lì lo hanno colpito gli esperti di quattro gruppi di ricerca internazionali, che grazie alle loro indagini sono riusciti a ricostruire il 'pedigree' genetico del Mycobacterium tuberculosis.
Un album di famiglia pesante, quello descritto sulla rivista Nature Genetics, che permetterà di rinvigorire la lotta ai ceppi resistenti ai farmaci sempre più diffusi nel mondo.
Il micobatterio della tubercolosi è un nostro scomodo compagno di viaggio da decine di migliaia di anni. Il suo 'certificato di nascita' viene da una ricerca coordinata dall'Istituto svizzero di salute pubblica e tropicale, che ha messo a confronto l'albero evolutivo dell'uomo con quello del microrganismo, ricostruito sequenziando il genoma di 259 ceppi provenienti da tutto il mondo.
Dai risultati emerge che il bacillo è comparso oltre 70.000 anni fa in Africa e ha seguito l'uomo come un'ombra fin dalle sue prime migrazioni. Difficile pensare che sia stato trasmesso dagli animali, perché la sua comparsa è avvenuta prima che l'uomo iniziasse ad addomesticare il bestiame. La sua espansione nella popolazione sarebbe poi cominciata durante il Neolitico, quando l'uomo ha iniziato a vivere in gruppi più numerosi all'interno dei primi villaggi.
Uno degli aspetti più oscuri della sua evoluzione rimane quello della comparsa della resistenza ai farmaci: un processo che sta diventando via via sempre più veloce e che i ricercatori stanno inseguendo in affanno da anni. L'intricata matassa della sua origine genetica è stata sbrogliata dagli esperti del Massachussetts General Hospital di Boston, mettendo a confronto gli identikit genetici di 123 ceppi da tutto il mondo.
Dalle indagini è emerso che il bacillo diventa resistente grazie a un lungo processo a più stadi, una tesi che trova conferma anche in un altro studio della New Jersey Medical School. Questo processo inizia con la comparsa precoce di piccole mutazioni che vanno a spianare la strada a quelle più importanti.
I ricercatori di Boston sono poi riusciti a individuare 39 nuovi geni possibili 'indiziati' come responsabili dello sviluppo di farmaco-resistenza: molti di più di quanto ipotizzato finora. Alcuni di questi geni, una volta mutati, potrebbero addirittura rendere il bacillo resistente a più antibiotici contemporaneamente.
Altre zone 'sensibili' del genoma sono state identificate dai ricercatori dell'Istituto di biofisica dell'accademia delle scienze cinese, comparando i genomi di 161 ceppi trovati in Cina.
Tanti piccoli passi avanti che in futuro potranno aiutare la messa a punto di nuovi test diagnostici e di nuove terapie.
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento