venerdì 30 novembre 2012

INFARTO: STAMINALI IN SOCCORSO AL CUORE


LONDRA - Un cuore danneggiato da un infarto potrebbe essere curato da un'iniezione tempestiva di cellule staminali sulla zona colpita da necrosi fatta entro cinque ore dall'attacco cardiaco. E' quello che sperano i medici del Barts Hospital di Londra, che nei prossimi giorni inizieranno la sperimentazione su circa 100 volontari. Test iniziali hanno mostrato che cellule staminali prese dal midollo osseo sono in grado di sanare i tessuti cardiaci resi inerti dall'infarto, se iniettate sul muscolo in tempi stretti dopo l'evento. Questa cura garantirebbe al cuore una buona salute in futuro, evitando l'arresto cardiaco, il pericolo maggiore per gli infartuati.

 La sperimentazione è la prima a essere finanziata dalla Uk Stem Cell Foundation, dedita alla ricerca sulle staminali. Solo ieri, era arrivata la notizia di sperimentazioni britanniche in questo campo volte a creare embrioni umano-bovini per estrarne staminali embrionali. L'infarto uccide 108.000 persone all'anno in Gran Bretagna, e 660.000 sopravvivono. Negli ultimi anni,l'uso dell' angioplastica - che con l' uso di un catetere infila un palloncino nelle arterie bloccate, le apre, e poi le tiene aperte con una piccola spirale detta 'stent' - ha permesso di ridurre le morti da infarto subito dopo l'evento. Tuttavia, resta alto il pericolo che il danno al cuore provochi ad anni di distanza altri problemi, in particolare l'arresto cardiaco. La nuova terapia combinerà l'angioplastica con l'iniezione di staminali, prese dal midollo spinale del paziente.

Per John Martin, che sta curando la sperimentazione "portare i pazienti colpiti da attacco cardiaco in centri dove la loro arteria coronarica bloccata può essere aperta in tempi brevi ha provato una dimunzione della mortalità e dei danni al cuore. I primi studi hanno mostrato che l'iniezione di staminali sul cuore non presenta rischi collaterali. Cercheremo di vedere se essa funziona negli infarti acuti". Quando una persona viene colpita da infarto, prima gli verrà praticata l'angioplastica; contemporaneamente, cellule staminali gli verranno estratte dal midollo, e quelle più adatte saranno usate per l'iniezione sul cuore, che avviene attraverso lo stesso catetere dell'angioplastica, infilato in un'arteria dall'inguine fino a raggiungere il muscolo cardiaco. Le cellule, capaci di evolversi in qualsiasi tessuto umano, dovrebbero quindi riparare la parte danneggiata.

Anthony Marthur, un altro medico che prende parte ai test, sostiene che se ci saranno benefici evidenti per la vita dei pazienti, si tratteràdi un grosso passo avanti nella cura dlel'infarto. Il fatto che le cellule staminali siano prese dallo stesso paziente, riduce i rischi di rigetto, e azzera qualsiasi problema etico legato all'uso di embrioni per le staminali.

(ANSA)

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