domenica 28 dicembre 2025

La Melona ha affossato anche la Corte dei Conti

 


Che bella questa riforma della Corte di Conti. Una chicca vera, degna della Panama di Manuel Noriega


Domani il signor Mario, assessore un po' disinibito, si mette in testa di far prendere più soldi ai suoi amici in comune, ma di farlo tramite una società in house, così da aggirare i tetti imposti per legge. Prepara un bel quesito, si siede sulla sua poltrona, accende il pc e manda richiesta di parere preventivo alla Corte dei Conti. 


Grazie a Giorgia Meloni, se la sparuta pattuglia di 477 magistrati della Corte dei Conti non risponderà entro 30 giorni al signor Mario, scatterà il silenzio-assenso e Mario verrà sollevato da responsabilità. Via libera. 


Ora, non appena la riforma entrerà in vigore, assieme al signor Mario altre centinaia, migliaia, di assessori, consiglieri e sindaci in tutta Italia prenderanno letteralmente d'assalto la sezione di controllo della Corte, che oggi è già intasata. Verranno formulate richieste in catena di montaggio su qualunque cosa: dai tetti di spesa ai compensi per commissari sui bandi indetti dal comune a opere pubbliche. Di tutto e di più. Perché sapendo che la Corte non riuscirà a rispondere nei termini, questo garantirà una forma di impunità. Per mettersi al riparo basterà mandare e-mail e aspettare. 


L'hanno definita la "fiera dell'illegalità". 

Direi che è un po' poco: siamo all'isola dei pirati.

Leonardo Cecchi 

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