"Ehi codino, dàme na sigareta". La notte tra il 30 Aprile e il 1 maggio 2008, Nicola Tommasoli viene massacrato a calci e pugni nel centro storico di Verona da cinque giovani neofascisti (ultrà dell'Hellas, 2 di Forza Nuova e 1 di Casa Pound).
Ucciso perchè porta i capelli lunghi e la coda. È la sua colpa.
I ceri, i fiori, i messaggi lasciati dalla gente a Porta Leoni - dove Nicola restò a terra - verranno subito tolti dall'azienda servizi di igiene urbana.
È il segno plastico di quella che diventerà una rimozione collettiva.
La Verona nera ha cancellato l'omicidio Tommasoli.
Quando i genitori di Tommasoli portarono all’ allora sindaco Sboarina (Fratelli d'Italia) un libro sulla storia di Nicola, Sboarina rispose così: "E allora vogliamo parlare dell'omicidio Ramelli?".
Non c'è altro da aggiungere.

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