mercoledì 5 settembre 2012

Staminali, Tar respinge richiesta sospensiva




Il no varrà solo per Daniele

BRESCIA - Il Tar di Brescia ha respinto la richiesta di sospensiva dello stop dell'Aifa alle cure con il metodo Stamina depositata dalle famiglie di Smeralda, Celeste e Daniele, tre bimbi in cura. Smeralda e Celeste, però, continueranno la terapia grazie a due ordinanze dei Tribunali di Catania e Venezia. Il no alla terapia varrà solo per Daniele. Il collegio di giudici della sede di Brescia del Tar della Lombardia non ha quindi accolto la richiesta di sospendere l'ordinanza numero 1/2012 dell'Aifa che era stata depositata dai genitori di Smeralda, Celeste e Daniele. La bambina catanese e la piccola veneziana, nel frattempo, hanno però potuto riprendere le infusioni di cellule staminali adulte agli Spedali Civili grazie alle decisioni dei Tribunali di Catania e Venezia. Il no alla ripresa delle terapie del Tar di Brescia vale, quindi, solo per il piccolo Daniele. I ricorrenti contro l'Aifa chiedevano la sospensione del provvedimento dell' Agenzia, quindi l'immediata ripresa delle terapie compassionevoli a base di cellule staminali adulte nell'ospedale bresciano. Per conoscere il giudizio di merito del collegio si dovrà attendere l'esito dell'udienza fissata per il prossimo 16 gennaio. "E' un successo perché non sono entrati nel merito e ci sono le sentenze di Tribunali, ma troppi pazienti restano ancora nel Limbo, in un'incertezza drammatica sul loro futuro". Così Valeria Scordo, mamma di Smeralda, la bimba di 17 mesi in cura con cellule staminali, commenta la decisione del Tar della Lombardia di respingere la richiesta di sospensiva dello stop dell'Aifa alle cure con il metodo Stamina. La bambina è rientrata oggi a Catania dopo essere stata sottoposta ieri a terapia con infusione
SI' TRIBUNALE CATANIA PER CURE BIMBA 17 MESI - Dopo Venezia anche un giudice di Catania ordina all'ospedale di Brescia di riprendere la terapia con la metodica Stamina. Il caso Celeste Carrer ha, infatti, un 'omologo' in Sicilia, dove il Tribunale civile etneo, presieduto da Mario Crupi, impone di riattivare la cura con cellule staminali per una bambina di 17 mesi, Smeralda, in coma dalla nascita per i danni celebrali causati da un'asfissia al momento della nascita. La piccola, assistita nella rianimazione pediatrica dell'ospedale Garibaldi di Catania, aveva già fatto due 'infusioni' con il metodo Stamina e, secondo i suoi genitori, aveva avuto dei piccoli segnali di miglioramento. La prossima settimana, con un aereo dell'aviazione militare, ritornerà a Brescia per riprendere la terapia. La decisione del Tribunale è stata emessa d'urgenza, l'udienza si terrà il 18 settembre. La notizia è stata accolta con gioia mista a rabbia dai genitori della bambina, che hanno un'altra figlia gemella di Smeralda e un figlio di quasi tre anni.
"E' scandaloso - accusa la mamma, Valeria Scordo - che per avere il diritto a delle cure ci si debba rivolgere ai giudici. Noi abbiamo visto i miglioramenti di nostra figlia, che sono stati certificati dai medici che la seguono anche a Catania". "Se non ci fossero stati i benefici, piccoli ma visibili - spiega il padre della bambina, Giuseppe Camiolo, imprenditore agricolo - non avremmo presentato ricorso e il Tribunale non avrebbe disposto la ripresa della terapia. Per i danni subiti da Smeralda, per cui è in corso un procedimento giudiziario a parte, le previsioni erano che sarebbe morta dopo poco tempo o che, se fosse sopravvissuta, avrebbe avuto una vita da vegetale. Adesso - osserva speranzoso - con due cicli di cura Stamina i medici sono riusciti a staccarla dal respiratore, anche se per pochi giorni: sembrano cose irrisorie, ma sono quelle cose che ti fanno andare avanti". Adesso è "più tranquillo" Camiolo, ma una domanda continua a riproporsi nella sua mente: "e se Smeralda fosse morta durante la sospensione della cura?". Buone notizie arrivano da Brescia dove Celeste ha mostrato miglioramenti che il suo pediatra, Mario Andolina, che segue anche Smeralda, definisce "insperati" dopo l'ultima 'infusione'. "E' riuscita persino - rivela il medico - a sollevare un pugnetto, non era mai accaduto". Una novità che in casa di Gianpaolo Carrer ha fatto da contraltare alla morte del nonno della piccola Celeste, che soffriva di sla e che, svela il pediatra, "non si era messo in lista d'attesa per la cura a base di staminali per non interferire nella vicenda giudiziaria della nipote". Intanto non si placano le polemiche sulla terapia tra Mario Andolina e l'Agenzia italiana del farmaco, che contesta il ricorso alla magistratura per imporre cure alternative. "L'Aifa - sostiene il medico - ha già dimostrato in più occasioni di non avere competenza in questo campo". E quanto ai controlli, il medico si interroga su chi potrebbe eseguirli: "I farmacologi che sono culturalmente inadeguati - si domanda Andolina - o forse gli esperti di atrofia muscolare spinale che ricevono 200 mila euro da una multinazionale per sperimentare un farmaco alternativo alle staminali?". Un presidio di protesta contro gli ostacoli alle cure compassionevoli, consistenti nel trapianto di cellule staminali in pazienti "che vivono in un limbo tra la vita e la morte", si terrà il prossimo 4 settembre davanti al Tar di Brescia. L'iniziativa è promossa da Sicilia risvegli onlus. (ANSA)

 

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