Ciao ragazzi
, ho ritrovato questo documento il documento originale e sul sito quello
scritto a mano, anche se siete di colori differenti vi invito a leggerlo bene,
questa lettera fu scritta circa una settimana prima che venne ucciso dal
comandante che mandarono i Savoia con l’ordine di ucciderlo a tutti i
costi, quando il comandante della brigata Garibaldi lo voleva consegnare agli
americani.
Ciao Franco
Il testamento di Benito Mussolini
"Nessuno che sia un vero
Italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse
del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura,
recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di
fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purché improntata
a vero spirito italiano. Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di
sputi, ma poi verranno a mondarmi con venerazione. Allora sorriderò, perché il
mio popolo sarà in pace con se stesso. Il lavoratore che assolve il
dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della
propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente che lavora è
infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di
rappresentarla. I quali profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi
avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere.
Per questo sono stato e sono
socialista.
L'accusa di incoerenza non ha
fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare
alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente
alla realtà. Man mano che l'evoluzione della società smentiva molte delle
profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile.
L'unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di
confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all'interesse
collettivo. La politica è un'arte difficilissima tra le difficili perché lavora
la materia inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo
spirito degli uomini, che è un'entità assai difficile a definirsi, perché è
mutevole.
Mutevolissimo è lo spirito
degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli
psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per
vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe
questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà
dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia
dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le
plutocrazie. Il Fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 Luglio
al confino non c'erano più di trenta persone. Quando si scrive che noi siamo la
guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io
ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra
le cause principali del tracollo del Fascismo io pongo la lotta sorda ed
implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle
egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani
interessi. Devo dire, per ragioni di giustizia che, il capitale italiano,
quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre
compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far
fronte ai nuovi patti di lavoro.
L'umile gente del lavoro mi ha
sempre amato e mi ama ancora. Tutti i dittatori hanno fatto strage dei loro
nemici. Io sono il solo passivo; tremila morti contro qualche centinaio. Credo
di aver nobilitato la dittatura. Forse l'ho svirilizzata, ma le ho strappato
gli strumenti di tortura.
Stalin è seduto sopra una
montagna di ossa umane. E' male? Io non mi pento di aver fatto tutto il bene
che ho potuto anche agli avversari, anche ai nemici, che complottavano contro
la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza
diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte.
Ma se domani togliessero la
vita ai miei uomini, quale responsabilità avrei assunto salvandoli? Stalin è in
piedi e vince, io cado e perdo. La storia si occupa solamente dei vincitori e
del volume delle loro conquiste ed il trionfo giustifica tutto. La rivoluzione
francese è considerata per i suoi risultati, mentre i ghigliottinati sono
confinati nella cronaca nera.
Vent'anni di Fascismo nessuno
potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio
destino. Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico
accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato,
vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto
anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il
passato ed il futuro.
Finché la mia stella brillò, io
bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò
dove il destino mi vorrà, perché ho fatto quello che il destino mi dettò.
I fascisti che rimarranno
fedeli ai principi, dovranno essere dei cittadini esemplari. Essi dovranno
rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le
autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare, nel più breve
tempo possibile, le ferite della Patria.
Chi agisce diversamente dimostrerebbe
di ritenere la Patria non più Patria quando si è chiamati a servirla dal basso.
I fascisti, insomma, dovranno agire per sentimento, non per risentimento. Dal
loro contegno dipenderà una più sollecita revisione storica del Fascismo,
perché adesso è notte, ma poi
verrà il giorno " .
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