lunedì 24 settembre 2012

Bimba 'blasfema', polizia riconosce che non ci sono prove


Lo sostiene il sito internet di The Dawn dopo aver visionato i capi di imputazione presentati al tribunale pachistano

La polizia pachistana ha riconosciuto che non ci sono prove contro Rimsha Masih, la bambina cristiana arrestata per blasfemia e poi liberata su cauzione. Lo sostiene il sito internet di The Dawn dopo aver visionato i capi di imputazione presentati oggi a un tribunale che si occupa del caso. Secondo il sito, gli investigatori sostengono infatti che l'imam di una moschea, Mohammad Khalid Jadoon Chishti, ha manipolato la vicenda aggiungendo delle pagine bruciate del Corano a quelle in possesso della quattordicenne affetta da un ritardo mentale. Il religioso si trova ora in carcere.
Durante la seduta, il procuratore generale ha detto ''che se Khalid Chisti ha veramente bruciato le pagine in precedenza, potrebbe essere incriminato in base all'articolo 196 del codice penale pachistano'' che e' quello di inquinamento di prove. Le pagine sono state inviate in un laboratorio per accertamenti. E' inoltre emerso che e' stata la sorella di Rimsha, di sei anni piu' giovane, a lasciare il sacchetto dei rifiuti davanti alla casa di un vicino, secondo il racconto di due testimoni.
E' poi stata la figlia dell'uomo a scoprire le cartacce bruciate e a portarle alla madre, la quale le ha fatte recapitare all'imam del quartiere di Mehrabadi. La polizia accusa anche il religioso di falsa testimonianza. Nel nuovo rapporto del team investigativo, si conferma inoltre che la bambina e' analfabeta e con un ritardo mentale. (ANSA)

 

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