martedì 1 maggio 2012

È mancato il musicologo Petrobelli


di Giuditta Albanese


Pier Luigi Petrobelli è morto stamattina a Venezia. Il musicologo padovano aveva 80 anni.  La notizia della sua scomparsa rattrista profondamente. Lo studioso racchiudeva nella sua statuaria grandezza non solo le più alte doti e caratteristiche umane, ma rappresentava anche un segmento importantissimo della musicologia internazionale. Petrobelli non ha mai smesso di credere nella ricerca musicologica, nello studio inteso come passione, come obiettivo, come slancio di vita, ed è tutto ciò che ha insegnato ai suoi studenti durante la sua lunga attività didattica.  Molti di noi hanno intrapreso la strada della musicologia grazie a lui, grazie a quella sicurezza e a quel credo così saldo che oltre ad affascinare, persuadeva a sposarne tutte le cause. Le sue lezioni all’Università (chi scrive ha seguito con lui vari corsi presso la Sapienza di Roma) erano percorsi che attraverso e verso la musica, coinvolgevano emozioni più ampie; da un lato grazie ad un rigore e un metodo quasi austero, dall’altro con un approccio emotivo e passionale, sentivamo di essere tutti parte di quell’universo musicale che fino a pochi minuti prima sembrava impenetrabile e  che lui ci raccontava quasi come se fosse un segreto che ci avrebbe aperto gli occhi e donato una vista diversa, più lunga. Ed in effetti è proprio così, quel che ci resta, oltre ad un bagaglio di conoscenze e nozioni, è proprio il metodo, la capacità di non dare mai nulla per scontato, di verificare, di chiederci il perché, spronati costantemente dalla sua puntualità e scientificità accompagnata sempre da un’ironia e un senso dell’humor che rendevano i suoi interventi umani, calorosi, lieti.
Gli siamo grati per tutto ciò che ha fatto per le discipline musicali, per gli studi, per l’ampia bibliografia, per le ricerche avviate, per il metodo e per le scoperte che tengono vivo il suo ricordo e che rappresentano una possibilità per tutti noi.
Laureatosi  a Roma con una tesi su Tartini, ha insegnato al Conservatorio di Pesaro, alle Università di Roma, Parma, Perugia e al King’s College di Londra, è stato Direttore della Rivista italiana di Musicologia e di Studi Verdiani. Ricchissima la sua bibliografia, da Tartini a Verdi a Dallapiccola; ha fatto parte del Comitato editoriale per l’edizione critica delle opere di Verdi (Chicago e Milano), ha curato il Carteggio Verdi-Ricordi 1880-81 e diretto l’edizione critica della corrispondenza del Maestro. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, faceva parte del Comitato Scientifico del Mozarteum di Salisburgo.

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