mercoledì 30 maggio 2012

Class action contro il calcio

Il Codacons pronta a chiedere un risarcimento per i tifosi danneggiati: fino a 1.000 euro a testa.

di Lorenzo Vendemiale

Il calcio italiano è di nuovo nel caos. L’inchiesta «Last Bet» sul giro di scommesse clandestine e partite truccate ha rivelato uno scandalo di proporzioni ben più estese di quello che si pensava dopo i primi arresti dei mesi passati. E in questo oceano di fango e sospetti, a crescere è stato soprattutto il malcontento dei tifosi. Che stavolta, però, non hanno intenzione di stare a guardare.
CLASS ACTION DAL CODACONS. Il Codacons, infatti, ha indetto una class action per chiedere un risarcimento per tutti i tifosi danneggiati dal condizionamento delle partite. E gli esiti potrebbero essere imprevedibili.
Le partite nel mirino degli inquirenti sono addirittura 47, di cui ben 28 di serie A. Tutte sono state seguite con passione dai tifosi. Anche con il denaro: hanno comprato biglietti e abbonamenti allo stadio, sottoscritto contratti con le pay tivù e hanno scommesso. Milioni e milioni di euro.
TRA I 500 E I 1.000 EURO A TESTA. «È evidente che, alla luce dei gravissimi episodi emersi, i cittadini coinvolti e danneggiati abbiano diritto a un risarcimento», ha sostenuto Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Risarcimento che gli esperti dell’associazione hanno già provveduto a quantificare: tra i 500 e i 1.000 euro a testa.

Coinvolto un numero indefinito di soggetti dall'associazione

Non si tratta di pochi spiccioli, perché l’iniziativa è rivolta a un numero praticamente indefinito di soggetti: agli azionisti delle società coinvolte, agli scommettitori, ma anche ai titolari di abbonamenti allo stadio e ai pacchetti delle pay tivù e persino a tutti i semplici tifosi di squadre implicate. Che, solo allo stato attuale, sono più di 20.
RISARCIMENTI FINO A 100 MLN. Il bacino potenziale delle adesioni è sconfinato: «Anche se dovesse aderire solo l’1% delle persone che possono partecipare alla class action avremo migliaia di clienti da rappresentare», ha spiegato Gianluca Di Ascenzo, vicepresidente del Condacons. E più saranno le firme, più alta sarà l’entità del risarcimento domandato.
Sempre secondo i numeri forniti dall'associazione dei consumatore, sarebbero addirittura tra 80 e 100 i milioni di euro da restituire per le partite truccate.
OLTRE 1.000 FIRME RACCOLTE. Perché l’azione legale entri nel vivo bisogna però attendere il processo penale e i primi rinvii a giudizio. Ma intanto la macchina del Codacons si è già messa in moto: i legali hanno chiesto e ottenuto di prendere parte al procedimento davanti alla Commissione disciplinare della Figc e alla fase istruttoria.
È anche già partita la raccolta delle firme: in soli tre giorni, sono già oltre 1.000 le persone che hanno fatto richiesta di adesione.

Per il Codacons la Federcalcio deve tutelare i consumatori

La battaglia del Codacons sta per partire e non risparmierà nessuno, società comprese. L'associazione dei consumatori, infatti, è pronta ad appellarsi al principio della responsabilità oggettiva (lo stesso per cui molti club potrebbero ricevere nell’ambito del processo sportivo pesanti penalizzazioni) e all’articolo 1 dello Statuto per cui la Federcalcio avrebbe «l’obbligo di garantire, anche indirettamente, la tutela dei consumatori sportivi».
Tuttavia, ammesso che la class action vada a buon fine, è necessario attendere una chiara pronuncia di responsabilità (e dei suoi vari gradi) per stabilire chi debba pagare il risarcimento e in quale misura.
ALTO IL MALCONTENTO DEI TIFOSI. Gli esperti di diritto si mantengono prudenti: si tratta di uno strumento giuridico di nuovissima concezione, applicato a una vicenda particolarmente delicata.
I pochi precedenti dimostrano quanto la prova e la quantificazione del danno siano fondamentali per il buon esito dell’azione. I possibili sviluppi dell’azione sono eventuali e tutti da verificare.
In attesa di fare chiarezza, i tifosi reclamano vendetta. E la class action del Codacons potrebbe catalizzare questo malcontento sempre più diffuso.
SPECULAZIONI SULLA PASSIONE. Salvo, da oltre 20 anni tifoso del Bari (una delle squadre maggiormente coinvolte nell’inchiesta), sempre presente allo Stadio San Nicola con il suo abbonamento in tribuna Est, ha le idee chiare: «Sarò uno dei primi a sottoscrivere la class action, perché noi tifosi siamo le vere vittime di questo scandalo. Siamo stati truffati nei sentimenti e nel portafoglio, e adesso vogliamo far valere i nostri diritti. Chi ha speculato sulla passione della gente dovrà pagare».
Mercoledì, 30 Maggio 2012

www.lettera43.it

 

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