sabato 11 febbraio 2012
Falklands - Malvinas: 30 anni di polemiche
La guerra delle Falkland (in inglese: Falklands War, in spagnolo: guerra de las Malvinas) fu un conflitto combattuto dal marzo al giugno 1982 tra l'Argentina ed il Regno Unito per il controllo ed il possesso delle isole Falkland (conosciute anche con il nome spagnolo di islas Malvinas e in italiano isole Malvine) e della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali.
L'arcipelago delle Falkland comprende due isole maggiori e molte minori nell'oceano Atlantico meridionale ad est della costa meridionale Argentina e la sua sovranità è contesa. Alla vigilia della guerra l'Argentina si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala contro la Giunta militare che governava il Paese. Il governo, guidato dal generale Leopoldo Galtieri, l'allora presidente, decise di giocare la carta del sentimento nazionalistico lanciando quella che considerava una guerra facile e veloce per reclamare le isole Malvine. La tensione col Regno Unito crebbe verso un punto di non ritorno a partire da quando, il 19 marzo, cinquanta argentini sbarcarono sulla dipendenza britannica della Georgia del Sud e piantarono la bandiera argentina, un atto che viene considerato la prima azione offensiva della guerra. Il 2 aprile, Galtieri ordinò l'invasione delle Malvine.
Nonostante fosse stato colto di sorpresa dall'attacco argentino sulle isole dell'Atlantico meridionale, il Regno Unito organizzò una task force navale per scacciare le forze argentine che avevano occupato gli arcipelaghi, e riconquistò le isole con un assalto anfibio. Dopo pesanti combattimenti, i britannici prevalsero e le isole rimasero sotto controllo del Regno Unito. A tutt'oggi l'Argentina reclama la sovranità sulle isole Falkland.
Le conseguenze politiche della guerra furono profonde. In Argentina crebbero dissenso e proteste contro il governo militare, avviandolo verso la caduta definitiva, mentre un'ondata di patriottismo si diffuse per il Regno Unito, ridando forza al governo del primo ministro Margaret Thatcher.
Il vittorioso conflitto diede fiato alle ambizioni britanniche di potenza post imperiale (dopo la grave delusione seguita alla decolonizzazione e alla sconfitta nel conflitto di Suez), dimostrando che il Regno Unito aveva ancora la capacità di proiettare con successo la propria potenza militare anche in una guerra ad enorme distanza dalla madrepatria.
Da quella guerra sono trascorsi 30 anni ma la tensione resta ancora alta intorno alle isole che gli argentini chiamano Malvinas e che, nonostante quella sconfitta militare, sono ancora al centro delle loro rivendicazioni .Il primo ministro di Londra David Cameron ha ricordato che gli abitanti delle Falkland sono britannici e, ha aggiunto il premier, lo resteranno fino a che questa sarà la loro volontà. Patrick White è uno di loro e nel 1982 fu lui a dare alla radio l'annuncio dell'invasione delle forze argentine. Oggi è tornato sui luoghi della battaglia, dove ancora restano i segni del conflitto."Penso - ha detto - a come doveva essere difficile per i soldati argentini, con il freddo e i dubbi e l'incertezza di non sapere che cosa sarebbe successo, dove fossero i britannici e se loro stessi sarebbero sopravvissuti".Le Falkland portano altri segni di quella guerra, come i 113 campi minati, la cui bonifica è stata affidata a contractor venuti dallo Zimbabwe. Nonostante la perdurante eredità del conflitto, però, intorno alle isole si continua a disputare e la stessa presidente Kirchner, insultata da un tabloid britannico, non rinuncia all'uso della retorica. "Al primo ministro inglese - ha detto il capo di Stato argentino - chiedo solo di dare un'opportunità alla pace".Dal canto suo Londra risponde con un segnale molto forte, assegnando alle Isole Falkland proprio il principe William, secondo in linea di successione al trono, che nell'arcipelago sosterrà una missione di addestramento di sei settimane. Nonostante il passare degli anni la tensione appare evidente ed i colpi di scena potranno esserci in qualsiasi momento.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento