L’INCAZZATURA DI VERA GEMMA – ‘’CARO DAGO, MA TI PARE NORMALE CHE NESSUNO MI FACCIA LAVORARE IN ITALIA? ZERO, NESSUNA PROPOSTA, FACCIO FATICA PERSINO AD ESSERE INVITATA IN UN TALK. MAGARI AVREBBERO POTUTO RACCONTARE IL LEONE D'ORO CHE HO VINTO NEL 2022 A VENEZIA (SEZIONE ORIZZONTI) COME MIGLIOR ATTRICE CON ‘VERA’ - FILM CHE HA VINTO PREMI NEI FESTIVAL EUROPEI E RICEVUTO UNA CRITICA MERAVIGLIOSA DAL ‘NEW YORK TIMES’ - NESSUNA ATTRICE ITALIANA AL MOMENTO STA AVENDO QUESTI RISULTATI ALL’ESTERO. ME NE DOVREI FREGARE? NO, NON ME NE FREGO PERCHÉ NON SONO FAMOSA PER TENERE LA BOCCA CHIUSA. TUTTO QUESTO SUCCEDE PERCHÉ NON INTRALLAZZO, NON LECCO IL CULO, NON SCOPO CON CHI MI PUÒ SERVIRE…” - VIDEO
https://youtu.be/_MpJXWz_ZK8
Lettera di Vera Gemma a Dagospia
VERA - IL FILM DI VERA GEMMA NEI CINEMA FRANCESI
Caro Dago, ma ti pare normale che nessuno mi faccia lavorare in Italia? Zero, nessuna proposta, faccio fatica persino ad essere invitata in un programma televisivo. Magari avrebbero potuto raccontare il Leone d'Oro vinto lo scorso anno a Venezia (Sezione Orizzonti) come miglior attrice con “Vera”, il film diretto da Tizza Covi e Rainer Frimmel.
Un film che ha partecipato ai più importanti festival europei (Rekiavic, Rotterdam, Les Arc, etc.) e vinto dieci importanti premi, di cui 4 come migliore attrice. Nel mio piccolo ho portato il nome dell'Italia nel mondo uscendo persino con una critica meravigliosa sul mio lavoro sul “New York Times”, dopo una prima strapiena al Moma, il museo d’arte moderna più importante del mondo.
Nessuna attrice italiana al momento sta avendo questi risultati all’estero. Me ne dovrei fregare? No, non me ne frego perché sono italiana e non sono famosa per tenere la bocca chiusa. Tutto questo succede perché non intrallazzo, non lecco il culo, non scopo con chi mi può servire.
vera di tozza covi e rainer frimmel 5
Semplicemente mi limito ad essere un'artista mio malgrado (non è mai davvero una scelta ma una condizione con cui si nasce involontariamente). Io non faccio mai vittimismi ma trovo ingiusto da parte del mio paese tappare sempre la bocca a chi avrebbe qualcosa da dire e valorizzare sempre e solo il banale politically correct e l'assenza totale di contenuti.
Detto questo io non mi sento superiore a nessuno ma di certo neanche inferiore a ciò che da anni mi tocca vedere in giro. Un'assoluta banalità rassicurante e lobotomizzante in modo da mantenere il pubblico rincoglionito - che tra l'altro viene puntualmente sottovalutato ed è sempre meno scemo di quello che gli altri stupidamente pensano.
Vera Gemma
https://youtu.be/jJBJT9BBTpc
“NESSUNO SPETTATORE LASCERÀ LA SALA SENZA ESSERE INNAMORATO DI VERA”
La recensione di Jacques Mandelbaum per “Le Monde”
Tizza Covi, italiana, e Rainer Frimmel, austriaco, si sono conosciuti negli anni '90 all'Università di Arte e Design di Vienna e lavorano insieme dal 1996. Nel 2002 hanno fondato insieme una società di produzione, poi nel 2009 hanno realizzato il loro primo lungometraggio. ….
La svolta arriva con “Vera” che non ci fa piacere a priori il personaggio, almeno così come ce lo rivela il film. Completamente rifatta sulla cinquantina, bimbo con uno Stetson bianco e lunghi capelli ossigenati, Vera è un'attrice fallita, una demi-monde che va alle feste e posta su Internet i suoi eccessi notturni. Il film sarebbe inutilmente crudele se si accontentasse dell'immagine che questo prologo fa della sua eroina. Ma, accettiamo la scommessa, nessuno spettatore o spettatrice lascerà la sala senza essere fraternamente innamorato di Vera.
Figlia di un attore molto popolare in Italia – Apollo Giuliano Gemma (1938-2013), protagonista di pepli e spaghetti wester – giura a questo padre un disperato sentimento filiale. A lui deve la vocazione di attrice e questo culto della bellezza che l'ha portata a non sopportare gli oltraggi dell'età. Ed eccola oggi, inerme, davanti alla macchina da presa di Covi e Frimmel, trapiantata in un calvario pasoliniano.
Il suo vecchio autista – il massimo lusso che si concede dopo aver dilapidato in fretta l'eredità paterna – investe in bicicletta un ragazzino. Il padre Daniel, un sottoproletario romano, minaccia il proprietario del veicolo di denunciarla. Non ne ha bisogno. Vera, devastata dall'incidente, per di più spremuta da un cineasta gigolò che vuole solo i suoi contatti e i suoi soldi, è molto generosa con la famiglia e prova un vero affetto per il piccolo, la cui madre è assente.
Da cosa nasce cosa e tra lei e Daniel si instaura un rapporto più intimo, ma non sarà certo che sfugga al crudele destino della piccola ricca ragazza condannata a non trovare mai la felicità. Il personaggio ricorda, sotto questo aspetto, quello di Taelor, la figlia di un miliardario texano che Nicolas Peduzzi ha filmato nel suo amaro documentario Southern Belle (2017).
Ma c'è più dolcezza nel film di Tizza Covi e Rainer Frimmel, tra la parte strettamente documentaristica del film e la favola concertata che la cristallizza. L'ultimo frame è in un bar romano dove si confida con un barista.
Il viaggio solitario in taxi sulle note della struggente "Dedicato" (1979), di Loredana Berte. L'esilarante casting sulla vita di Schopenhauer in cui fallisce, ma nel quale dimostra al cineasta conoscenza e amore per il cinema. La fuga stravagante con Asia Argento, un'altra figlia di celebrità, sulla tomba del figlio senza nome di Goethe. La semplicità del cuore che avvertiamo in lei sotto l’apparente vanità. Tanti momenti fanno apparire Vera sotto una luce che, sospettiamo, le somiglia di più.
La sua umanità, la sua profonda intelligenza, la sua lucidità sul mondo e su se stessa, anche la sua intima sofferenza, senza dubbio, ci commuovono, e ancor più ci conquistano. Questa figlia dell'ombra - perché la bellezza e la fama di suo padre l'hanno sempre schiacciata, perché non è mai riuscita a liberarsi dell'idea di non meritarlo - ha così trovato, grazie a questo film, la sua luce.
VERA IL FILM SU VERA GEMMA vera gemma foto di bacco
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https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/rsquo-incazzatura-vera-gemma-ndash-lsquo-rsquo-caro-dago-ma-ti-366458.htm
MMD71
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