martedì 6 settembre 2022

Letta: 17 giorni per evitare che allarme democratico sia reale

 


Il segretario del Pd: 'Se vince la destra non ci sarà l'Ue a salvarci'

Enrico Letta

Fabio Rampelli con Giorgia Meloni

Giorgio Mulè

Ettore Rosato

Il leader dem Enrico Letta lancia quello che definisce 'allarme per la democrazia italiana', dicendo via zoom ai candidati del Pd che mancano 17 giorni per cambiare la storia del Paese ed evitare che diventi realtà.

Citando quanto accadde con la Brexit, afferma che se dovesse vincere la destra non ci sarà l'Ue a salvare l'Italia.

Un +4% a Calenda o a Conte tolto al Pd, dice il segretario dem, consentirebbe alla destra di superare il 70% di rappresentanza parlamentare. E fra l'attuale legge elettorale e la riduzione dei parlamentari, per Letta mai come adesso c'è il rischio che venga stravolta nei fatti la nostra Costituzione.

"Voglio lanciare un allarme per la democrazia italiana, peso le parole, non voglio usarle a vanvera: abbiamo 17 giorni per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l'allarme per la democrazia italiana diventi realtà", spiega in un discorso ai candidati, via Zoom.

A parere del segretario democratico è sbagliata la percezione secondo cui "tanto l'Europa alla fine ci salva, tanto non ci possono far fallire, tanto comunque la sistemeranno loro, da Bruxelles". E aggiunge che gli ricorda molto quello che accadde nel Regno Unito prima del voto della Brexit: "Pensarono in questo modo e alla fine tanti non andarono a votare, perché non pensavano sarebbe stato così decisivo. Eppure quel voto, una volta dato, è rimasto per sempre, come è giusto che sia. Perché il voto in democrazia non può immaginare una cancellazione successiva. Una volta che hai votato quelle sono le conseguenze".

"Un +4% a Calenda o a Conte tolto a noi, oggi, consentirebbe alla destra di superare il 70% di rappresentanza parlamentare", riflette il segretario dei democratici nel suo intervento. E aggiunge che "c'è un problema oggettivo: la torsione iper-maggioritaria della legge elettorale che, congiunta alla riduzione del numero dei parlamentari, crea un rischio che venga stravolta nei fatti la nostra Costituzione, un rischio democratico che il nostro Paese non ha mai vissuto come adesso".

Nel replicare a Letta, il vicepresidente della Camera ed esponente di Fdi Fabio Rampelli sostiene che "hanno governato per 11 anni senza mai aver vinto le elezioni. Non sono il Pd ma il Pdp, Partito del Potere a ogni costo, anche a dispetto della democrazia", e accusa i dem di aver "ridotto l'Italia a una succursale della finanza speculativa" e di non essere stati capaci di regolarizzare l'immigrazione, "gettando gente disperata nelle braccia della criminalità, dell'illegalità e del lavoro nero". "E oggi Letta parla di pericolo per la democrazia... sono veramente senza vergogna", conclude Rampelli.

Secondo l'azzurro Giorgio Mulè, si è passato il segno: "Letta è un incendiario che rischia di portare il Paese verso una spirale molto rischiosa oltre a fare la felicità degli speculatori", afferma, invitandolo a non giocare con le parole. "Descrivere poi il popolo di centrodestra come composto da milioni di golpisti o fiancheggiatori di chi vuol affossare la democrazia è indecente", riflette. 

Una replica al segretario del Pd arriva anche dal presidente di Italia viva Ettore Rosato, a parere del quale "non è la legge elettorale che regala il Paese alla destra ma una leadership incapace, la tua, di costruire qualsiasi tipo di coalizione.  La destra non ha mai avuto alleato migliore".

(ANSA)

Costanzo71 

 

 

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