Mazzi di fiori, messaggi, lumini: il luogo dove due notti fa il quindicenne Giovanni Zanier è stato travolto e ucciso lungo la pista ciclabile di Porcia (Pordenone) è diventato un luogo testimonianza di affetto e preoccupazione per quanto accaduto. Da ieri tante persone, tra parenti e amici coetanei della vittima, sono giunte sul posto, fermandosi per qualche minuto, così come una ragazza bionda dai capelli lunghi che, deposto un mazzo di fiori, è rimasta a lungo, commossa e a tratti in lacrime.
La ventenne americana che ha investito Giovanni era ubriaca. L'alcoltest ha dato esito positivo: il tasso alcolemico nel sangue era pari a 2,09 grammi per litro, 4 volte il limite consentito, apprende l'ANSA da fonti investigative. Il quadro accusatorio nei confronti della giovane non cambia radicalmente ma si aggrava la sua posizione. Questa mattina, sulla scorta della perizia dei Carabinieri e all'esito positivo dell'alcoltest, la Procura di Pordenone ha chiesto al Gip del locale Tribunale la convalida dell'arresto, avvenuto in flagranza di reato, e l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. L'udienza di convalida sarà fissata nelle prossime ore.
La soldatessa ai domiciliari
Anche il sindaco del piccolo centro, Marco Sartini, è stato sul posto. Intervistato dai giornalisti sul posto, ha invitato, tra l'altro, a evitare polemiche sul fatto che la amministrazione da lui guidata abbia deciso di spegnere l'illuminazione pubblica a partire dalle due di notte, per consentire un risparmio energetico. Intanto è attesa nel Pordenonese per l'udienza di convalida dell'arresto per il reato di omicidio stradale a carico della soldatessa statunitense di 20 anni che ieri notte ha travolto e ucciso il quindicenne: l'udienza dovrebbe tenersi tra oggi e domani.
La soldatessa, come annunciato ieri, è agli arresti domiciliari all'interno della Base Usaf di Aviano, dove è in servizio dopo l'arresto facoltativo, previsto dal codice penale, compiuto ieri dai Carabinieri. Si attende anche l'esito degli esami tossicologici effettuati sulla giovane in ospedale subito dopo l'incidente, dai quali si può evincere eventuali assunzioni di alcol o di sostanze. Risultati che, in qualunque caso, non modificherebbero di fatto il quadro accusatorio ipotizzato nei confronti della soldatessa. Successivamente si capirà se la giovane proseguirà il percorso giudiziario in Italia o nel suo Paese, come spesso accade in base ad accordi internazionali per i militari statunitensi all'estero.
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Giordani71
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