martedì 23 febbraio 2021

 

Sociologo, maestro e spirito critico: ecco le tante eredità di Franco Cassano

Il sociologo Franco Cassano alla libreria Laterza 
Il professore emerito di Sociologia della conoscenza, padre del Pensiero meridiano e fondatore di Città plurale, è morto a Bari a 77 anni. Un percorso tra le sue opere e le sue lezioni
 
Resterà il suo sguardo dal Sud sul mondo. Fra le eredità a futura memoria che il sociologo Franco Cassano ci lascia c’è, prima d’ogni altra cosa, la possibilità aperta con Il pensiero meridiano, il suo saggio laterziano che proprio in questo 2021 ha compiuto 25 anni di vita. Ma non è l’unica, appunto. Prim’ancora che un maître à penser Franco Cassano era un docente universitario, in cattedra per una vita nella facoltà di Scienze politiche dove ha formato migliaia di studenti relazionandosi a loro in maniera tutt’altro che formale.  

Non era strano vederlo nei corridoi della facoltà in piazza Cesare Battisti intrattenersi per ore in appassionate discussioni con i suoi allievi. E proprio l'Ateneo accoglierà la camera ardente, nell'Aula Magna dell'Università di Bari dove si terrà la commemorazione il 24 febbraio alle 15,30. Ha avuto molte vite Franco Cassano, in realtà, testimoniate in fondo solo in parte dalla sua feconda produzione saggistica, avviata nel 1971 con Autocritica della sociologia contemporanea. Weber-Mills-Habermas con la gloriosa casa editrice De Donato e conclusa nel 2014 con il pamphlet Senza il vento della storia. La sinistra nell'era del cambiamento, dato alle stampe con quella Laterza che era diventata sinonimo di un sodalizio umano e intellettuale condiviso con l’editore e fraterno amico Alessandro Laterza.

È nella libreria Laterza d’altra parte che prenderà forma nel 2000 la straordinaria esperienza di Città plurale, l’associazione di cittadinanza attiva della quale Cassano è stato fondatore e primo presidente. Eccone un’altra delle vite di Franco Cassano, non meno necessaria di quella del sociologo che aveva coniato il Pensiero meridiano. Fu Città plurale, espressione della città civile e intellettuale, a risvegliare Bari dal torpore in cui si era addormentata negli anni Novanta e ad aprirle gli occhi, portando la città in piazza per dire un secco e indispensabile no all’ecomostro di Punta Perotti. Ecco. La più volte vagheggiata primavera pugliese, nella politica come nell’irresistibile ascesa della vita culturale, ha trovato il suo incipit proprio in Città plurale e nello slancio intellettuale e civile di Franco Cassano.

Nel suo appassionarsi da Homo civicus al bene comune. La ragionevole follia dei beni comuni l'aveva provocatoriamente chiamata nel sottotitolo del saggio Homo civicus, edito da Dedalo nel 2004. Ora Franco Cassano che se n’è andato a 77 anni, consumato da una lunga malattia, era barese a tutti gli effetti ma per l’anagrafe era marchigiano, nato ad Ancona il 3 dicembre 1943. Sì perché marchigiana era sua madre e chissà dev’essere forse anche per questo che le sue radici del cuore erano rimaste lì.

Bagnate dallo stesso mare di Bari, l’Adriatico che unisce e non divide. E queste radici c’erano dentro forse la sua passione di sempre per il recanatese Giacomo Leopardi. Ecco un’altra vita di Franco Cassano che a Leopardi, e fu in qualche modo per lui un approdo a lungo atteso, dedicò nel 2003 il saggio laterziano Oltre il Nulla. Studio su Giacomo Leopardi.

Oltre il nulla del baratro della morte, oltre il silenzio di una bocca e di una mente che non potranno più dire, c’è molto che resta di Franco Cassano. Gli sopravviveranno molte vite e necessarie idee sulla pagina scritta. Non è poca cosa.

https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/02/23/news/franco_cassano-288845230/

 
 

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