venerdì 30 novembre 2012

L'ITALIA PROTEGGERA' LA BARRIERA CORALLINA DEL MAR ROSSO


IL CAIRO - L'Italia costruirà un grande canale sottomarino trasparente nel mar Rosso, in una zona non lontana da Sharm el Sheik, in Egitto, per proteggere la barriera coralline dai danni provocati ogni anno da centinaia di migliaia di turisti all'habitat marino e alla biodiversità. Il canale, consentirà il passaggio dei visitatori e degli ammiratori della barriera corallina, evitando o limitando al minimo le immersioni, che sono la principale causa dei danni provocati ogni anno da turisti senza scrupoli desiderosi di portarsi a casa un ricordo materale dal luogo delle vacanze esotiche.

 Di questo e di altri progetti di cooperazione ambientale avviati o da avviare (per un totale di circa 12 milioni di euro di investimenti pluriennali) parleranno oggi il ministro dell' ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e il suo collega egiziano Maged George nell'ambito di un incontro bilaterale alla vigilia del vertice dei paesi euromediterranei sull'ambiente, in programma al Cairo domani. Il progetto del grande passaggio sottomarino avviato nel 2003 dall'allora ministro dell'ambiente Altero Matteoli è stato messo a punto da biologi e ingegneri dell'Università di Pisa ed é inserito nel contesto di una sorta di parco a tema nell'area denominate 'Ras Mohammed National Park', e unisce interventi a protezione dell'ambiente marino a forme di sviluppo dell'informazione e del turismo sul mare e i suoi tesori.

La gallera trasparente sarà perciò accompagnata da percorsi di diving, cioé di visione della barriera coralline all'insegna del 'guardare senza toccare', di strutture marine artificiali nella baia di Marsa Ghoslani, dello sviluppo di un centro visitatori all'interno del parco, di un museo di storia naturale e culturale del sud del Sinai. Infine, una grande area verrà attrezzata a centro visitatori e area campeggio. Ma questo non è l'unico progetto di cooperazione ambientale fra i due Paesi. Una seconda significativa iniziativa riguarda il sistema idrico del Sinai.

Anche in questo caso un piano messo a punto dall'Università di Pisa ha come obbiettivo l'incremento di disponibilità di acqua nei villaggi nel nord del deserto del Sinai. Si partiràimpiantando un piccolo acquedotto nel villagggio di Gifgafa attualmente sprovvisto di acqua potabile, per poi costruire un sistema di approvvigionamento attraverso la trivellazione di un pozzo e l'installazione di un impianto di dissalazione, e la costruzione di una rete idrica capace di alimentare ospedale, scuole, moschee, stazioni di polizia, uffici postali.

L'Università di Firenze è invece coinvolta in un piano per la realizzazione di impianti capaci di sfruttare l'energia solare per la cogenerazione di freddo e calore. Questo progetto é stato esplicitamente sollecitato dal governo egiziano per poter far fronte alla crescente domanda di energia in aree a sviluppo turistico e per dare soluzioni sostenibili per la fornitura del freddo necessario alla conservazione dei prodotti agricoli e alimentari in genere. Il prototipo dell'impianto destinato all'Egitto è già stato sperimentato al Polo Tecnologico Tiburtino.

(ANSA)

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