"E' da sempre che gli Agnelli e poi Marchionne tentano di mettere gli operai l'uno contro l'altro in questa città", è la dichiarazione sempre attuale di un ex-operaio Alfa Romeo di Pomigliano che visse la travagliata vicenda della svendita dell'Alfa alla Fiat. Quella che, negli anni 80, strappò alla Ford l'occasione di venire a costruire automobili in Italia. Il copione è sempre lo stesso, anche questa volta a seguito della sentenza "Fiom" per la reintegrazione di 19 operai, la Fiat ne mette altri 19 in mobilità (pre-licenziamento)continuando a perseverare nel "dividi et impera". Eppure il Referendum "ammazza diritti" di giugno 2010 (addirittura sostenuto pubblicamente dal Sindaco di Pomigliano, con tanto di corteo) fu paventata come "l'unica strada per assicurare lavoro negli stabilimenti": a distanza di due anni, ci sono ancora meno diritti e neanche un terzo degli operai è stato riassunto. Per non parlare del fatto che anche gli operai attualmente a lavoro vengono messi in cassa integrazione periodicamente.
Intanto con il referendum abbiamo creato un precedente giuridico che adesso si sta espandendo a macchia d'olio in tutti gli stabilimenti d'Italia, inclusa la Ferrari di Montezemolo. E la politica locale? A Pomigliano abbiamo un "Sindaco tifoso": la domenica tiene per il Napoli e il resto della settimana tiene per Marchionne. O bianco o nero, se non stai con Marchionne allora stai con la Fiom (questa è la sua evidente convinzione). Ieri sera a La7 (sostenuto dalla sua tifoseria d'occasione) ha continuato a dichiarare che "sta con Marchionne perchè salva posti di lavoro"... Forse non sa che la Fiat sta mettendo in cassa integrazione anche gli operai assunti e le vendite della Panda sono al palo. Svegliatelo! Dovrebbe svegliarsi anche il suo partito (PDL) che in questi anni non ha fatto niente per lo sviluppo di questa Regione, per Caldoro (l'uomo dello status quo) non esiste un piano di rilancio che passi per la valorizzazione e conversione delle piccole e medie imprese, nonché per una nuova politica fiscale volta ad incentivare chi assume nuovi operai, così da andare "OLTRE LA FIAT". Non parliamo poi degli investimenti in infrastrutture: per lui esistono solo cancrovalorizzatori.
"IMMOBILISMO" è la parola che più si sposa con questa politica. Intanto il nostro territorio muore: oltre ai 19 operai che verranno messi in mobilità, ce ne sono altri 2400 a cui tra poco scade la cassa integrazione straordinaria, i negozi che chiudono ogni giorno e gli imprenditori che si suicidano dopo aver chiuso le loro aziende. Svegliateli!
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